Sì, viaggiare. Low cost, alta velocità, autostrade ovunque, le crociere: sì, tutto bene. Si viaggia, si conosce il mondo, si fanno conoscenze. Bene, bene, bene! L’Italia la conosciamo già oppure è altro spiacevole comune sentire. Tutto vero? Tutto saggio? Chissà! E se il viaggio, ma chiamiamolo più propriamente “cammino”, a ritmo lento, fosse proprio in casa nostra, per dire nel cuore del nostro Bel Paese?! Percorriamo la Via Amerina. La Via Amerina prende il nome dall’antica città di Ameria, l’attuale Amelia (Tn).

Il giardino dell'agriturismo L'Arte del Verde
Viaggio lento lungo la Via Amerina
La Via Amerina, che arrivava fino all’Adriatico, venne costruita dai Romani nel 240 a.C. su precedenti tracciati usati dai Falisci (popolo dell’Etruria meridionale) e dagli Umbri (antico popolo italico). Fu attraverso questa direttrice che i Romani, a partire dal IV secolo a.C., iniziarono la loro espansione nella penisola italica. La Via Amerina venne percorsa anche dai primi martiri, che la utilizzarono per diffondere il cristianesimo sin dai tempi delle persecuzioni di Diocleziano. Santa Firmina, patrona di Amelia, fu uccisa dai prefetti dell’Imperatore.
La direttrice riacquisì una grande rilevanza strategica nel Medioevo, quando i Longobardi conquistarono la penisola istituendo i regni della Langobardia Maior, nell’Italia settentrionale, e della Langobardia Minor, nell’Italia centro-meridionale. Partiamo dalla Cattedrale di Perugia e raggiungiamo Deruta, nota sin dal XII per la produzione di maioliche. Interessante la visita al più antico museo italiano dedicato alla ceramica, istituito nel 1898. Camminando tra le campagne di Collazzone, dove morì il beato Jacopone da Todi, si arriva a Todi. Da Todi, passando per Avigliano Umbro, dove si trova la Foresta Fossile di Dunarobba (Patrimonio Unesco), si raggiunge Amelia.
Amelia, arroccata sul colle, è circondata da imponenti mura romane e medievali. Il borgo è dominato dalla torre decagonale dell’XI secolo, simbolo della città. Vicino alla torre c’è il Duomo, dove sono conservate le reliquie di Santa Firmina. Amelia deve il suo antico nome, Ameria, a un leggendario fondatore, il re Ameroe. Durante la dominazione romana Amelia godette di un periodo di magnificenza come dimostrano i resti di terme e le Cisterne romane e altri numerosi reperti esposti al Museo archeologico e alla Pinacoteca Comunale. Il reperto più interessante conservato nel museo è la statua bronzea di Germanico, di epoca romana. Germanico Cesare, principe designato all’Impero, morì a 34 anni nel 19 d.C. ad Antiochia in Siria al culmine della carriera politica e all’apice della popolarità. Il suo carattere, le sue capacità militari, lo resero idealmente l’unico degno di Augusto e successore designato del padre adottivo Tiberio. La moglie Agrippina ne riportò a Roma le ceneri, accompagnata dai figli, tra i quali il futuro imperatore Caligola, mentre Roma e tutte le città in lutto tributavano onori. Da visitare anche le Cisterne Romane, nei sotterranei di piazza Matteotti.

Una delle stanze dell'agriturismo L'Arte del Verde
Tappa all’agriturismo L'Arte del Verde
Sopraggiunge un discreto appetito. Ben consapevoli, dirlo è addirittura banale per quanto ovvio, che a cena ultimata sovviene il desiderio dolce del meritato riposo notturno, ci si concede quello che nell’ambito della ristorazione sta diventando un vero non ostentato lusso: cenare e pernottare nella stessa struttura. Pertanto, si prenota all’agriturismo (D&B de facto) L'Arte del Verde. Ad accoglierci i coniugi Mariella e Paolo Giulioli.
Ci viene assegnato l'appartamento Raio. Raio è il nome di una varietà di olivo autoctona della zona Amerina. Questa scelta di apporre il nome dell’olivo all’appartamento svela la grande passione che il patron Paolo ha per i suoi ulivi e per gli oli che ottiene dalla frangitura delle sue olive. Parliamo di circa duemila piantoni (piantoni è il nome qui diffuso per intendere la pianta dell’ulivo) di varietà, oltre alla succitata raio, moraiolo, frantoio, canino, ascolana. Cinquemila litri circa di olio. Comprendiamo, dai piacevoli conversari con Paolo, che parte saliente dell’attività della sua azienda agricola nel cui contesto è inserito l’agriturismo, è la produzione e la vendita diretta dei suoi oli.

La piscina dell'agriturismo L'Arte del Verde
Il menu dell’agriturismo L'Arte del Verde
La sua attuale clientela è costituita da buongustai provenienti da tutta l’Italia e, mediante spedizioni dirette, anche da compratori stranieri. A sentire parlare di prezzi, è roba quasi da non credere per quanto essi sono di commovente onestà. E con uno degli oli di Paolo facciamo subito ammirata conoscenza allorquando, confortevole e d’atmosfera il tavolo imperiale, ci si mette a tavola per la cena conviviale.

Spiedo all'agriturismo L'Arte del Verde
Difatti il lauto antipasto, di quelli che come da tradizione umbra sembra non debbano finire mai, comincia proprio con crostini di olio e…
E cosa altro?! Cosa altro dona l’Umbria al mondo oltre che l’olio (ed altro ancora). Cosa sortisce dal sottobosco?! Un diamante: il diamante dei sottoboschi umbri: il tartufo nero. Da solo, il meditato e gioioso assaggio di questi crostini varrebbe la sosta! Ma siamo solo all’inizio! Ancora, i fiori di zucca con acciuga cotti al forno. Ancora, tagliato generosamente al coltello, il prosciutto crudo ottenuto da maiali allevati allo stato brado da un amico di Paolo.
Memori che il km zero non deve costituire gabbia, al momento nei calici viene versato vino non umbro, bensì sannita: un ottimo e gagliardo spumante metodo classico ottenuto da uve falanghina, vendemmia 2017 sboccatura 2022 con 50 mesi sui lieviti. Una riserva de facto, sebbene ciò sia taciuto in etichetta. Questo metodo classico è fatto nell’azienda vitivinicola La Guardiense, a Guardia Sanframondi. Il Sannio è territorio la cui vocazione per gli spumanti è appena agli albori rispetto alle potenzialità. Si prosegue, siamo ancora all’antipasto, con saporite fave e con la tipica barbetta: guanciale, salvia e aceto.
Ai tavoli prevalenza di turisti stranieri: statunitensi ed Europa del Nord. Ci si capisce aldilà delle barriere di lingua: il cibo e il vino uniscono, non dividono!
La grande bravura della signora Mariella, già palesatasi con il pantagruelico antipasto, trova la sua saporita evidenza con un primo memorabile: tagliatelle con rigaglie di pollo (amico pollo che a breve riapparirà in tavola).
L’impasto delle tagliatelle è costituito da semola e farina metà e metà e da uova intere. Tutto qui! Si passa ai secondi, a cominciare da un piccione in salmì atto a far ricordare ai tantissimi che loro malgrado ne hanno perso memoria (quorum ego) cosa è il piccione e cosa è la preparazione del salmì. Il salmì canonico preparato dalla signora Mariella: gli odori e gli umori sono dati da aglio, cipolla, rosmarino e salvia. In aggiunta ad arrecare sapori: acciughe diliscate, capperi, olive fresche e paté di olive.
E nel calice? Prelevato da scrigno enoico, nel calice il Carbio Rosso Superiore Doc vendemmia 1999 ottenuto da sole uve merlot fatto dalla Cantina dei colli Amerini. Conosciamo il rituale della degustazione: il calice prima all’occhio, poi al naso, poi in bocca. Questa volta, verrebbe da farlo davvero (!) anteporremmo un passo: il calice all’orecchio. Sì, affinché addivenga suadente il racconto di questa storia unica di eccellenza qualitativa dei Colli Amerini. La longevità stupenda di questo vino lascia ben comprendere il potenziale del territorio.
Si diceva del pollo, le cui rigaglie hanno reso memorabile il primo. Rieccolo magistralmente cotto allo spiedo da Paolo. Anche in questo caso, parimenti a quanto ci è venuto in mente a proposito del piccione in salmì: assistiamo al recupero commovente di cosa è il pollo e di cosa è la cottura paziente e sapiente allo spiedo. Lo spiedo quello vero, con fuoco alimentato da scoppiettante ma non invadente brace da legno che arde.

Le torte della prima colazione dell'agriturismo L'Arte del Verde
Compimento degno, gioiosa la convivialità, con dolcetti tipici amerini: Ciambelline anice olio evo vino bianco, Tozzetti con nocciole, Crostata con marmellata di melangoli. I melangoli sono le arance amare. La marmellata la ritroveremo l’indomani a colazione. Con i melangoli, Paolo ci fa anche un olio squisito dal profumo delizioso e dal sapore piacevolmente spiccato. Nel calice, intrigante per quanto brioso, Anita, lo spumante dolce da uve aleatico fatto da Falesco.
La colazione all’agriturismo L'Arte del Verde
Che cena deliziosa e quale delizia nell’avere la consapevolezza che appena lo si vuole, ma c’è tempo, almeno fino a quanto Anita sarà nel calice, si va a dormire. Buonanotte poliglotta, sorrisi e il tempo del dormire arriva. Notte. Doviziosa la colazione dell’indomani mattina. Smart buys di oli e confetture nel grazioso shop interno alla struttura.

Colazione dell'agriturismo L'Arte del Verde
Da Amelia a Roma… il viaggio continua
Ci si accomiata dagli amici Mariella e Paolo; il viaggio, lento il ritmo, prosegue. Lasciata Amelia (ma è Amelia che non lascia noi) si cammina su un tratto dell’antica Via Amerina con il basolato perfettamente conservato. Si entra nel Lazio attraversando il Tevere, e si giunge così a Orte. Infine, superata Formello, si attraversa la Riserva Naturale dell’Insugherata e si arriva a Roma. Perugia dista da Roma, secondo indicazioni di attendibili mappe in rete, 190 km. Il tempo di percorrenza è stimato in 2 ore e 42 minuti. Il nostro cammino è stato lungo 220 km e il tempo di percorrenza è stato di 2 giorni. Ci piace così!
Agriturismo l'Arte del Verde
SS 205 Amerina 39/A - 05022 - Amelia (Tn)
Tel 333 653 2687