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Arcipelago toscano tutto da scoprire e vivere

Dall’Elba a Montecristo, dal Giglio a Pianosa, da Gorgona a Giannutri, fino a Capraia: sette perle tutte da scoprire. Un susseguirsi di gioielli naturali e tesori architettonici, calette e spiagge, borghi pittoreschi e miniere, vini e prodotti da gustare

07 agosto 2022 | 05:00
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Arcipelago toscano tutto da scoprire e vivere

Arcipelago toscano tutto da scoprire e vivere

Dall’Elba a Montecristo, dal Giglio a Pianosa, da Gorgona a Giannutri, fino a Capraia: sette perle tutte da scoprire. Un susseguirsi di gioielli naturali e tesori architettonici, calette e spiagge, borghi pittoreschi e miniere, vini e prodotti da gustare

07 agosto 2022 | 05:00
 

Formato da sette perle, una diversa dall’altra, ciascuna con la propria personalità che la leggenda racconta siano nate dalle perle cadute dalla collana di Afrodite, dea greca della bellezza e dell’amore. Le perle non affondarono, ma si fermarono in superficie tra l’Italia e la Corsica nell’alto Tirreno trasformandosi in altrettante isole. Sette gioielli, dunque, un microcosmo ricco di straordinaria biodiversità, una grande ricchezza geologica e geomineraria, acque cristalline, panorami mozzafiato, cultura, tradizioni e un universo di sapori che aspettano solo di essere scoperti. L’Arcipelago toscano dal 2003 è sito Unesco nell’ambito del programma Mab (Man and the Biosphere) che comprende anche il Parco nazionale Arcipelago Toscano, il più grande parco marino d’Europa, parte integrante del Santuario internazionale per la protezione dei mammiferi Marini Pelagos. Le sette isole protette, un mosaico di natura, storia e suggestioni, portano i nomi di Elba, Capraia, Giglio, Giannutri, Gorgona, Montecristo e Pianosa.

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Paradisiaca Elba

La più grande del Tirreno e la terza isola italiana dopo Sicilia e Sardegna, selvaggia nella parte occidentale con il massiccio granitico del Monte Capanne, la cima più alta dell’arcipelago, mondana nella parte centrale e orientale. Per raggiungerla occorre prendere il traghetto da Piombino Marittima, in estate sono quattro le compagnie di navigazione (Toremar, Moby Lines, Blu Navy e Corsica-Sardinia Ferries) che effettuano numerose corse che coprono quasi l’intera giornata con destinazione Portoferraio, Rio Marina e Cavo.

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Museo mineralogico all’aperto

Conosciuta in tutto il mondo per essere stata sede dell’esilio di Napoleone e per aver ospitato il sogno di Cosimo III Granduca di Toscana che fondò qui la sua città ideale. L’Elba è molto di più. Si trovano oltre duecento specie mineralogiche diverse, circa il 5% di tutte quelle conosciute, di fatto un museo mineralogico all’aperto: ematite, magnetite, pirite, quarzo, ogata, tormalina, quella nera e quella colorata in tante sfumature. Per soddisfare la curiosità sui minerali, da visitare il Mum Museo mineralogico Luigi Celleri a San Piero e i Musei dell’arte mineraria a Rio Marina.


Storia, cultura e mare

Capoluogo e centro portuale Portoferraio, tra i comuni più antichi dell’isola. Da non perdere il suo centro storico e il lungo darsena con boutique, negozietti e ristoranti di pesce; le fortezze medicee e quella del Volterraio, uno dei simboli dell’isola insieme alla Torre della Linguella, simbolo del porto; le ville romane e le residenze di Napoleone e Capo Enfola, collegato all’isola da una stretta lingua di terra, un tempo ospitava una piccola tonnara, oggi l’edificio del marfaraggio che ospitava le attrezzature per la pesca e la lavorazione del tonno è sede del Parco dell’Arcipelago toscano.


La zona di Rio, dove sussistono due dei tre porti di cui è dotata l’isola, era conosciuta sin dai tempi degli Etruschi per le sue risorse minerarie, qui si trovava il centro di estrazione e lavorazione più antico dell’Elba, attivo fino all’inizio degli anni Ottanta. Testimonianze della storia del sottosuolo sono custodite al museo dei minerali elbani, ma è anche possibile visitare i cantieri più importanti inclusi nel Parco minerario. Curiose le spiagge di sabbia scura luccicante di ematite mista a ciottoli.


Nel territorio di Rio nell’Elba da vedere un curioso lavatoio pubblico all’interno di un edificio, le vasche risalgono al 1500 e sono interamente scavate nella roccia e dotate di bocche in ottone. Dalla Casa del Parco parte un sentiero che si inoltra nella storica Valle dei Mulini dove è possibile vedere i resti di alcuni dei 22 mulini e dei relativi bottacci, grazie alla disponibilità irrigua della zona si è conservata la tradizione di sfruttare i bottacci per la coltivazione di orti familiari.


Attorno al golfo di Mola, Porto Azzurro, uno dei porti turistici di maggior rilievo dell’isola che conserva numerose testimonianze del dominio spagnolo. Da percorrere la passeggiata Carmignani che collega il lungomare alla spiaggia di Barbarossa e soffermarsi sulla piazza Matteotti considerata fra le più belle d’Italia. Per chi ama il trekking la salita al Santuario della Madonna di Monserrato senza tralasciare la sosta presso il pinone, un pino marittimo di oltre 400 anni, albero storico italiano, uno dei più grandi della Toscana. E per finire Capoliveri, il cuore pulsante dell’estate dell’isola, è il comune con il maggior numero di spiagge, ma che conserva molte testimonianze del suo passato.


Capraia, ogni dove tesori da scoprire

Cala Rossa, emozione pura! Considerata una delle più suggestive del Mediterraneo sulla punta meridionale dell’isola dominata dalla Torre genovese dello Zenobito. La incontri prima di raggiungere l’attracco e ti rimane nel cuore. Capraia è l’unica isola di origine vulcanica dell’arcipelago, nata da due eruzioni al centro del Santuario dei Cetacei. Un intero settore dell’isola nel 1873 fu destinato ad ospitare una Colonia penale agricola, chiusa nel 1986, organizzata in numerosi complessi edilizi, denominati Diramazioni, destinati a svolgere le diverse attività produttive e gestionali. A 36 miglia dalla costa, conta 200 abitanti, un piccolo porto, un minuscolo paese e ogni dove tesori da scoprire. Per gli amanti del trekking l’isola dispone di una diffusa rete sentieristica che consente di apprezzare il suo tipico paesaggio mediterraneo e di raggiungere i luoghi più panoramici. Tra le escursioni via terra la mulattiera che conduce al Monte Arpagna e alla torre dello Zenobito, la visita allo Stagnone, piccolo lago di origine naturale l’unico dell’Arcipelago Toscano, l’area archeologica delle Tigghielle con gli antichi palmenti, strumenti necessari per la produzione del vino, cavità di forma quadrangolare poco profonde, utilizzate a partire dal XV secolo. Lo scorso anno promosso dalle aziende San Rocco e Arura è nato il Percorso botanico, il bello e il buono delle piante dell’isola, 40 specie con cartelli informativi, parte dal campeggio Le Sughere e si collega alla strada romana che porta al paese.

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Per gli appassionati di nuoto, snorkeling e swimtrekking il miglio blu, un corridoio riservato alla balneazione di sicurezza liberamente accessibile all’interno del quale non si può navigare e neppure ormeggiare. Il Parco nazionale Arcipelago Toscano organizza speciali escursioni in barca lungo le coste dell’isola alla scoperta della fauna marina, da qualche anno è stata accertata la presenza della foca monaca, specie endemica del Mediterraneo.


Chicche enogastronomiche

Incredibile in un piccolo scoglio troviamo delle eccellenze enogastronomiche veramente uniche, come il miele di Roberta Bonomo (azienda San Rocco) che ha recuperato l’apiario del nonno e produce con le sue api dei mieli unici, come quello di Erba gatta, un endemismo sardo-corso che fiorisce sull’isola da fine maggio a luglio, quando la maggior parte degli altri fiori nettariferi sono sfioriti.


I formaggi di capra dell’azienda agricola Il Saracello con un gregge di 100 capi di Camosciata alpina, straordinario il Mursa, affinato con elicriso in once di terracotta, vincitore al World Cheese Awards nel 2019. Le capre pascolano interamente all'aperto e si nutrono degli arbusti che crescono naturalmente sull'isola come il mirto. I formaggi si trovano nel loro punto vendita al porto.


L’unica cantina di vinificazione dell’isola

Come poteva mancare il vino? Nella località il Piano, un’ampia conca naturale, con la piccola chiesa romanica di Santo Stefano Protomartire, ora sconsacrata, si trova il vigneto storico dell’azienda biologica La Piana. Da questi 3.5 ettari impiantati ad Aleatico e Vermentino nascono i vini ad oggi in produzione: un rosato di Aleatico (anche in versione rifermentata in bottiglia), un passito di Aleatico ed un Vermentino. L’azienda in uno stabile appartenente alla Colonia penale, era la vecchia officina meccanica, ha ricavato la prima ed unica cantina di vinificazione sull'isola.


L’allevamento di spigole e orate

Ed ancora la Cooperativa di acquacoltura Maricap alleva in sei gabbie galleggianti all’interno della cala di Porto Vecchio spigole ed orate nelle acque incontaminate all’interno del Parco e conduce ricerca di tecniche innovative per quanto riguarda l’allevamento. Da non dimenticare per finire la stagione estiva la Sagra del tonno, ogni anno a fine ottobre inizio di novembre.


Giglio, patrimonio naturalistico e culturale

Seconda per dimensioni solo all’Elba, tre centri abitati Giglio porto, Giglio castello e Campese. Prevalentemente granitica, dispone di una fitta rete sentieristica che rappresenta un patrimonio non solo naturalistico, ma anche culturale. Fiorente nei tempi passati era l’attività mineraria legata all’estrazione del granito (esistevano ben 22 cave) che ha fornito questo materiale da costruzione per importanti realizzazioni, dai moli del porto Ostia antica alle colonne del Duomo di Pisa, a quelle del Battistero di Firenze. Un granito particolarmente apprezzato per il suo colore intarsiato spesso di quarzo ed altre pietre.

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Giglio Porto con la torre fatta edificare da Ferdinando I sul finire del 1500 per difendere l’abitato. Merita una passeggiata la pittoresca Caletta del Saraceno, dove sono ancora visibili i resti delle antiche peschiere romane per l’allevamento del pesce. Giglio Castello, nella parte più alta dell’isola, un borgo medioevale che si caratterizza per l’imponente Rocca Aldobrandesca; la chiesa parrocchiale custodisce il Cristo Eburneo di epoca barocca. Giglio Campese, paese dal fascino antico, molto animato in estate.


Vino isolano: l’Ansonica Costa dell’Argentario Doc

Sparse nella campagna si trovano i Palmenti, costruiti tra il 1500 ed il 1700, veri e propri “monumenti” in memoria dell'attività agricola del passato, in gergo vengono chiamati capannelli, costruiti in pietra, contenenti più vasche scavate nella roccia, in cui veniva pigiata l'uva. Sull’isola ce ne sono oltre 500 alcuni dei quali del periodo etrusco. Nella zona si produce l’Ansonica Costa dell’Argentario Doc. Una delle aziende è Fontuccia nata nel 2009 che coltiva il vitigno Ansonica in piccoli terrazzamenti sparsi sull’isola, tra muri a secco e rocce granitiche a strapiombo sul mare. Proprio loro hanno ristrutturato uno di questi palmenti da cui si gode di un panorama mozzafiato. La loro etichetta più conosciuta è il “Senti Oh!” da una tipica esclamazione gigliese, ma producono anche un passito, Nartropo ed il Cocciuto, fermentato in un’anfora di coccio.


Giannutri, vegetazione mediterranea unica

Si tratta della più meridionale e la penultima in ordine di grandezza delle sette dell’arcipelago toscano. Calcarea, rocciosa senza spiagge di sabbia, acque trasparenti, ricche di fauna marina ed una vegetazione mediterranea unica nel suo genere con piante praticamente inesistenti sulle altre isole. Dista nove miglia marine dal Monte Argentario e quasi dieci miglia dall’isola del Giglio.

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Il nome datole dai Romani identificava un’isola dedicata alla dea della caccia Diana. Troviamo i ruderi di una Villa Romana Imperiale del I-II secolo d.C. ben conservata e visitabile sita in località Cala Maestra, aperta al pubblico dal 2015.


Gorgona, il vino dei detenuti

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Citata da Dante dell’Inferno (canto XXXIII vv82) della Divina Commedia. Selvaggia, incontaminata, è la più piccola, dista 34 chilometri dalla costa di Livorno ed è anche la più difficile da visitare in quanto sede di un penitenziario dal 1869, unica isola penitenziario in Europa. Qui dal 2012 Frescobaldi ha iniziato un progetto di ambizioso valore sociale che coinvolge la viticoltura ecosostenibile ed i detenuti che sono alla fine della loro pena. Si produce il vino bianco Gorgona, blend di Vermentino ed Ansonica dal carattere marittimo con profumi di erbe aromatiche.


Montecristo, riserva naturale statale

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La più lontana dalla costa continentale, al momento disabitata, è area protetta e riserva naturale statale, non semplice da raggiungere e visitabile esclusivamente tramite visita guidata. Si tratta di un massiccio granitico che culmina con il Monte della Fortezza, 400 specie botaniche censite tra le quali, sulle rovine dell’antico monastero, i cespuglietti di Linaria capraria, endemismo dell’arcipelago.


Pianosa, isola del silenzio

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L’isola del silenzio. Per estensione è la quinta isola e la più bassa dell’arcipelago toscano. Sede di strutture marittime di epoca romana, nel periodo imperiale fu luogo d’esilio del nipote di Augusto. Per le numerose testimonianze del passato l’intera isola è sottoposta a vincolo archeologico. La colonia penale, istituita nel 1856 dal Granduca di Toscana, è stata dismessa nel 1998, che ha ospitato tra i tanti detenuti anche l’ex presidente della Repubblica, Sandro Pertini.


Dampaì, gioelli made in Elba

In iraniano significa “Si porta facile”, un marchio nato nel 2011 dalla creatività di Simona Giovannetti, architetto che vive all’Elba. Si tratta di una gamma di collane e bracciali in caucciù di ispirazione etnica a cui si è aggiunta una linea di borse e zaini. Dal 2017 Dampaì ha trasferito il suo magazzino all’interno della Casa di reclusione Pasquale De Santis di Porto Azzurro. Da questa esperienza è maturata l’idea di aprire un vero e proprio laboratorio di produzione artigianale. Due detenuti sono stati scelti sia per gestire il magazzino che per realizzare i nuovi accessori moda. Il primo prezioso frutto di questo delicato lavoro di squadra è stato la messa in commercio nei Dampaì Stores dell’isola d’Elba e in alcuni rivenditori italiani, di tre modelli di borse interamente confezionate all’interno del carcere: la Two e la Three, due borse a mano/tracolla in gomma espansa, e la borsa in rete Lilly che è trasformabile in zaino.


Gli orologi Locman

Punta di diamante della orologeria italiana con sede a Marina di Campo, fondata nel 1986 a cui si è aggiunta anche la Scuola italiana di orologeria. Unico comune denominatore è l’ambiente marino ed anche i nomi delle collezioni.


Acqua dell’Elba, il profumo del mare

Tredici creazioni, un progetto nato ventidue anni fa durante una gita a bordo di un veliero, tre soci ebbero l’idea di trasformare in un profumo l’essenza del mare. L’azienda manifatturiera ha sede a Marciana Marina, tutte fragranze artigianali ispirate al mare ed alle isole della Toscana.


Enogastronomia dell’Arcipelago Toscano

A guidarci nel gusto del territorio prendiamo qualche spunto dalla pubblicazione di Valter Giuliani, Le mappe del gusto, un percorso tra gli artigiani del cibo, siano essi produttori, ristoratori, botteghe dove poter trovare prodotti e piatti realizzati con materie prime locali con attenzione alla qualità ed alla sostenibilità ambientale. Nella cucina tipica delle Isole di Toscana si riflettono contaminazioni, perché da sempre crocevia di genti e culture. Nei menu dei ristoranti sono ricomparse antiche pietanze, come la sburrita di baccalà, era la pietanza dei minatori da consumare come pranzo al sacco, e il recupero di alcuni prodotti, tra cui le erbe spontanee.


Qualche suggerimento per l’isola d’Elba:

  • La Barca delle Matte in centro a Portoferrario. Una ventina di posti dentro ed altrettanti fuori nella veranda. Menu scritto a mano che cambia tutti i giorni. Aperto tutto l’anno. Sicuramente da provare le penne all’Elba (penne con le vongole e una leggera besciamella realizzata con l’acqua di cottura dei molluschi). Ogni ristorante dell’isola ne propone una variante, ma questa è da provare.
  • Panificio il Cantuccio sempre a Portoferraio. In questo locale si trova la Schiaccia briaca elbana, dolce con frutta secca, uvetta ed Aleatico che le conferisce il colore rosato.
  • Molo G Osteria Portuale all’interno del cantiere navale Esaom a Portoferraio. Si mangia con vista sulle barche a vela. Si può gustare la tonnina, un vecchio modo di conservare il tonno, salato e messo sott’olio.
  • Elba Magna a Capoliveri Dolci della tradizione elbanese e la novità Cantuccio dell’isola d’Elba, la Schiaccia con taglio cantuccio in tre versioni, ovvero riese, capoliverese e Armistizio per metà con ricetta a base di aleatico (tipica di Rio) e per metà a base di moscato (Capoliveri).
  • L’Amandolo in Località Colle a Vita Cavo Rio Marina. Un luogo dove si gode di un tramonto emozionante sulla Capraia. Menu fisso di pesce che cambia a seconda del pescato. Aperto dal primo di giugno a metà ottobre.
  • Le Fornacelle a Cavo. Cucina casalinga e una terrazza sul mare. È anche un B&B
  • Da Pilade a Capoliveri. Cucina tipicamente toscana. Hanno una loro azienda agricola, Podere Arduini, che produce due oli mono varietali, Leccino e Moraiolo e un blend delle quattro varietà presenti nei loro terreni. Interessante la visita al loro frantoio di ultimissima generazione. Pilade è anche un country hotel e residence.
  • Osteria GalloNero nel centro di Capoliveri. Cucina di mare e di terra.


Per l’isola del Giglio:

  • Bumbabar a Giglio Castello. Il nome del locale fa riferimento a Bumbabà, un canto di carattere bacchico che fa parte della cultura popolare diffusa dal Cinquecento.


Tra le aziende vinicole segnaliamo:

  • Antonio Arrighi: la sua azienda si sviluppa interamente nel territorio dell’Arcipelago toscano sulle pendici di una collina che domina la baia di Porto Azzurro. I suoi vigneti su terrazzamenti recuperati e formano un anfiteatro di grande impatto emotivo anche grazie alle opere di diversi artisti locali. Produce due linee di vini: quelli con vitigni autoctoni e quelli frutto di una lunga sperimentazione con vitigni alloctoni. Antonio è stato un precursore della vinificazione in anfora e non solo. Altro suo esperimento enologico Nesos, il vino marino, come facevano gli antichi Greci sull’isola di Chio. Uva utilizzata l’Ansonica, tipica dell’Elba, probabile incrocio di due antiche uve dell’Egeo, caratterizzata dalla buccia molto resistente, lasciata in mare per cinque giorni a dieci metri di profondità. Appassimento al sole e passaggio successivo in anfore di terracotta con tutte le bucce dopo la separazione dei raspi per sei mesi. Da luglio di quest’anno in cima all’anfiteatro di vigneti è stata inaugurata la Big Bench n. 224, la prima in un’isola minore.
  • Tenuta delle Ripalte: a pochi chilometri da Capoliveri sulla Costa dei Gabbiani, Tenuta delle Ripalte, annoverata nel percorso delle cantine toscane Wine Architecture per il suo design moderno, disegnata dall’architetto Tobia Scarpa.

Il grande pittore romantico Giuseppe Bezzuoli “in trasferta” all’Elba

La Maddalena penitente del grande pittore romantico ottocentesco Giuseppe Bezzuoli, tra le opere protagoniste della grande mostra dedicata nei mesi scorsi dalle Gallerie degli Uffizi in Palazzo Pitti al grande artista fiorentino, torna nella sua sede abituale a Portoferraio nell’Isola d’Elba. Nella Pinacoteca Foresiana, all’interno degli spazi della storica ex Caserma De Laugier, c’è infatti fino al 2 novembre, nell’ambito del progetto Uffizi Diffusi, una nuova esposizione su Bezzuoli. Ne sono parte, oltre alla bellissima Maddalena, i suoi capolavori più iconici, come Eva tentata dal serpente, il Ripudio di Agar, commovente reinterpretazione del celebre personaggio biblico; il vivace ritratto dell’amico e scultore Vincenzo Consani e l’Autoritratto, datato 1852, di un Bezzuoli ormai anziano.

La Maddalena penitente  Arcipelago toscano tutto da scoprire e vivere

La Maddalena penitente


Non è un caso che sia proprio la storica ex caserma De Laugier ad ospitare alcune tra le opere principali del pittore toscano, tra i massimi esponenti del romanticismo. Bezzuoli era infatti legato personalmente alla Pinacoteca di Portoferraio, in quanto in ottimi rapporti d’amicizia con Alessandro Foresi, zio di Mario Foresi, il fondatore della pinacoteca stessa. Medico e grande estimatore dell’artista toscano, del quale scrisse anche una biografia, Alessandro Foresi possedeva numerosi dipinti dell’amico, ancora oggi presenti parte della collezione elbana. Tra i tanti in mostra, quelli di Maria Guariello Foresi, madre di Alessandro, e della contessa Beclemicheff: una importante testimonianza, quest’ultima, della fama raggiunta da Bezzuoli anche presso la committenza straniera. Foresi ebbe modo di conoscere l’artista nel 1843, quando accompagnò la madre nello studio dell’illustre pittore per farle fare il ritratto. E fu proprio con il medico che l’artista visitò l’Elba nel giugno del 1847: aveva deciso di rifugiarsi nell’isola, timoroso dei disordini legati alle insurrezioni antiaustriache in quel momento in corso a Firenze. Oltre che amico, Bezzuoli divenne anche paziente di Foresi: soffriva infatti di molti acciacchi dovuti all’età e al vizio di fumare sigari. Così tanti sigari, che, stando al racconto del medico, fu proprio questo a portarlo alla morte, oltre alla sua passione sfrenata per le donne, che continuò a coltivare anche da anziano, incurante dei limiti del suo fisico già minato da vari malanni.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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07/08/2022 17:24:14
1)
Grazie Piera , hai sfogliato l'arcipelago un un libro di ricordi!!!!
Nicola masiello



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