Menu Apri login
 

Quotidiano di enogastronomia, turismo, ristorazione e accoglienza
venerdì 14 novembre 2025  | aggiornato alle 21:42 | 115747 articoli pubblicati

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

MeatCrew, progetto di Massimo “Mocho” Novati, porta in Italia la vera “American Burger Culture” con quattro locali tra Milano e Como. Atmosfere da diner, dettagli curati e autenticità ne fanno un’esperienza unica. Tra smash burger, chili cheese fries, mac’n’cheese e milkshake al bacon, ogni ricetta riflette la passione di Mocho per i sapori americani reinterpretati con gusto personale.

di Manuel Del Vecchio
Giornalista
04 novembre 2025 | 07:30
Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura
Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

MeatCrew, progetto di Massimo “Mocho” Novati, porta in Italia la vera “American Burger Culture” con quattro locali tra Milano e Como. Atmosfere da diner, dettagli curati e autenticità ne fanno un’esperienza unica. Tra smash burger, chili cheese fries, mac’n’cheese e milkshake al bacon, ogni ricetta riflette la passione di Mocho per i sapori americani reinterpretati con gusto personale.

di Manuel Del Vecchio
Giornalista
04 novembre 2025 | 07:30
 

Per parlare di MeatCrew non si può che iniziare da Mocho, uno dei fondatori e uomo immagine del progetto, e dal sottotitolo che accompagna l’insegna dei quattro locali aperti tra Milano e Como: “American Burger Culture”. La cultura americana degli hamburger. Ma come, con tutto il ben di Dio che ci mette a disposizione l’Italia, enogastronomicamente eccellente da nord a sud, c’è davvero la necessità di portare nel Belpaese abitudini e ricette di chi fa del junkfood, nell’immaginario collettivo, il suo cavallo di battaglia? La risposta, a prescindere da MeatCrew, Mocho ed i suoi hamburger, è assolutamente sì. La bellezza dello sperimentare, del conoscere e di uscire dalla propria zona di comfort dovrebbe essere un qualcosa che prima o poi tutti dovrebbero provare nella vita: è alla base di ogni percorso culinario, personale e non, che si rispetti.

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Mocho (foto Alex Alberton)

Massimo Novati, in arte Mocho, ne fa uno dei suoi obiettivi personali: «Importantissimo. Tutte le idee che ho sui menu vengono dall’assaggio, dalla sperimentazione, e infine dal provare a mettere in pratica quello che ho assaggiato rivisto tramite il mio gusto. Quindi è assolutamente importantissimo. In una scala da uno a dieci? Dodici. Siamo concentrati sull’offrire un’esperienza vera. Da MeatCrew non vieni per mangiare l’hamburger alla carbonara, vieni per provare il pollo fritto, per mangiarti l’Oklahoma (Doppio Patty da 90 grammi con cipolla smashata, American Cheese, Bacon Super Crispy, pickles, ketchup e senape Heinz, ndr), per mangiarti l’hamburger. Vieni per mangiarti l’America. E questo è quello che interessa chi ci segue perché è appassionato degli States, è appassionato nello scoprire cos’è veramente “l’American Burger Culture”. È il nostro motto ed è quello che spingiamo, e penso che è quello che la gente voglia. Ti faccio un esempio: ci lamentiamo quando andiamo a mangiare la cucina italiana in America ed è totalmente diversa. La carbonara è con la panna, il pollo ed i peperoni ad esempio. Ed è la stessa cosa di quando in Italia provavamo a fare l’hamburger con la burrata e il pomodorino confit. La gente invece vuole assaggiare il vero hamburger”.

USA, che passione. Dai viaggi a MeatCrew, il sogno di Mocho

Entrando da MeatCrew, a Milano ci sono tre punti vendita, a Como uno, è impossibile non recepire quello che questo progetto vuole comunicare. Un’adorazione quasi religiosa per gli Stati Uniti, da nord a sud, e la loro cultura culinaria. Mocho racconta la nascita della sua passione: «Ho fatto un viaggio da bambino a Miami, avevo più o meno dieci anni. E per la prima volta ho assaggiato le Chili Cheese Fries, che sono le patatine che abbiamo a menu e sono le mie preferite. E lì ho mangiato un hamburger che veramente… Ne avevo mangiati anche prima in Italia, ma mangiare un hamburger in America è stato sconvolgente. Mi sono detto che era tutta un’altra roba rispetto a quello che avevo mangiato in Italia. L’effetto è stato quello “Wow”. Mi sono appassionato, Miami mi ha colpito per i palazzi, i negozi giganti, gli hamburger… Io sono nato e cresciuto in un paesino di duemila persone nella Brianza, capisci che è stata una rivelazione. Sono stato folgorato sulla via di Damasco, è stato un po’ così». Ed è proprio questa passione a fare la differenza: negli ultimi anni quante sono state le attività ristorative aperte sulla scia dell’hype di un content creator? Parecchie. Quante sono riuscite a mantenere alto l’interesse e a fidelizzare il proprio pubblico grazie a quello che offrono e non per chi le pubblicizza? Probabilmente si possono contare sulle dita di una mano.

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Mac'n'cheese burger di MeatCrew

MeatCrew è tra queste, così come dimostrano le aperture in serie negli ultimi mesi: solo nel 2025 sono stati inaugurati gli store di Via Melzo (Milano), Viale Restelli (Milano, che va a sostituire quello di via Carmagnola) e di via Cesare Cantù (Como). Un’ascesa che sembra inarrestabile, ma non senza errori e difficoltà: «Quanto è stato difficile entrare in questo nuovo mondo? Difficilissimo, il ristoratore non l’ho mai fatto. So invece cosa vuol dire fare l’imprenditore perché ho l’esempio di mio padre e quindi da quel punto di vista le responsabilità le conoscevo, soprattutto quando magari hai 60-70 persone che dipendono dal tuo lavoro. È complicato, molto complicato: è un ambiente che non conoscevo, ma anche dal punto di vista dell’organizzazione in cucina. Fare gli hamburger a casa per i tuoi quattro amici è un conto, fare ventimila hamburger al mese è un’altra storia. Ci sono tutte una serie di complicazioni in qualsiasi ambito e qualsiasi numero, anche minimo, diventa importantissimo. Ogni centesimo conta, come mi piace dire, ogni hamburger conta. È un approccio complicato però mi sta piacendo, mi sta insegnando tante cose e quindi sono contentissimo».

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Mac and cheese di MeatCrew

Anche perché ad oggi i numeri ed il trend del progetto in generale stanno dando ragione a Mocho, che racconta così il suo modo di prendere le cose: «Come dico sempre, work in progress (sorride, ndr). Non sappiamo mai cosa può succedere da un giorno all’altro. Sono stati due anni e mezzo in cui è successo di tutto. Quando abbiamo aperto l’azienda era un’e-commerce che vendeva bistecche. Nel giro di due anni e mezzo siamo diventati un fast food con quattro locali in Italia. A me piace questa cosa: faccio dei piani ma sono sempre pronto a sconvolgerli da un momento all’altro in base a quello che sono le opportunità che ci si parano davanti. Aprire a Como ad esempio è stato inaspettato, un'ipotesi che non era nemmeno valutata, ci è capitata l’occasione, abbiamo messo insieme i pezzi ed è andata bene. Cerco di pianificare e allo stesso tempo di stare attento alle opportunità che arrivano; soprattutto cerco di non essere mai quello che non cambia mai idea. Abbiamo cambiato idea e sono successe mille cose. Prendo quello che viene».

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Il Donut Burger, un'edizione limitata di MeatCrew

Sapori decisi e gusti unici: il menu di MeatCrew

Se l’appetito vien mangiando, e da MeatCrew si mangia tanto e bene, imprenditori lo si diventa imparando strada facendo. Mocho, però, è legato così visceralmente a questo progetto che ha proposto, propone e continuerà a proporre ricette e idee personali. C’è enorme ispirazione da quello che ha vissuto nei suoi tanti viaggi negli States, ma il tutto è reinterpretato secondo il suo gusto personale. Il risultato: abbinamenti particolari, a volte quasi “eretici”, ma tutti incredibilmente unici. Chi entra e ordina una porzione di Chili Cheese Fries resta sempre sorpreso da questi sapori, piacevoli ed avvolgenti, che probabilmente non aveva mai sentito prima. Provare per credere. Piccolo spoiler: nel chili, cucinato secondo ricetta quasi-segreta di Mocho, ci sono almeno un paio di ingredienti non convenzionali. 

Ogni abbinamento, ogni prodotto, ogni nuova idea rispecchia l’identità forte e precisa di Massimo, bravissimo a trasferire in un progetto che ha preso il largo i suoi gusti personali, trovando infine riscontro, e quando si parla di ristorazione è evidentemente una delle sfide più difficili, in un pubblico vastissimo. Ma alla fine, stringendo, cos’è che propone MeatCrew? Principalmente smash burger (la polpetta di carne viene schiacciata durante la cottura su piastra rovente per sviluppare una reazione di Maillard estrema), hotdog, patatine fritte (da patate fresche tagliate a mano), contorni inconsueti e dolci particolari: 

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Smashburgers e fries da MeatCrew

I panini di MeatCrew

Il menu, che oltre al panino comprende un contorno e una bibita free refill in pieno stile USA, ha al suo interno alcuni capisaldi come il Crispy Double Smash (Doppio Patty da 90 grammi, cipolla alla griglia, American Cheese, bacon super crispy e Mocho’s Burger Sauce), l'L.A. Double Smash (Doppio Patty da 90 grammi, American cheese, insalata, pomodoro, cipolla cruda e Mocho’s Burger Sauce) o il Mac'n'Cheese (Doppio Patty da 90 grammi, American Cheese, Bacon Super Crispy, maccheroni al formaggio, pickles e Mocho’s Burger Sauce), a cui si aggiungono new entry continue e diversificate. Ogni cambiamento di menu ha un tema: mentre scriviamo queste righe c'è un omaggio a New York e ai sapori iconici della Grande Mela come il Minetta (Doppio Patty da 90 grammi, American Cheese, Fancy Maio, Cipolla Caramellata), il Chicken Parm (Tenders di Pollo Fritto, Salsa Marinara, Pesto, Parmigiano e Prezzemolo) o la proposta vegetariana Meatballs (Polpette Beyond, Salsa Marinara, Parmigiano e Prezzemolo).

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

LA Double Smash di MeatCrew

Sides, starters ed i dolci di MeatCrew

I contorni si limitano alle patatine tagliate a mano e fritte alla perfezione? No di certo. Oltre alle varianti delle varie fries (Chili cheese, Bacon, Spicy) ci sono i Chicken Tenders, fatti con un pollo marinato che offre un risultato succoso e soddisfacente, e i Mocho's bites, piccole pepite di mac'n'cheese, bacon e jalapeno impanate e fritte. Non può mancare il classico Mac'n'cheese, riproposto nel suo utilizzo originale (negli USA è spesso considerato un contorno), così come non si può non chiudere in bellezza con il Banana Pudding: dolce reso famoso da Magnolia Bakery a New York e che vale la pena assaggiare. Una sorta di budino cremoso alla banana con all'interno pezzi di banana e biscotti: è uno dei must di MeatCrew. E infine non si può non citare il famoso milkshake. Ci limitiamo a scrivere che in ogni negozio campeggia la scritta sul muro: "Casa è quel posto in cui puoi aggiungere il bacon al tuo milkshake". Tanto eretico quanto sorprendente.

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

I Chili Cheese Bites di MeatCrew

Mocho racconta il menu di MeatCrew

Tanti nomi particolari e ingredienti inusuali. Ma niente paura, Mocho ci tiene a raccontare il suo menu e spiegare come nasce: «Il menu in questo momento è composto così: innanzitutto sono le “Crew Legends”, chiamerei così i nostri intoccabili che sono l’LA, il Crispy, il Mac’n’cheese e l’Oklahoma, i nostri classici, i nostri quattro panini più venduti. Sono dei tributi a panini super classici: il Crispy è un bacon cheeseburger, l’LA è il “double double” di In’n’Out che è il mio panino preferito e non è nient’altro che un cheeseburger con pomodoro, insalata e cipolla. L’Oklahoma (Doppio Patty da 90 grammi con cipolla smashata, American Cheese, Bacon Super Crispy, pickles, ketchup e senape Heinz, ndr) è un panino che negli ultimi anni ha vissuto un mega revival anche negli States: è un panino super povero che viene dalla tradizione degli USA e che sta vivendo una seconda giovinezza. Il Mac’n’cheese burger è un panino che secondo me ci rappresenta in pieno e che secondo me non fa nessuno. Un burger con i maccheroni al formaggio dentro è una roba un po’ forte, no? E infatti è uno dei nostri prodotti più venduti: è quello che dicevo, no? Vieni per provare veramente cosa vuol dire l’esperienza americana, il Mac’n’cheese burger rappresenta pienamente questa cosa qui»

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Il Banana Pudding di MeatCrew

«Per quanto riguarda gli special prendiamo la nuova New York Collection. Innanzitutto è una scusa per raccontare uno spaccato dei viaggi, di quello che ho visto e quello che ho assaggiato. New York è sicuramente la città che ha più fascino verso gli italiani. L’ho vissuta tanto, l’ho girata tanto e ho mangiato tanto. Questa collection è un mini viaggio tra le strade di New York e la racconta attraverso il cibo. Si parte da Greenwich Village con il Minetta Burger (Doppio Patty da 90 grammi, American Cheese, Fancy Maio, Cipolla Caramellata, ndr), poi c’è 7th Street Burger che al momento è l’hamburger più in hype di New York. C’è il Banana Pudding come tributo a Magnolia Bakery… Ci sono il Meatball Sandwich e il Chicken Parm che sono storici nella cultura italo-americana. È un viaggio, no? Questa cosa mi piace tantissimo, soprattutto per stimolare le persone a venire a provare, ad assaggiare cose che sono limitate: durano un tot di tempo e poi cambiano sempre. Mi piace tantissimo cambiare». Massimo ci svela una piccola anticipazione su un qualcosa che potrebbe arrivare in futuro. Noi gli abbiamo chiesto se c'è qualcosa che non è ancora riuscito a portare e lui ha risposto così: «Sì. Uno è il Cuban Sandwich. Mi piacerebbe tantissimo portarlo. Non ho ancora capito il modo in cui farlo, ci sto provando. Quello mi piacerebbe veramente tanto. Ma dico solo questo, il resto lo tengo come sorpresa».

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Massimo Novati, in arte Mocho (foto Alex Alberton)

E non si nasconde quando è il momento di raccontare qual è la sua ispirazione massima, quel posto che gli ha fatto scattare la scintilla: «In’n’Out è stato il fast food che più mi ha mostrato cosa vuol dire creare una legacy, un’eredità. Molto più che un brand. Sono stato all’evento per il compleanno di In’n’Out e ho visto le persone innamorate del brand e del legame con il brand. È quello che un giorno mi piacerebbe riuscire a fare con MeatCrew, sto lavorando per quello. Come dico sempre: non può essere solo cibo, ci deve essere qualcosa in più. E quel legame secondo me è veramente qualcosa di speciale che loro sono riusciti a creare. Spero di riuscire a fare qualcosa del genere».

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Chili Cheese Fries di MeatCrew

MeatCrew, lo stile dei locali ricorda i diner americani

I locali sono un mix di luoghi, usanze e tradizioni a stelle e strisce condensati in pochi metri quadrati. Le sedute non sono molte e a volte capita di dover fare la fila per potersi accomodare e consumare (a più di due anni dall'apertura c'è sempre tanto entusiasmo), ma lo stile è assolutamente centrato e iconico. In ogni store campeggia la scritta gigante "Devastante", vero marchio di fabbrica di Mocho e di MeatCrew. I tavolini ricordano quelli dei diner, in un mix tra nostalgia e semplicità. C'è spazio per un'area dedicata ai tanti souvenir che Massimo ha riportato dai suoi viaggi in USA: libri, giochi in scatola, giocattoli, fotografie, confezioni di snack e via discorrendo. Gli spazi non sono enormi ma ben ottimizzati, con un personale di sala attento e gentile, sempre pronto a soddisfare le esigenze dei clienti: nella sua totalità è un ambiente con il suo stile ben definito e riconoscibile, oltre che accogliente e pulito. Non scontato per un luogo ampiamente e lungamente frequentato nel corso del suo orario di apertura. Ci sono poi piccole chicche, messe sia per il divertimento di Mocho che come easter egg per chi lo segue sui vari social: vari quadri giganti di Massimo in compagnia della sua amata cagnolina Maggie.

Come avrete avuto modo di capire leggendo questo pezzo Massimo non è una persona che ama rimanere con le mani in mano, ed è sempre alla costante ricerca del miglioramento: «Secondo me siamo migliorati molto nella standardizzazione della qualità. La gente è preoccupata dal fatto che crescendo la qualità possa diminuire perché c’è sempre questa cosa del “fatto in casa” che è sempre meglio. Fatto in casa però tante volte vuol dire che le cose non sono uguali e quindi può essere buono oggi e meno buono domani. Invece riuscire ad avere la qualità ottima tutti i giorni è l’obiettivo di un locale: lavorare bene, al massimo, tutti i giorni. Aumentando i numeri ti si aprono delle possibilità che non hai quando hai numeri piccoli: secondo me stiamo lavorando molto bene da quel punto di vista».

Mocho e la sua America: con MeatCrew l’hamburger diventa cultura

Il Pastrami Sandwich di MeatCrew

E alla domanda su come si vede tra cinque anni inizia a sognare: «Tra cinque anni… Non lo so. Spero di essere l’italiano che è riuscito a portare gli hamburger in America. Sarebbe molto divertente». Lui intanto continua ad essere un appassionato di quello che fa: «Imprenditore o un romantico? Sicuramente un imprenditore perché la realtà che abbiamo messo in piedi è una realtà da venditori. Detto ciò, io sono un grande innamorato del cibo ed una cosa non esclude l’altra. Se devo metterla sul passionale, che io sono uno così, poco pragmatico e tanto sognatore, sono un amante del cibo. Principalmente».In questo potpourri di sapori particolari, colori sgargianti e abbinamenti fantasiosi c’è un ragazzo autentico, genuino e sincero: Massimo. Per gli amici e per chi apprezza il suo modo di vedere la cucina, Mocho.

Viale Francesco Restelli 3 20124 Milano
Tel +39 02 0994 5259
Lunedì-Domenica 12:00-23:00

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
Voglio ricevere le newsletter settimanali
       


Beer and Food
Beachcombers
CostaGroup
Lucart

Beer and Food
Beachcombers
CostaGroup

Lucart
Consorzio Asti DOCG
Molino Pasini