Roma caput mundi ancora tanta saggezza ci tramanda! Scherzosamente diremmo allora che il suo cinico e saggio monito “divide et impera” è da quasi un secolo applicato anche al suo litorale. Nel caso di specie, intendiamo la divisione tra i due litorali: il litorale nord e il litorale sud. Quello nord, a partire dalla pretenziosa Fregene fino alla piccola parte laziale della Maremma, ammicca gitanti e villeggianti proponendo esclusività. Quello sud, a partire dalla caotica Torvaianica fino ad arrivare al limitare del Circeo (esso escluso), si propone a gitanti e villeggianti proponendo inclusività: tutti insieme. La costa e poi, non proprio vicini ma visibili e fruibili, i Castelli: vanno bene le grigliate e va bene la porchetta. Va bene il vino dei Castelli. Gli scenari evolvono ed una graziosa e popolosa città costiera di quasi 50mila abitanti, Nettuno, nota soprattutto per Santa Maria Goretti e per lo sbarco degli Alleati nella vicina Anzio (gennaio 1944), diviene luogo attrattivo per veri buongustai. Grazie a chi? Grazie alla famiglia Villani e alla loro creatura: la “La Taverna di Bacco”.

La Taverna di Bacco, solo 6 tavoli
La Taverna di Bacco, 600 etichette di vino in cantina
Sul mare e/o vista mare?! No, proprio no! In pieno centro, graziosa sala indoor con cucina parzialmente a vista e opportuno dehors per le lunghe estati di questo litorale. Vista sulla piazza, così è! Perché questa taverna è di Bacco? Perché qui la cantina conta circa seicento etichette e soprattutto, aldilà della considerevole numerica, perché il governo della cantina è della patronne Lucia Villani, appassionata e competente sommelier.
La Taverna di Bacco, solo 6 tavoli per coccolare i clienti
Solo sette tavoli e comunque mai più di venti ospiti per ogni servizio. In sala la patronne Lucia Villani, dall’amica e cognata Francesca Catanzani, coadiuvata. Non si arriva a sessanta anni in due!
La Taverna di Bacco, in cucina chef Filipe Dos Santos
La cucina è affidata al talentuoso chef trentacinquenne di origini brasiliane Filipe Dos Santos che in Italia si è formato all’Alma per poi fare esperienze da Alajmo e Da Vittorio a Brusaporto (Bg). La sua è la cucina delle contaminazioni virtuose, eccessivamente banale definirla cucina multietnica dacché non di scontata sovrapposizione di ingredienti provenienti da diverse parti del mondo. Qui si scopre, saggiamente ai suoi suggerimenti attenendosi, la struttura culturale alla base delle riuscite creazioni dello chef.
Cosa di mangia alla Taverna di Bacco
Fine ottobre che a dire da mare… no, non è vero; però da spiaggia sì! E dopo il sole del primo giorno di ora… solare, il Sunday Lunch, il pranzo domenicale è a La Taverna di Bacco. Ci accoglie la patronne Lucia. Aperitivo insieme! Insieme ad intendere che lo chef Filipe ci fa compagnia e ci illustra, sapendo argutamente stare nel vago così rendendo sorprendente la successione delle portate, quanto degusteremo. Negli appropriati calici, giusto per avere idea di cosa ci aspetta non solo lato cucina ma anche lato cantina (!), il sontuoso Domaine De L’Ile Porquerolles Rosé 2019: delizioso, gradevolissimo. Nulla di civettuolo e di ruffiano, ma tanta ma proprio tanta esuberante personalità! Domaine de L'Ile - Porquerolles Rosé 2020, un vino elaborato dalla prestigiosa ed emblematica maison francese Chanel nelle isole di Hyères della Riviera francese Quanto deliziose e maliarde le note saline: ma siamo sul litorale meridionale della costa laziale oppure siamo nelle isole di Hyères in territorio provenzale?! In squisito appoggio, ancora di aperitivo trattasi dacché gli antipasti sono di là da venire, ben fatta Animella impanata e fritta, e poi Gambero rosso, umeboshi e foglia di shiso e poi, il palato a gusto diverso ancora commutando, Tartelletta con funghi porcini, nocciole e ginepro. Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino… Ancora il maliardo Domaine de L'Ile - Porquerolles Rosé 2019 sovraintende alla degustazione di un memorabile trino antipasto: Carpaccio di cernia, carote e curcuma; Merluzzo, cozze e cavolfiore; Cappuccino di spuntature, polenta e pecorino. Si diceva di contaminazioni virtuose, vero!? Eccoci, ci siamo! Lodevoli i tempi e i ritmi del servizio.
Merluzzo, cozze e cavolfiore
1/6
2/6
Cappuccino di spuntature, polenta e pecorino
3/6
4/6
Zucca, amaretto e mandarino
5/6
Carpaccio di cernia, carote e curcuma
6/6
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È tempo giusto per il primo dei due primi: Riso Acquerello con calamari, cicale di mare e cumino. Ma chi mai, diciamocelo, avrebbe sagacemente introdotto il cumino in un risotto che doveva solo “sapere di mare”?! Nulla da eccepire: Filipe sa bene come non far litigare l’audacia con la tecnica di cottura. Bravissimo!
A seguire, dalla terra: Ravioli ripieni di fagiano, rapa rossa e cavolo toscano. Il giuochino adesso è di Lucia: cosa ci va nel calice? E nel calice, abbinato ai due primi piatti, c’è andato Chardonnay “Al Poggio” Castello di Ama 2022. Vigneti di chardonnay posti in alta collina, affinato prima in barrique e poi in acciaio: tecnicamente perfetto, ha anche la sua anima: emoziona!
A concludere sì squisito Sunday Lunch il dolce: Zucca, amaretto e mandarino. La mescolanza sapiente, la profonda conoscenza delle tecniche di cucina in simbiosi con ammirevole competenza di cibi non solo locali, mirati guizzi creativi: tutto ciò è sintesi felice del sorprendente chef carioca. Prezzi di encomiabile onestà.
La taverna di Bacco
Largo Luigi Trafelli 5 - 00048 Nettuno (Rm)
Tel 366 9053795