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domenica 14 dicembre 2025  | aggiornato alle 23:33 | 116318 articoli pubblicati

Château Monfort veste l’inverno di Milano tra storia liberty, fiaba urbana e tavole delle feste

Un palazzo del 1903 si trasforma in un rifugio natalizio nel cuore della città, tra camere ispirate all’opera, cucina d’autore, brunch domenicali, menù del 25 dicembre e un Capodanno costruito come un grande racconto d’inverno

 
14 dicembre 2025 | 17:30

Château Monfort veste l’inverno di Milano tra storia liberty, fiaba urbana e tavole delle feste

Un palazzo del 1903 si trasforma in un rifugio natalizio nel cuore della città, tra camere ispirate all’opera, cucina d’autore, brunch domenicali, menù del 25 dicembre e un Capodanno costruito come un grande racconto d’inverno

14 dicembre 2025 | 17:30
 

Château Monfort vive il suo momento migliore quando Milano entra nella stagione delle luci, del freddo secco e delle vetrine addobbate. Corso Concordia rimane appena discosto dalla frenesia di San Babila, a distanza di passeggiata dal Duomo, da Palazzo Reale, dalla Scala e dal Quadrilatero, eppure l’ingresso di questo boutique hotel cinque stelle sembra aprire un capitolo a parte rispetto alla città che lo circonda, una parentesi fiabesca in pieno inverno urbano. L’idea di “Urban Château” prende forma già sulla soglia, con il portone che introduce in un palazzo Liberty di inizio Novecento, decorato dall’architetto Paolo Mezzanotte, il progettista della storica sede della Borsa in piazza Affari, oggi trasformato in dimora di charme Relais & Châteaux, prima e unica destinazione hotellerie milanese selezionata dall’associazione.  Il mese di dicembre accentua questa vocazione teatrale, le decorazioni natalizie dialogano con gli stucchi liberty, la luce calda delle sale filtra sulla strada e accompagna gli ospiti verso un castello cittadino che immagina la fiaba nella lingua contemporanea dell’hôtellerie di lusso.

Château Monfort veste l’inverno di Milano tra storia liberty, fiaba urbana e tavole delle feste

Château Monfort: l‘allestimento di Natale dello scorso anno

Dal palazzo liberty a château cittadino

La storia dell’edificio spiega molto della sua atmosfera attuale. Il palazzo risale al 1903, fase alta del Liberty milanese, e nasce come residenza borghese in una zona che oggi appartiene al cuore geometrico della città ma che conserva ancora scorci discreti, cortili interni e facciate ornate con discrezione. Il restauro che ha dato vita a Château Monfort ha seguito un piano di recupero fedele alle architetture originali, con un lavoro attento sulle decorazioni firmate da Mezzanotte e una regia d’interni che lascia emergere la struttura storica senza trasformarla in museo, bensì in cornice viva per una narrazione diversa stanza dopo stanza.

Château Monfort veste l’inverno di Milano tra storia liberty, fiaba urbana e tavole delle feste

Château Monfort: la facciata esterna

L’urban château di Planetaria tra fiabe e suite

L’hotel entra nella galassia Planetaria Hotels e, dal 2013, nella famiglia Relais & Châteaux, con una vocazione dichiarata per una forma di ospitalità che unisce carattere, charme, cura del dettaglio e centralità della tavola, in linea con il manifesto dell’associazione.  L’idea di fondo rimane quella di un castello neoromantico in città, dove il mondo dell’opera e delle fiabe informa le camere, le suite e gli spazi comuni, fino a comporre una scenografia che in periodo natalizio accentua le tonalità più intime e romantiche. Le 77 camere e suite rappresentano la parte più esplicita di questa scelta estetica, con ambienti ispirati a favole e opere, arredi su misura disegnati per incidere nella memoria del viaggiatore, pavimenti in parquet, luci morbide, dettagli rétro rivisitati in chiave contemporanea.

Château Monfort veste l’inverno di Milano tra storia liberty, fiaba urbana e tavole delle feste

Château Monfort: la suite Cenerentola

Bar, cantina e spa creano la scenografia d’inverno

L’impianto decorativo costruisce quadri luminosi durante il giorno e ambienti raccolti nelle serate d’inverno, quando chi rientra dallo shopping natalizio in centro trova un salotto che sembra prolungare la fantasia delle vetrine in una dimensione più domestica e cinematografica. Il Lounge Bar Mezzanotte occupa l’antico cortile, oggi coperto da una cupola di vetro che regala una veduta privilegiata sulla chiesa del Sacro Cuore ai Cappuccini, con il bancone d’epoca, le colonnine, le patinature in rame e un orologio Eberhard pensato apposta per questo spazio, scenario ideale per aperitivi di auguri, tè caldi pomeridiani, calici di bollicine prima di una cena di festa.

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Château Monfort: Spa Amore e Psiche

A pochi passi, la Cella di Bacco offre un ambiente ipogeo con volta in mattoni e cancellata ottocentesca originale, luogo adatto a degustazioni, cene intime e piccoli eventi privati. Nel piano inferiore pulsa la Spa Amore & Psiche, centro benessere con piscina di acqua salata, percorso Kneipp, sauna svedese, bagno turco, docce emozionali con cromoterapia, area relax e una suite riservata con vasca idromassaggio e bagno turco privati, ideale per coppie o per chi cerca un intervallo di quiete durante i giorni più intensi dell’anno.

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Château Monfort vive il suo momento migliore a dicembre

Rubacuori il cuore gastronomico di Château Monfort

Il Rubacuori rappresenta il centro gravitazionale della vita dell’hotel, il luogo in cui l’idea di château urbano diventa tavola apparecchiata e luce radente sui piatti. Prima ancora del menu colpisce la geografia delle sale, disposta come una piccola sequenza teatrale, con la Sala del Rubacuori che introduce subito un tono dichiaratamente romantico attraverso i tavolini a specchio, le sedute dal profilo arrotondato, i colori chiari che assecondano la luce del mattino e quella più morbida della sera, mentre l’Alcova raccoglie divani morbidi e linee rétro, adatte a cene rilassate, conversazioni lunghe, ricorrenze di fine anno. Più intima e materica, la Sala della Caccia aggiunge legno, ceramiche bianche a soggetto venatorio, un’idea di rifugio che a dicembre richiama proprio quelle cene tra amici o in famiglia che occupano l’agenda tra Natale e Capodanno.

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Ristorante Rubacuori: la sala

In questo microcosmo si muove la cucina di Domenico Mozzillo, campano che ha scelto Milano come seconda casa e che qui guida da executive chef un ristorante nato insieme all’hotel e cresciuto con esso, dopo un percorso che passa per Parigi e per diverse regioni italiane. La sua cucina lavora su tre piani simultanei, tecnica solida, memoria personale e attenzione al prodotto, così la carta alterna richiami alla tavola meneghina e accenti mediterranei filtrati da una sensibilità contemporanea, con un capitolo importante dedicato al mare, uno alle carni e uno al mondo vegetale. In piatti e menu si legge una preferenza per materie prime stagionali, formaggi a latte crudo, produzioni artigianali, piccole aziende selezionate anche in un raggio limitato attorno alla città, in linea con l’appartenenza di Château Monfort alla famiglia Relais & Châteaux e al manifesto che invita a un’ospitalità responsabile sul piano ambientale e sociale.

Château Monfort veste l’inverno di Milano tra storia liberty, fiaba urbana e tavole delle feste

Ristorante Rubacuori: Tartelletta, ricotta e pere

Pane e pasticceria nascono in casa, con impasti e dolci che cambiano ritmo secondo le stagioni, e proposte pensate anche per chi cerca alternative vegetariane o free from, condizione che nel periodo natalizio entra spesso in gioco all’interno delle grandi tavolate aziendali o nei pranzi di famiglia. Accanto alla carta, il menu degustazione a sorpresa “Ad occhi chiusi” permette di affidarsi totalmente allo chef e alla sua idea di cucina italiana di oggi, un gioco che nei mesi invernali assume un valore particolare per chi sceglie di regalare una cena o di festeggiare in maniera più raccolta rispetto ai grandi eventi del 25 e del 31 dicembre.

Colazione e pranzo della domenica i riti lenti dell’hotel

La stessa mano costruisce il primo momento della giornata, la colazione servita nella Sala del Dolce Risveglio, che introduce gli ospiti già dentro una dimensione narrativa grazie alle tappezzerie ispirate ad Alice nel Paese delle Meraviglie, ai toni delicati, alla luce che filtra da corso Concordia e che in inverno intercetta spesso il chiarore lattiginoso delle mattine milanesi. Il buffet alterna preparazioni dolci e salate con forte impronta artigianale, lievitati e torte, yogurt, frutta, piatti caldi, salumi e formaggi, con un’attenzione evidente verso prodotti biologici, Presìdi Slow Food, piccole aziende che lavorano in filiera corta.

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Château Monfort: pranzo della domenica

Da ottobre alla primavera, la domenica assume un ruolo a parte con il “Pranzo della Domenica”, formula che rilegge l’idea di brunch in chiave italiana, scandita da un buffet di freddi, antipasti caldi serviti al tavolo, un primo e una chiusura importante di pasticceria, costruita dalla brigata come vera vetrina dei dolci di casa. Il menu cambia a rotazione e segue la stagionalità, con una novità di questo inverno che arriva direttamente dalla memoria campana dello chef, il pacchero con le pacchetelle, sugo di pomodoro conservato in vetro che rimanda alle estati vesuviane e alle dispense riempite tra luglio e agosto per accompagnare i mesi freddi.

Il Natale al Rubacuori tra Milano e Sud

Il giorno di Natale il Rubacuori assume la forma di una grande tavolata di famiglia dentro un hotel cinque stelle, con un menu che mette insieme memoria domestica, riferimenti milanesi e omaggi alla terra d’origine dello chef. Il pranzo e la cena del 25 dicembre seguono lo stesso copione, pensato per gruppi d’amici e famiglie che cercano un clima conviviale più che una sequenza formale di portate, per questo il pasto si apre con una serie di otto antipasti serviti al centro del tavolo, in modo che tutti possano assaggiare tutto. I mondeghili, polpette della tradizione meneghina, portano subito il lessico cittadino in primo piano e lo affiancano a una pizza ripiena di salsiccia e friarielli che profuma di Campania, in una sorta di asse ideale tra Lombardia e Sud che sta diventando una cifra delle feste al Château Monfort.

Château Monfort veste l’inverno di Milano tra storia liberty, fiaba urbana e tavole delle feste

Ristorante Rubacuori: Maccheroncino, genovese di agnello, crema di latte aromatizzato

Accanto scorrono piatti più marcatamente invernali, come la capasanta con topinambur e miso, la guancia di manzo con polenta e zola, le alici ripiene, la tartare di manzo con caprino e nocciole, l’insalata di baccalà con cipolla caramellata e olive verdi, l’indivia con bufala e fondo ristretto, una sequenza che alterna carne e pesce, caldo e freddo, consistenze cremose e parti più croccanti. Il passaggio ai primi affida al piatto più emblematico del pranzo natalizio la responsabilità di tenere insieme comfort e rigore di esecuzione, tortellini in brodo di cappone di Morozzo che richiamano subito il rito locale delle paste ripiene in brodo e inseriscono nel contesto di un hotel di città quell’idea di casa che il 25 dicembre cerca un posto a tavola. Il secondo prosegue sul registro delle carni bianche con una rollatina di faraona farcita con pecorino e pomodori secchi, piatto dal passo lento, pensato per accompagnare il clima di conversazione e scambio di regali che di solito occupa il pomeriggio, prima che il buffet di dolci chiuda il percorso con una scenografia di lievitati, dessert al cucchiaio, biscotti e dolci natalizi. Il menu è proposto al prezzo di 90 euro a persona con bevande a parte.

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Ristorante Rubacuori: Mela annurca, rum e crema inglese

San Silvestro a Milano una notte di piatti e brindisi

La sera di San Silvestro il registro cambia, con una proposta che accompagna l’ultimo tratto dell’anno passo dopo passo, a partire dall’aperitivo al bar fissato nel tardo pomeriggio, quando gli ospiti si ritrovano sotto la cupola del Lounge Bar Mezzanotte prima di spostarsi nella sala del ristorante. Il menu di Capodanno ha struttura da grande occasione e gioca molto sul tema del mare e delle materie prime pregiate, con una partenza affidata a tre assaggi che mettono subito in campo l’idea di lusso contemporaneo interpretata dallo chef: ostrica con salicornia e caviale di latte, gambero rosso con pomodoro del piennolo, mozzarella di bufala e caviale di alici, battuta di Fassona con foiegras e tartufo bianco, accompagnati da un metodo charmatrosé servito al tavolo. Il primo piatto guarda invece alla grammatica partenopea con un risotto che raccoglie scarola ripassata, provola di Agerola e astice, costruito per alternare parti affumicate, sfumature amare e dolcezza del crostaceo, in abbinamento a un grande Verdicchio dei Castelli di Jesi.

Château Monfort veste l’inverno di Milano tra storia liberty, fiaba urbana e tavole delle feste

Ristorante Rubacuori: Tartare

Per il secondo di pesce entra in scena quello che lo stesso Mozzillo indica come piatto firma del menu, la spigola del Mediterraneo con broccolo verde e caviale Calvisius, costruita su un equilibrio molto calibrato tra sapidità e dolcezza vegetale, seguita da un passaggio di carne dedicato all’agnello con lattuga arrosto, frutti di bosco e mandorle, sostenuto da un rosso importante del Collio. La parte dolce si articola in due momenti, un cremoso alla mela annurca con pinoli e un dessert alla nocciola, caramello e frutti rossi abbinato a un Vin Santo del Chianti Classico, prima del grande classico irrinunciabile del 31 dicembre, cotechino e lenticchie portati in tavola dopo la mezzanotte come buon auspicio per l’anno che arriva. L’intera serata, che comprende aperitivo al bar, menu, abbinamenti di vini e brindisi finale, è proposta a 310 euro a persona.

Corso Concordia 1 20129 Milano
Tel +39 02 776761

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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