Roero, territorio unico per un'enogastronomia d'eccellenza

L'Enoteca Regionale di Canale d'Alba ha portato a Roma una delegazione di sindaci di questa zona, Patrimonio Unesco, per promuovere tutta la bellezza e bontà di cui dispone

31 ottobre 2021 | 10:30
di Mariella Morosi

Un viaggio enogastronomico è una formula consolidata per raccontare una destinazione e la sua attrattività, condividendo l'esperienza con i suoi protagonisti. Lo ha fatto sul rooftop del Navona Queen Hotel, con vista sulla Roma più bella, una rappresentanza di sindaci e delle istituzioni del Roero per iniziativa dell'Enoteca Regionale di Canale d'Alba (Cn) e del suo presidente, il senatore Marco Petrosino. È stata l'occasione per approfondire la cultura enogastronomica di Roero, delle Langhe e della Provincia di Cuneo, gustando le migliori eccellenze di un territorio generoso che si estende sulla sponda sinistra del Tanaro, tra la pianura di Carmagnola e le basse colline dell’Astigiano.

 

Il fascino ricco del Roero

Prende il nome dalla famiglia omonima - la casata astese dei Roero - che a partire dal Medioevo e per vari secoli vi ha dominato e che è ancora presente e condivide con Langhe e Monferrato la bellezza e la speciale identità che gli è valso nel 2014 il riconoscimento di Patrimonio Unesco. La varietà dei paesaggi, il panorama segnato dalle torri e dai castelli, i colli coltivati a vite e a frutteto e l'armonia dei colori gli donano in tutte le stagioni uno speciale fascino che è bello riscoprire dopo averlo vissuto nelle pagine di grandi scrittori come Davide Laiolo, Cesare Pavese o Nuto Revelli. Inoltre, la sua tradizione gastronomica che si colloca nel solco della più tipica cucina albese esercita un particolare richiamo per i cosiddetti visitatori del gusto che sanno apprezzarne in ogni stagione il buono e il bello.

Il Roero è da sempre vocato alla coltivazione della vite e alla produzione di vino che qui non è solo un prodotto ma un culto, così come è un rito il sedersi a tavola. La secolare affermazione dei suoi vini è codificata negli archivi storici. Dell'autoctono vitigno Nebbiolo si trovano tracce fin dal 13° secolo e nel '700 veniva vinificato dal secco al dolce, dal “vecchio” all’amabile, e anche della coltivazione dell'Arneis (chiamato dai locali "Nebbiolo Bianco") si perdono le tracce nel tempo. Quella del Roero è una bellezza rustica, ancora incontaminata, con una identità ben precisa e completamente diversa da quella delle Langhe e del Monferrato con cui condivide il prestigio di Patrimonio dell'Umanità. 

 

Storia millenaria di un territorio unico

Affascinante è la fascia selvaggia e boschiva delle Rocche, formatesi 250mila anni fa, quando il Tanaro deviò il suo corso creando profonde voragini e ripide pareti di sabbia fragile, dando luogo a un delicato e ricco ecosistema. Ma ancora prima fu l'emersione dal mare, forse due milioni di anni fa, a portare alla formazione delle colline del Roero, con la sovrapposizione di vari strati di suolo e la nascita di un altipiano che comprendeva anche le Langhe, in seguito separate dal nuovo percorso del fiume sulla direttrice Alba-Asti. L'area vanta una vastissima biodiversità caratterizzata non solo da una viticoltura di alta qualità ma anche dalla presenza di un’agricoltura che ha puntato su coltivazioni fortemente locali legate alla difformità dei territori.

 

Basti pensare alle pesche di Canale, alla pera Madernassa, ai mieli di acacia e di castagno, al porro di Cervere, al formaggio Raschera, alla nocciola di Cortemilia, agli asparagi e alle fragole. Sono tutti prodotti di rara bontà e con tutto l'orgoglio di competere con il profumo inebriante del tartufo bianco di Alba e che entrano nella cucina roerina nell'ambito di una solida e rispettosa tradizione. I suoi punti di forza sono la carne bovina, in particolare di razza Fassona, la cacciagione, i cereali, la pasta fresca e i formaggi artigianali oltre alle prelibatezze offerte dal bosco e dagli orti.

 

Piatti tipici apprezzatissimi grazie a materie prime eccezionali

Ne nascono piatti la cui risonanza ha varcato i suoi confini geografici come il vitello tonnato, la carne cruda battuta al coltello, il tonno di coniglio, il fritto misto e i mitici primi, come ravioli al plin e i tajarin, la polenta taragna di Roburent o il formaggio Raschera. Trionfali e appaganti i dolci: dalla torta di nocciola di Cortemilia a quella di zucca di Piozzo fino a quella di castagne della Valle Mongia passando per il bunet, sontuoso budino agli amaretti e alla panna cotta. La mostarda d'uva dà un intrigante gusto agrodolce a varie composizioni e i vini locali non sono soltanto un abbinamento perfetto, ma entrano nella composizione di molti piatti come il coniglio all’Arneis, il brasato al Roero. 

 

La promozione di un territorio

Ne ha dato una gradita dimostrazione il menu servito durante la serata e preparato per l’occasione dagli chef del ristorante Banchetto di Novello. Perfetto e naturale l'abbinamento con i vini: Roero, Arneis, Barolo, Barbaresco e Moscato. I sindaci del Roero intervenuti alla presentazione romana hanno raccontato il ruolo delle produzioni nelle varie economie locali e soprattutto l'impegno delle piccole comunità a non disperdere patrimoni preziosi e attività che nei secoli sono diventate parte essenziale della cultura e della quotidianità. Per questo il senatore Marco Petrosino che ha organizzato la manifestazione rivolta al pubblico romano ha voluto che gli stessi amministratori locali fossero i protagonisti dell'iniziativa e raccontassero le storie minori di un grande territorio.

 

 

«Ci teniamo a far conoscere tutte le materie prime che compongono il nostro paniere di prodotti artigianali –ha detto- perchè rappresentiamo una terra ma anche un modo di vivere, crediamo nell’amicizia e nei buoni rapporti. Sarà dunque un piacere presentarle ai giornalisti e agli opinion leader della Capitale come veicolo impareggiabile di visibilità per il Piemonte, perché le approfondiscano e se ne innamorino, così come ne siamo innamorati noi. Per questo continuiamo a portarle in giro e a farle assaggiare, invitando chi lo fa a scoprire tutto ciò che le Langhe e il Roero hanno di meglio da offrire».

Insieme ad una rappresentanza di sindaci - tra gli altri quelli di Roburent, di Frabosa Soprana, di Viola, di Barbaresco, di Neive, di Santo Stefano Belbo, di Piozzo, sono intervenuti alla presentazione anche numerosi rappresentanti delle istituzioni come Mauro Carbone, direttore dell’Ente del Turismo Langhe Monferrato Roero, Roberto Passone, presidente dell’Unione Comuni Colline di Langa e del Barolo, Valerio Rosa, vicepresidente dell'Associazione Valorizzazione Roero e Roberto Cerrato, direttore dell’Associazione per il Patrimonio dei Paesaggi Vitivinicoli di Langhe, Roero e Monferrato che ha auspicato l'accoglimento della richiesta di allargamento degli attuali confini del territorio sotto l'egida Unesco per un totale di circa 148 comuni. 

Il lavoro in vigna e in cantina, come è stato sottolineato, è quasi sempre generazionale, portato avanti con il rispetto di quanto creato da padri e nonni e con la partecipazione sempre più numerosa di giovani e di donne, motivati e portatori di innovazione. Non pochi dalle Langhe hanno scelto di spostarsi e di investire anche nel Roero, attratti dalle sue potenzialità del territorio a dare vini identitari, simili ma mai uguali, per la particolarità e la difformità dei suoli e delle condizioni pedoclimatiche. La quasi totalità delle aziende produce infatti vini in purezza, da monovitigno, lavorando sulle varie interpretazioni di Nebbiolo e Arneis, perchè a premiare è la diversità.

 

Recentissima è stato il riconoscimento ufficiale della sottozona “Castellinaldo” per il Barbera d’Alba che comprende 6 comuni alla sinistra orografica del fiume Tanaro dal particolare suolo sabbioso. Il richiamo di una grande enogastronomia rende il Roero una meta turistica ambita per gli amanti del buon vivere e permette approfondimenti sulle bellezze e su una storia antica. Portatrice del messaggio è da molti anni l'Enoteca Regionale del Roero, completamente ristrutturata nel 2017, vero e proprio punto di riferimento storico per la promozione dei vini di Langa e Roero: dal Roero e Roero Arneis Docg, Langhe Favorita, Barbera d’Alba, Nebbiolo d’Alba, Langhe Nebbiolo, Birbèt.

Presieduta da Marco Petrosino e diretta da Pierpaolo Guelfo, è anche una vetrina prodotti gastronomici d’eccellenza, prelibatezze tipiche della regione Piemonte, distillati e squisitezze artigianali, provenienti da piccoli e grandi produttori della zona di cui si punta a valorizzare il lavoro. L’Enoteca è anche capofila di un Progetto di Sviluppo Regionale, improntato alla promozione delle eccellenze enogastronomiche del territorio con la Biblioteca dei Sapori: non solo uno spazio di vendita e degustazione ma anche narrazione dei prodotti e delle realtà agricole, sostenendo in modo coordinato e integrato le molte piccole aziende del territorio che non avrebbero, da sole, la forza sufficiente per emergere. 

 

Situata nell’ex Asilo Infantile “Regina Margherita”, complesso edilizio dello scorso secolo accuratamente restaurato, ha sul sontuoso cancello in ferro battuto lo stemma della casata dei Roero con il beneaugurante motto “A’ bon rendre”. L’edificio dall’originale forma a “U” ospita al pian terreno il punto vendita con l’esposizione dei vini, l’ufficio turistico “Roero Turismo” e l’Osteria dell’Enoteca. Al primo piano si trova, inoltre il ristorante All'Enoteca, una stella Michelin, guidato dallo chef Davide Palluda.

 

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Alberto Lupini


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