“Nani Tagliaferri”, rifugio a... 5 stelle nella splendida val di Scalve
18 agosto 2017 | 18:13
di Renato Andreolassi
Nel cuore delle Orobie bergamasche, nella splendida val di Scalve, troverete un’accoglienza e una cucina che non hanno paragoni. Tutto merito di Francesco, il cuoco a cinque stelle che ha saputo creare in mezzo alle montagne, a quota 2.328 metri, un ambiente unico in ricordo del fratello Nani, scomparso tragicamente nel 1981 durante una scalata nelle Alpi Peruviane.
Certo è una scarpinata di 12 chilometri, ma i paesaggi che si trovano lungo il tragitto fra cascate, ruscelli, prati e sentieri impervi (con qualche vipera), meritano tanto sudore e fatica. E poi una volta giunti alla meta sedetevi sulle panche del grande salone e lasciate fare a Francesco.
Immancabile la polenta taragna bergamasca, insuperabile il minestrone, e che dire delle carni... i profumi degli stufati sono già di per sé una gioia per tutti i sensi. I formaggi alla piastra forniti alla malga sottostante completano il pranzo, che non è tale senza la genuina crostata di mirtilli. Un consiglio: dopo una buona cena e un giro di grolla, vi conviene fermarvi a dormire; nel rifugio ci sono infatti una trentina di posti letto attrezzati di tutto, compresi bagni e docce con acqua calda. È come trovarsi a casa propria con le montagne tutto attorno, compresi, gratis, marmotte e stambecchi.
Non vi conviene scendere, perché se diventerete amici del ruvido e generoso Francesco, vi obbligherà ad assaggiare 12 diversi tipi di grappa. E non è finita. Se poi deciderà - a suo insindacabile giudizio - di mostrarvi la dispensa... allora rimarrete ad occhi e bocca aperti. Non sono riuscito a contare le bottiglie, qualche centinaia - 300/400 - compreso lo champagne e alcune fra le più blasonate etichette italiane e... “dulcis in fundo”, anche un prelibato prosciutto, lo spagnolo Patanegra tagliato lì lì con il coltello. I prezzi? Mediamente fra i 10 e i 20-25 euro a cena, tutto compreso.
Dimenticavo, fate una passeggiata intorno al rifugio, spazierete lungo tutto l’arco alpino. Un modo in più per amare e rispettare la montagna. E come ci ha hanno ripetuto più volte alcuni giovani escursionisti milanesi, redarguiti dal Comandante perché di notte uscivano con le coperte del rifugio ad ammirare le stelle cadenti: «Se Francesco non ci fosse, bisognerebbe inventarlo!». Andate a trovarlo.
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Alberto Lupini