Quando si afferma che Napoli è città che sa essere sia splendore mediterraneo sia austera bellezza mitteleuropea, se ne può aver riprova passeggiando lungo via Filangieri, che della preziosa dicotomia costituisce affabile cerniera. Si va in su, e allora ci si addentra in Mitteleuropa; si va in giù e… e noi andiamo in giù, scendendo lungo i gradini Bausan. A percorrerli tutti si arriva alla Villa Comunale e quindi al lungomare; perciò, più mediterraneità di così. A percorrere solo la prima rampa, voltando a destra, si arriva a piazzetta Ascensione, nel cuore del famoso quartiere Chiaia. E se è vero, ed è vero, che Chiaia è il cuore di Napoli, allora, a ragion veduta, si può affermare che siamo nel cuore del cuore di Napoli.

Vista sulla città di Napoli (sullo sfondo il Vesuvio)
Il gioco del lotto come filosofia di vita
I napoletani hanno consuetudine con gli scherzi della sorte, ben consapevoli che la beffarda sorte, sovente maligna, sa comunque essere generosa di suo: una generosità insita nell’essere sorte. E perché? Già, e perché? Perché nell’affidarsi alla sorte si contempla un paradigma fondamentale del vivere: la speranza. Si gioca al lotto confidando nella buona sorte. E se non ho vinto questa volta, e che sarà mai, andrà meglio la prossima volta. Luciano De Crescenzo definì il giocare al lotto la tassa sulla speranza. E paghiamola, questa tassa! Tutto ciò per dire che a Napoli il lotto permea la vita quotidiana.

Gigi Crispino e Gennaro Natale
Esercizio ludico volto a interpretare ciò che ci riguarda e ci capita, a leggerlo in chiave onirica e a trasporlo in numeri. Numeri da 1 a 90. La giocata a più alta probabilità di vincita, e quindi anche quella che comporta vincite pressoché irrisorie, è l’ambo. E poteva non sovvenire in mente fertile l’assonanza di “amb” con “Hamb…urger”? Da qui il “perché no” creativo: perché non assimilare la ricevitoria del lotto a una “hamburgheria”? Ricevitoria, dunque, ma del panino!
Hambo: la ricevitoria del panino
Per il progetto Hambo, di cui qui raccontiamo, gli ideatori Gigi Crispino e Gennaro Natale hanno riunito una squadra di artigiani eccellenti. Il pane è stato studiato da Carlo Di Cristo, il professore dei lievitati, che ha messo a disposizione la sua competenza anche per il comparto gluten free. Le carni sono state selezionate da Mirco Scognamiglio e Sabatino Cillo. Vincenzo Egizio fornisce gli ortaggi e le verdure. Locale minuscolo: il banco (e sennò che bancolotto sarebbe), tavoli all’esterno, servizio fai da te. Domanda legittima: come si gioca? Che poi diventa: come si mangia? L’originale proposta è articolata in panini vincenti, giocate multiple e ruote del lotto. Le giocate multiple sono quattro: Hambo, Thernò, Quatherna e Quinthina, e possono essere ordinate anche in combinazione sotto forma di menu più conveniente definito “giocata multipla”. In queste giocate, va da sé, protagonista è l’hamburger. Inoltre, ci sono le dieci ruote del gioco del lotto. A ogni ruota corrisponde un panino, disponibile anche in versione gluten free, ispirato alle tradizioni gastronomiche della città/ruota o comunque del suo pertinente territorio.
Se nel “N4poli” il protagonista è l’hamburger di salsiccia, nel “Palermo” è il tonno panato nel mais. Nel “Roma” c’è la porchetta e nel “Venezia” il baccalà in doppia cottura. Milano è rifugio dei vegani con hamburger di polenta ai funghi porcini. La ruota di Torino regala la versione dolce: brioche dolce al gianduia e caramello. Tutte buone, le dieci ruote. Tra gli starter, in aggiunta alle classiche patatine tagliate fresche, è disponibile una versione tutta fatta in casa del bao con la pancia di maiale. Meritoria anche l’attenzione all’impatto ambientale, con l’impiego esclusivo di materiali compostabili. Non ci si esenta dal consigliare l’ambo vincente: 49 e 50. Il 49 è il pezzo di carne che funge da lussuoso companatico al 50, che è per l’appunto il pane. Su tutte le ruote, da giocare, come da prassi, per tre volte.
Via Ascensione 7 80121 Napoli