C’è una parola che riecheggia quando si parla di Holy Food, la piccola bottega-gastronomia nel cuore di Terni: resistenza. Non nel senso “violento” del termine, ma come pratica quotidiana di scelta, consapevolezza e cura. Resistenza a un sistema alimentare che privilegia lo sfruttamento delle campagne, i ritmi insostenibili, la standardizzazione del gusto e la perdita di relazione tra chi produce e chi trasforma. Resistenza alla considerazione del cibo come mero strumento per sopravvivere.

La vetrina della Bottega Holy Food
Holy Food: bottega ternana dall’anima “fuorisede"
Holy Food nasce nel 2017 da un’idea di Lalla, ragazza originaria di Bergamo che a Terni si ritrovò come studente fuorisede. Dal 2019 è affiancata da un’altra socia, Federica, originaria di Mantova, per formare una coppia del nord che ha voluto puntare e investire su Terni. Non una scommessa da poco, con un negozio sicuramente “sui generis”. Per filosofia, pensiero e proposta.

L'interno di Holy Food
Holy Food richiama, nell’estetica, un po’ una bottega alimentare d’antan, con un banco gastronomico dove tutto è preparato la mattina stessa. Non è un ristorante, sia chiaro, ma una “bottega resistente”, come la definiscono loro: un luogo in cui la spesa, il pranzo e il dialogo si incontrano. La cucina non ha gas – solo forno e piastra a induzione – e le lavorazioni sono minime, per rispettare il valore intrinseco delle materie prime: verdure e legumi del territorio, vini e formaggi di piccoli produttori locali, carni provenienti solo da allevamenti etici e conosciuti.

La filosofia, la mission di Holy Food
La filosofia è chiara: «Devo conoscere chi coltiva - dice Federica, cuoca - chi alleva, chi trasforma. Non mi basta un bollino biologico, voglio sapere come lavora». Tutto ruota attorno a un rapporto diretto con la filiera, costruito nel tempo e basato sulla fiducia reciproca. Piccoli numeri, per poter star dietro a tutto il processo di selezione prima, di lavorazione poi.
Verdure e stagionalità: la cucina consapevole di Holy Food
Da Holy Food le verdure sono protagoniste assolute, non contorni marginali: piatti che mettono in luce la biodiversità e la stagionalità, con un menù che cambia ogni giorno in base a ciò che offre l’orto. Riso, legumi, verdure cotte o crude, brisée e lasagne vegetariane: piatti semplici ma profondamente pensati, che valorizzano la materia prima senza sovraccaricarla di lavorazioni.

Torta alla frutta biologica di Holy Food
La cucina è anche educazione spontanea: il contatto quotidiano con i clienti diventa occasione per parlare di stagionalità, di differenze tra prodotti industriali e contadini, di rispetto per il tempo e per la terra. La consapevolezza alimentare parte, prima di tutto, dalle scelte che si fanno.
Menu e piatti iconici: dalle brisée alle ciotole di riso gourmet
Niente formalisti qui. Il menu è una lavagnetta appoggiata a terra, di fronte al bancone, con i piatti che ruotano in continuazione in base a ciò che si ha. Lasagne, immancabili, così come preparazioni a base di ceci (una delle specialità, l’hummus con focaccia di grani antichi), ma anche gli stessi legumi serviti in una scodella accompagnati dal riso e aromatizzati al latte di cocco.

Hummus di ceci di Holy Food
Una reinterpretazione dell’avocado toast, chiamato “avocado tosto”, dove il frutto non arriva dall’altra parte del mondo, bensì da una piccola coltivazione calabrese. Pane bruscato e uovo a completare il tutto. Una ciotola di riso che richiama le moderne “pokè”, ma con tutti ingredienti selezionati, ritra verdure a scelta e salsa guacamole homemade. Ci sono poi le briseè: una ripiena con mix di verdure, l’altra con ricotta, ravizzoni e noce moscata.

La sala di Holy Food, dove è possibile consumare direttamente ciò che si sceglie dal bancone
Non solo in loco. Holy Food è parte di un ecosistema agroecologico locale, fatto di produttori, artigiani e realtà culturali con cui costruisce relazioni continue. Da questa rete è nata anche la cassetta settimanale di ortaggi, una sorta di piccolo gruppo d’acquisto dove i clienti ricevono cassette da 10, 15 o 20 euro di verdure stagionali “a sorpresa”, salvo allergie. Un modo concreto per riportare il consumatore a contatto con la stagionalità e la biodiversità, e per sostenere chi lavora la terra con rispetto.
Scelte etiche e impegno sociale
La sostenibilità, per Holy Food, non è solo ambientale ma anche umana: il locale è chiuso sabato e domenica, per rispettare la vita privata delle persone che ci lavorano. Resistere significa anche questo: non sacrificare la propria esistenza al lavoro, ma trovare equilibrio e senso.

La torta alla crema firmata Holy Food
Dal 2024 la bottega aderisce anche al progetto Cooking for Gaza, devolvendo parte del ricavato di alcuni piatti e dolci a un’associazione che fornisce soccorso sanitario nella Striscia di Gaza. Un gesto politico e umano insieme: “Il cibo non può essere usato per affamare i popoli, ma deve diventare strumento di emancipazione”, affermano qui.
Via Francesco Angeloni 57/A 05100 Terni
Mar, Gio e Ven 11:00-21:00, Lun e Mer 11:00-15:00 e 18:00-21:00, Sab 11:00-17:00