Akademia Cucina & More, locale polifunzionale con tendenza all'anytime. Molto bello e proprio sul lago, il piccolo lago di Lucrino, offre in degustazione ostriche e Franciacorta.
Una degustazione tale è realizzata proprio in coerenza con il suo “more” oltre la “cucina”, di fronte all'affascinante specchio d'acqua intriso di miti e di storia, nei Campi Flegrei. La degustazione è brillantemente condotta da
Vincenzo Supino, Oyster ambassador di Oyster Oasis. Quattro le ostriche degustate, di cui tre allevate sulla Costa Atlantica francese, nelle acque tra i fiumi Giranda e Charente, ed una in Irlanda.

Quattro piacevoli scoperte, quattro emozioni forti per il palato, per gli occhi e per il naso. Sappiamo parlare di territorio e di terroir. Ecco, nel caso delle ostriche, simpatico il neologismo, parleremmo di marroir, intendendo una zonazione di acque piuttosto che di terre.
Memorie liete: la Perle Rose Tarbouriech, coltivata in Languedoc-Roussillon usando il metodo a sospensione (in un modo assolutamente innovativo ed eco-compatibile utilizzando pannelli fotovoltaici), dalla conchiglia incredibilmente distinta e levigata, bianca con sfumature rosee, dal frutto abbondante e iodato con note dolci, vegetali e fruttate; indi la Marquise de Bonsonge (Poitou-Charente), otto mesi di affinamento, con forma concava e pienezza del frutto, tutto elevato verso un gusto deciso, fruttato, dalla persistenza equilibrata tra l’inizio iodato ed il finale zuccherino.
Vincenzo Supino
E poi, la Ronce Maison David Hervè (Poitou-Charente), un’ostrica molto particolare, armoniosa nel sapore, frutto croccante in una conchiglia forte, ricca di iodio e dal finale vegetale. A compimento della degustazione, uscendo dalla Francia ed andando in Irlanda, l’Ostra Regal irlandese (Bannow Bay), ritenuta dai grandi ostricoltori “la scelta del re”: carnosa, consistente, elegante.

Ci racconta Vincenzo Supino che «i mari non sono tutti uguali e le ostriche attraversano molteplici fasi prima di essere degustate, tra acqua salata e dolce, correnti e maree, soleggiate e piovaschi, sotto l’attenta e scrupolosa mano dell’ostricoltore che aggiunge la propria firma attraverso tecniche ancestrali e moderne». Ecco, esiste e lo sappiamo tutti, il viticoltore, abbiamo adesso contezza precisa dell’esistenza dell’ostricoltore.

Abbinamento perfetto con due pregevoli bottiglie della
Cantina Corteaura: il Franciacorta Brut ed il Franciacorta Satèn, entrambi da uve Chardonnay. Si diceva dell’anytime. Molto adatte queste degustazioni di Ostriche e Franciacorta, ai Millennials e costoro nei Campi Flegrei hanno in
Akademia un punto certo di riferimento.
Per informazioni:
akademiacucina.it