Tra l’irreggimentare rendendo sottoposto a rigide regole il modo di fare la pizza e lo schieramento tra due fazioni che anche a beneficio dei food blogger si dichiarano l’una per il cornicione pronunciato (il cosiddetto canotto) e l’altra per la pizza piatta, ovvero senza eccessivo pronunciamento del cornicione, il prode pizzaiolo Antonino Esposito (sorrentino verace, giovanilmente over fifty) ha scelto la cosiddetta terza via. In pratica, senza irridere chicchessia, ha scelto di prendersi sul serio, e quindi non seriosamente, e sperimenta in serenità nuove pizze, nuove nelle forme che assumono, negli impasti e negli ingredienti di topping e farce, disinserendo la spirale fatua di tradizione vs innovazione.

Una delle pizze di Antonino Esposito, la frusta
Il primo laboratorio è stato la sede della sua terra, la sua amatissima Penisola Sorrentina, con
Acqu’ e Sale a Marina Piccola di Sorrento. Il secondo laboratorio, arduo il cimento, è a Milano, in via Solferino. Coerentemente a ciò, il nome della pizzeria è “Così fa Antonino Esposito”. Locale piccolo, graziosamente arredato. Chiari e ben comunicati i colori simbolo della Penisola Sorrentina: il giallo del sole e l’azzurro del mare, qui corroborati dalla sanguigna presenza del rosso dei pomodori del Vesuvio. Le maioliche dipinte a mano sono opera dell’artista sorrentina Rosa Linda Acampora. Bene in vista il forno. Servizio gentile e competente con racconto suadente delle proposte e di quanto poi giunge in tavola.
Il secondo laboratorio del pizzaiolo sorrentino, in via Solferino a Milano
Nel suo sbrigliarsi, Antonino ha inventato forme originali, alcune delle quali già “must” per i suoi affezionati clienti, a partire dalla famosa frusta. E poi l’ovale, il fagotto, il bouquet ed altre ancora. Circa le basi che vanno a costituire il panetto, oltre alle consuete farine di tipo 0 e di tipo 1, anche farine di canapa, di farro, di riso venere. E gli impasti sono fatti anche alla birra, all’infuso del Limone di Sorrento Igp, al finocchietto selvatico, al basilico.
Antonino Esposito
Limone di Sorrento Igp che ha utilizzo anche in topping ed in farcia, così come i pomodorini del Piennolo del Vesuvio, la Mozzarella di Bufala Campana Dop, la provola di Agerola, le alici di Cetara, il fagiolo di Controne ed altre eccellenze dell’agroalimentare campano e dell’area mediterranea tutta.
Prodotti di alta qualità per le pizze
Suadenti i percorsi suggeriti in trama di menu degustazione. In meditati quanto ghiotti assaggi si è avuto modo di apprezzare la pizza ovale Margherita Verace Dop, con Mozzarella di Bufala Campana Dop, pomodori dell’Agro Sarnese-Nocerino San Marzano Dop, e filino di olio della Penisola Sorrentina Dop e foglioline di basilico ad uscita forno. Imperdibile nei mesi freddi la Frusta ‘nduja con Fiordilatte dei Monti Lattari, ‘nduja, pomodori datterini rossi, e burratina affumicata ad uscita forno. Nella tecnica di pizza prima fritta e poi infornata, nella quale il prode Antonino notoriamente eccelle, si assaggia e si apprezza la Montanara Dop con Conserva di pomodoro, Mozzarella di Bufala Campana Dop, basilico e Parmigiano Reggiano Dop.
Chiari e ben comunicati nel locale i colori simbolo della Penisola Sorrentina
Buoni i vini, non solo campani. Proposte di bere miscelato con cocktail che vanno dai classici agli innovativi in cui si avvertono i profumi agrumati della Penisola Sorrentina.
I dessert nella famiglia “sapori campani” toccano vette di insita squisitezza con la Delizia Arancia e Cioccolato, il Babà al Rum e, proprio dulcis in fundo, la frusta fritta Doppio Gusto con ricotta di pecora e crema pasticcera. Così fa Antonino Esposito, e così piace che faccia e così è giusto che faccia, per quanto estro ed abile innovazione costituiscono valore e patrimonio condiviso.
Per informazioni:
cosimilano.com