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Grado, l'isola dei sapori

 
04 febbraio 2019 | 16:16

Grado, l'isola dei sapori

04 febbraio 2019 | 16:16
 

Si potrebbe raccontare la cittadina friulana in maniera gustosa attraverso la sua tradizione enogastronomica. Isola del sole, isola d’oro, isola del benessere e isola dello shopping. Ci sono tanti modi per definire Grado
.

, una lingua di sabbia sospesa tra mare e laguna dove solo il fruscio delle barche interrompe il magico silenzio, è una cittadina di circa 8mila abitanti, distesa tra la laguna omonima, la foce dell’Isonzo e l’Adriatico.

Uno degli appellativi più apprezzati è “isola dei sapori”. Infatti la cittadina friulana è anche rinomata per la interessante gastronomia ricca di sapori antichi ed unici. Grazie alla ricchezza di sapori, di piatti tipici e prelibati ortaggi la si potrebbe raccontare, in maniera gustosa, attraverso la sua tradizione enogastronomica.

(Cucina gradese Una rapsodia di sapori)

La cucina “graisana” è principalmente improntata sul pesce. La laguna rappresenta da sempre la ricchezza principale a cui attinge ancora oggi la cultura culinaria gradese, ed è quindi il pesce azzurro il protagonista della tavola: a detta degli intenditori è in questa area dell’Adriatico che il pescato è il più saporito in virtù dell’elevata salinità del mare e dei bassi fondali della laguna gradese.

Alici, comunemente chiamate “sardoni”, sardine, qui conosciute come “sardelle”, sgombri, papaline, suri, aguglie, volpine, cefali, lanzardi, palamiti e, addirittura, tonni sono all’origine della varietà della cucina locale. I “sardoni” salati sono, dal 2004, un Prodotto agroalimentare tradizionale del Friuli Venezia Giulia. Sardine conservate sotto sale e poi sott’olio (le “Isolane”), oppure impanate e fritte o “in savor” o a “scotadeo” (cotte in padella dopo essere state lavate solo in acqua marina).

Molto apprezzata anche l'Anguila in speo, l’anguilla tagliata a pezzi viene cotta su uno spiedo ricavato da un ramo d’alloro. Al termine della cottura, dopo avere perso tutto il grasso, diventa croccante fuori e morbida dentro. Una vera bontà.

Il piatto locale per eccellenza è il Boreto alla graisana con una decina di varianti, una più gustosa dell’altra. È una pietanza antica e unica caratterizzata dalla semplicità degli ingredienti (pesce fresco, olio extravergine d’oliva, aglio, sale, pepe nero e aceto) e della preparazione.

(Cucina gradese Una rapsodia di sapori)
Boreto

Creato in origine dai pescatori della laguna con il pesce fresco che non era stato venduto al mercato, il Boreto è l’emblema di una vita fatta di mare e pesca. Una ricetta antichissima, tramandata di generazione in generazione, che oggi subisce qualche variante, che ne valorizza sempre la tradizionale preparazione. Quello vero, è un piatto povero che non necessita di alcun tipo di guarnizione, se non di essere accompagnato con della polenta bianca. Veniva utilizzata la polenta bianca, anziché quella gialla, più comune nella cucina di quasi tutta la regione, perché in quei tempi di miseria questa era la meno raffinata, si trovava più facilmente ed era più adatta ad essere scambiata al mercato con il pesce. Per quanto poi riguarda il vino, il Boreto inizialmente veniva accompagnato con del vino bianco, ma ormai è tradizione che si sposi con del buon vino rosso: Merlot, Refosco o Cabernet saranno degli ottimi compagni di tavola.

(Cucina gradese Una rapsodia di sapori)
I vini da abbinare al Boreto

L’intero territorio vicino a Grado, particolarmente vocato per la coltivazione della vite, offre bottiglie di qualità, con un’ampia scelta di eccellenti vini bianchi e rossi, di collina e di pianura.

Fra le verdure si ricorda l’Asparago bianco di Fossalon Igp. I suoli sabbiosi di questa frazione di Grado, rappresentano il luogo ideale per la coltivazione dell’ortaggio che, in primavera, è immancabile nelle cucine e nei piatti di molti ristoranti che animano l’offerta enogastronomica gradese.

(Cucina gradese Una rapsodia di sapori)
Santonego

Al termine del pranzo o della cena non può mancare un bicchierino di Santonego, il digestivo per eccellenza di Grado, da degustare liscio o ghiacciato. Si tratta di una speciale infusione alcolica di assenzio marino, pianticella perenne aromatica lagunare, con proprietà amaro-toniche, dalle foglie color verde argentato, che fiorisce tra agosto e settembre.

Luca David con la moglie (Cucina gradese Una rapsodia di sapori)
Luca David con la moglie

Nel dedalo di calli e campielli della città vecchia, come è facile immaginare, sono numerosi i ristoranti e le trattorie che propongono i piatti della cucina locale, ma anche il litorale è ricco di locali e ristoranti che propongono le tipicità gradesi a base, soprattutto di pesce e crostacei appena pescati. Uno di questi è il Ristorante La Dinette in Riva Giovanni da Verrazzano. Lo chef Luca David, che gestisce il locale da un paio d'anni, propone un menu molto interessante che cambia seguendo il ritmo delle stagioni. La sua cucina mette assieme due mondi quello dei sapori del passato declinati con la qualità moderna. Fra i tanti piatti si consiglia di assaggiare lo Sgombro in saor “leggero” con cipolla di Tropea, poi il Baccalà mantecato con polenta, a seguire una Lasagnetta alla busera di gamberi e per finire Polpo tostato con patate dolci affumicate e guanciale. Una piacevole tappa gastronomica assolutamente da fare.

Per informazioni: www.grado.it

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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