Dal 15 giugno ecco il green pass. Tutto quello che c'è da sapere

Il documento che accerterà la vaccinazione, il tampone negativo, la guarigione entrerà in vigore in Italia a metà giugno per i matrimoni (a fine di quel mese anche in digitale) e in Europa per viaggiare . Il nodo sulla sua reale efficacia è quello dei giovani: quanti riusciranno a vaccinarsi prima di partire? Il rischio è che l'estate sia un nuovo focolaio

31 maggio 2021 | 17:21
Il pass vaccinale è considerato il miglior strumento per ripartire, soprattutto in alcuni settori come il turismo o la ristorazione. La sua entrata in vigore è prossima, per alcuni precisi casi l’esordio è anche già avvenuto, ma regna ancora un po’ di confusione, soprattutto nel distinguere il pass italiano da quello europeo. Per quanto riguarda l’Italia il certificato - che accerta almeno una dose di vaccino somministrata, tampone negativo, guarigione - vale già dal 26 aprile per spostarsi verso zone arancioni o rosse e dal 15 giugno servirà per partecipare a matrimoni. Quello europeo invece sarà attivo al 100% dall’1 luglio anche se Mario Draghi ha annunciato nei giorni scorsi che già dal 15 giugno inizierà ad essere attivo; rispetterà gli stessi criteri e servirà per spostarsi tra i 27 Paesi dell’Unione senza doversi sottoporre a restrizioni e quarantene.



Entro fine giugno, pass anche digitale

Ora la questione, per quanto riguarda l’Italia, è anche sulla forma del pass. Ad ora è cartacea ma entro fine giugno il documento sarà anche elettronico e scaricabile sulle app Io e Immuni che si spera però possano aver superato le numerose disfunzioni registrate nei primi tempi, quando erano state proposte come strumento per contrastare la pandemia attraverso i tracciamenti e accedere ai vari servizi di sostegno (come il cashback) e invece fallirono totalmente.

I ministeri dell’Innovazione e della Salute stanno lavorando a una versione digitale sotto forma di Qr code scaricabile sull’app Io o su Immuni. Nel primo caso si accederà con Spid o con la carta di identità elettronica e si scaricherà il pass; se si opta per Immuni, dal ministero dell’Innovazione spiegano che per accedere al certificato occorrerà una password generata con il sistema Otp (one time password), cioè una chiave di accesso “usa e getta”.


L'utilità del pass dipenderà da quanti giovani si vaccineranno

Il green pass sarà dunque uno strumento assolutamente utile da qui in avanti per spostarsi, anche se almeno a livello europeo le tempistiche lasciano un po’ a desiderare. L’altro aspetto da sottolineare è che il pass sarà utile soprattutto per chi non farà tamponi, ma si sottoporrà al vaccino. Ma a questo proposito il nodo è relativo ai giovani, quelli che probabilmente si sposteranno con più facilità, frequenza e verso luoghi d’assembramento nel corso dell’estate: quanti giovani riusciranno a vaccinarsi in tempo utile per partire? L’esito del tampone, insomma, è sempre dimostrabile anche ora senza green pass, mentre il vaccino ancora non funge da pass per l’Europa. Il rischio da evitare è che l’estate 2021 abbia lo stesso ruolo di quella 2020 con le feste in spiaggia e in discoteca pronte ad apparecchiare il lockdown autunnale. Certo, il fatto che le discoteche siano ancora chiuse e che della loro apertura non se ne parla ancora sarà un elemento utile per combattere il Covid, ma non è certo danneggiando un settore che patendo le pene dell’inferno da marzo 2020 che si può uscire da questa emergenza.

A proposito di questo, la direzione più utile che forse il green pass può prendere è quella di diventare utile per accedere nei locali, nelle discoteche appunto, ai congressi, alle fiere, negli stadi così come avverrà dal 15 giugno per i matrimoni. Se ne sta discutendo con dietrofront delle Regioni che hanno discusso anche sulla possibilità di toglierlo per i matrimoni ma sono rimaste ferme, alla fine, sulla sua necessità.


Il nodo stucchevole della Privacy

Dibattito che è sorto anche per questioni (molto discutibili) sollevate dal Garante della Privacy. L’Autorità, che aveva già criticato il Governo all’indomani dell’introduzione del pass vaccinale, nei giorni scorsi ha richiamato all’ordine la Campania, che ha previsto un uso allargato del lasciapassare, rendendolo necessario per accedere - tra l’ altro - a servizi turistici, alberghieri, di trasporto. Sulla medesima lunghezza d’onda la Provincia autonoma di Bolzano, la cui ordinanza è stata segnalata al Garante.


Quanto vale il pass? Da 9 mesi a 48 ore, dipende dai casi

C’è poi la questione della validità con riferimento a chi l’immunizzazione - come i medici o le categorie più esposte - l’ha ricevuta per primo. Il pass legato al vaccino ha, infatti, validità di nove mesi a partire dalla fine del ciclo di vaccinazione. Dunque, quanti si sono vaccinati a inizio anno rischiano di avere un documento digitale con un orizzonte limitato, che mal potrebbe conciliarsi con il certificato Covid digitale Ue, che sarà disponibile dagli inizi di luglio e avrà una prospettiva di un anno (tanto durerà in vigore il regolamento che lo prevede). Anche per il pass Ue si tratterà di tre documenti, cartacei o elettronici: il certificato vaccinale, quello di avvenuta guarigione e il tampone. Ogni Paese rilascerà i propri che, se risponderanno ai criteri fissati dall’Unione, saranno riconosciuti anche in ambito comunitario. Il via libera definitivo all’impianto europeo arriverà nella prima sessione plenaria del Parlamento, che si svolgerà dal 7 al 10 giugno, per poi essere ratificata dal Consiglio ed entrare in vigore il primo luglio. Riassumendo:

  • 9 mesi - Il certificato vaccinale: Vale 9 mesi dal completamento del ciclo di immunizzazione. Può essere rilasciato anche dopo la prima dose: in tal caso vale dal 15° giorno dopo il vaccino fino alla data prevista per la seconda dose.
  • 6 mesi - L’avvenuta guarigione: Il certificato ha validità di 6 mesi dal momento dell’attestata avvenuta guarigione dal Covid. Può essere rilasciata dalla struttura dove è avvenuto il ricovero o, in assenza di ricovero, dal medico di famiglia.
  • 48 ore - Il tampone: Il certificato vale 48 ore dal test, che può essere un tampone molecolare o un test antigenico rapido. Può essere rilasciato dalle strutture pubbliche e da quelle private autorizzate o accreditate e dalle farmacie.

Il pass lo rilasciano i centri vaccinali o il medico di base

Gli enti preposti al rilascio della certificazione verde dipendono dalla condizione in cui si trova il richiedente. Come si legge nel documento, per i vaccinati «la certificazione è rilasciata, in formato cartaceo o digitale, dalla struttura sanitaria ovvero dall’esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione». Diverso è per i guariti dal Covid, che devono richiedere la certificazione verde, sempre in formato cartaceo o digitale, presso la struttura dove «è avvenuto il ricovero del paziente affetto da Covid-19, oppure, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta». Infine, a chi non è stato infettato, né vaccinato, non resta che poter dimostrare di essere negativo al tampone: l’attestazione viene rilasciata dalla farmacia o dal laboratorio privato in cui si effettua il test molecolare o antigenico.


Le regole per il certificato europeo

Le persone completamente vaccinate in possesso di certificati di vaccinazione in linea con il Pass Covid dovrebbero essere esentate dai test di viaggio o dalla quarantena 14 giorni dopo aver ricevuto l’ultima dose. Questo dovrebbe coprire anche le persone guarite che hanno ricevuto una singola dose di un vaccino che prevede due dosi. Nel caso in cui uno Stato accetti una sola dose (quando ne sono previste due) per derogare alle restrizioni alla libera circolazione, questo deve valere anche per il Covid Pass. Chi è guarito dovrebbe essere esentato dai test o dalla quarantena se in possesso di certificati di vaccinazione in linea con il Pass Covid o se hanno un test Pcr positivo che però vale solo per 180 giorni. Per garantire l’unità familiare, spiega la Commissione, i minori che viaggiano con i genitori dovrebbero essere esentati dalla quarantena quando i genitori non devono sottoporsi a quarantena, ad esempio perché vaccinati. Anche i bambini sotto i 6 anni dovrebbero essere esentati dai test relativi al viaggio.

Quanto alla validità dei test, la Commissione propone un periodo di validità standard per i test: 72 ore per i test Pcr e, ove accettato da uno Stato membro, 48 ore per i test rapidi dell’antigene. Gli Stati membri hanno la possibilità di attivare il cosiddetto «freno di emergenza» in presenza di un peggioramento delle condizioni epidemiologiche o il diffondersi di varianti preoccupanti. In questo caso il Paese dovrebbe reintrodurre misure di viaggio per le persone vaccinate e guarite. Le misure, ha ricordato il commissario Reynders devono essere «proporzionate e non discriminatorie».

La Commissione propone anche una semplificazione delle misure in base alla mappa con codice colore pubblicata dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc). Dall’ultima mappa aggiornata al 27 maggio l’Italia risulta arancione fatta eccezione per Toscana, Campania, Puglia, Calabria e Basilicata. I viaggiatori provenienti da aree verdi non dovrebbero essere sottoposti a restrizioni; a chi viene da zone arancioni potrebbe essere richiesto un test pre-partenza (antigene rapido o Pcr). Mentre per i viaggiatori che arrivano da zone rosse gli Stati membri potrebbero imporre una quarantena, a meno che non abbiano un test pre-partenza (antigene rapido o Pcr). Per le zone rosso scuro restano sconsigliati i viaggi non essenziali e in ogni caso restano gli obblighi di test e quarantena.


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Alberto Lupini


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