Governo alla sfida del Recovery. Turismo centrale, ristorazione no

Manca una settimana all'invio del Pnrr a Bruxelles. Il Governo è chiamato a mettere il sigillo sul piano da 221,5 miliardi di euro nel weekend. Poi il passaggio in Parlamento. Progetti di accoglienza da approfondire

23 aprile 2021 | 10:33
Chiusa la partita del decreto sulle riaperture, il Governo guidato da Mario Draghi passa al dossier Recovery fund o Next Generation EU: 221,5 miliardi totali in cui sono compresi anche i 30 miliardi per finanziare opere extra. Soldi che andranno a finanziare i progetti del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza, da inviare a Bruxelles entro il 30 aprile) e non solo (grazie al fondo complementare derivante dallo scostamento di bilancio). Per il turismo e la cultura 4.0 sono previsti fondi per 6,8 miliardi di euro.


Due fondi per raggiungere il +3% di Pil nel 2026

I due fondi godranno di procedure semplificate, con obiettivi intermedi e target, ma le risorse nazionali non avranno obbligo di rendicontazione a Bruxelles e in alcuni casi potranno essere spese oltre il 2026.Il monitoraggio complessivo sarà consultabile su un sito internet. Confermata la struttura in sei missioni e 16 componenti. Nel dettaglio, le aree di intervento saranno:
  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, con 42,5 miliardi;
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica, con 57 miliardi;
  • Istruzione e ricerca, con 25,3 miliardi;
  • Inclusione e coesione, con 19,1 miliardi
  • Salute, con 15,6 miliardi.
L'obiettivo è quello di raggiungere una crescita del +3,6% del Pil nel 2026. Secondo le slide inviate dal ministro Daniele Franco ai colleghi ministri, non si vuole solo "riparare i danni della pandemia" ma affrontare anche "debolezze strutturali" dell'economia italiana. Il grosso del piano è definito, con 135 linee di investimento. E l'impianto non cambierà di fronte alla mole di richieste che emerge in queste ore dai partiti.

Focus sul turismo: 6,8 miliardi per borghi, recuperi immobiliari e progetti digitali

All'interno del Pnrr (consultabile in pdf), i riferimenti al turismo (che rappresenta il 12% del Pil) sono inseriti principalmente nella missione di digitalizzazione, innovazione e competitività del piano. Previsti 6,8 miliardi di euro (da spartire con la cultura 4.0). Alcuni andranno a finanziare progetti rivolti al Mezzogiorno, in cui la crisi del settor ha messo in difficoltà molti operatori, soprattutto donne e stagionali. Uno scatto innanzitutto digitale sarà necessario per connettere l'offerta italiana al mondo: «Nonostante l’Italia sia il paese con il maggior numero di siti Unesco, non riesce a posizionarsi al vertice in Europa come numero di visitatori», si legge nel testo del Pnrr. Per migliorare, bisognerà pensare il sistema turismo all'interno di un'ottica di brand Italia. Per questo «verrà potenziata la piattaforma web centrale del turismo italiano che, su ispirazione delle migliori pratiche messe in atto da altri paesi, funga da volano per una comunicazione di qualità del patrimonio e dell’offerta del nostro paese e da strumento di aggregazione delle informazioni e dei servizi necessari all’“utilizzatore” del turismo in Italia».

Più nel dettaglio, il Pnrr parla di rigenerare i borghi, favorire la transizione verde delle strutture, valorizzare parchi e giardini storici, ristrutturare il patrimonio immobiliare (il ministero punta a recuperarne personalmente 1.500). Mentre la città di Roma beneficerà di una linea d’intervento dedicata al rilancio della sua attrattività in occasione dei prossimi grandi eventi turistici che la vedranno protagonista come la Ryder Cup del 2022 e il Giubileo del 2025.

Infine, verrà creata una sezione speciale turismo all’interno del Fondo di garanzia centrale con uno stanziamento di risorse dedicato a sostenere operazioni di consolidamento tra le Pmi e la creazione di nuove imprese da parte dei giovani under 35.

Ristorazione, solo 4 menzioni

Più scarse le menzioni del tema ristorazione che ne conta solo 4 nel testo di sintesi. E la parola che ritorna più assiduamento collegata alla ristorazione è occupazione.

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Alberto Lupini


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