Ci si trova nel rione Trevi, due passi dall’omonima, magnifica Fontana; il centro di Roma è tutto a portata di mano e il palazzo del Quirinale si raggiunge a piedi in men che non si dica: una posizione letteralmente strategica per esplorare il cuore della città.

L'Acquamarina: situato nel rione Trevi
Il palazzo in cui ha sede Umiltà 36, albergo di Shedir Collection diretto da Sabrina Camillini e aperto nel 2022, prima della radicale trasformazione in elegantissima dimora di charme firmata dallo Studio CaberlonCaroppi, era stato la storica sede di un noto partito politico, al cui interno ospita Il Dandy Cafè e il ristorante Acquamarina.
Il ristorante Aquamarina: la sala
Il colpo d’occhio sulla sala, alta e scenografica di cui è responsabile il giovane ma già esperto Martino Grassi, è decisamente affascinante: l’armonia dei colori, la cucina a vista in fondo, il grande, suggestivo lucernario in ferro e ghisa che la sovrasta.

L'eclettico ingresso della sala dell'Acquamarina
Poi ancora diversi oggetti d’arte, creature marine in vetro di murano, pesci colorati e una libreria dedicata al mare. E il mare è l’elemento centrale di un’offerta tutta mirata alla valorizzazione di pesci, crostacei e molluschi in purezza, per chi ama una materia prima molto poco elaborata e soprattutto estremamente fresca.
Lo chef e la cucina dell'Acquamarina
Lo chef è il romano Fabrizio Leggiero, grande conoscitore dell’argomento, avendo lavorato in un locale storico come Pierluigi, ma anche a El Toulà dov’è rimasto per 15 anni e ancora alla Crostaceria Ipanema. La sua è una cucina con pochi fronzoli, curata nelle presentazioni, con lo stretto necessario in termini di ingredienti accessori per raggiungere la massima espressione qualitativa dal mare, il vero protagonista. Ecco quindi i crudi, serviti senza toccarli, oppure in carpaccio o tartare e accompagnati da verdure fresche e condimenti leggeri.

Acquamarina: Chef Fabrizio Leggiero
Non manca un’ottima catalana di astice. Gustosissime le alici croccanti, fritte come si deve. Tra i primi sono da provare le fettuccelle con gamberi rossi siciliani, oppure il più elaborato risotto alla crema di scampi mantecato con stracciatella di bufala, piatto signature dello chef. I secondi prevedono cotture classiche, dalla crosta di sale, all’acqua pazza, al forno, al tegame, alla griglia e un irrinunciabile, aereo fritto di paranza.
Acquamarina: Crudo di pesce
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Acquamarina: Alici fritte
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Acquamarina: Risotto alla crema di scampi
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Acquamarina: Fettuccelle ai gamberi rossi di Sicilia
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Acquamarina: Insalata di polpo e panzanella romana
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A realizzare i dolci, come la delizia al limone con cremoso al pistacchio, è la brava Marta Bertini. Non particolarmente profonda ma ben concepita, con la sua ottantina di etichette, la carta dei vini, curata dal sommelier Matteo Pola, con un’interessante selezione di bollicine e – va da sé – bianchi fermi.
Il Dandy Cafè, cocktail bar e bistrot
Il Dandy assume diverse connotazioni nel corso della giornata: non è soltanto un cocktail bar, perché qui si può anche mangiare a tutte le ore, scegliendo da una carta leggera; all’ora dell’aperitivo ci sono le tapas che arrivano dalla cucina dell’Aquamarina.
Il Dandy Cafè all'interno di Umiltà 36
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Il Bancone del Dandy Cafè
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Uno scorcio del bancone del Dandy Cafè
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ll bar manager Alessandro Felli, classe 1988, esperienze londinesi, è arrivato da pochissimo e ha creato subito una drink list pensata per dare spazio sia alla rivisitazione dei cocktail più classici, come ad esempio un Negroni ‘nouveau’ o il Cosmopolitan, ispirato a una famosissima ricetta degli anni settanta; diversi i drink a basso tenore alcolico e i mocktail. Non manca lo spazio per la mixology ‘bespoke’, su misura dell’ospite, come si suol dire.
Umiltà 36: Le stanze e i servizi
Umiltà 36 proietta l’ospite in un ambiente che incanta lo sguardo fin dall’ingresso, così come risultano confortevoli le stanze, 47 in tutto (inclusi 19 appartamenti), dalla superior ai bellissimi terrace suite e penthouse apartment.

Umiltà 36: un dettaglio della lobby
Riconosciuto con una chiave dalla guida Michelin, nei suoi spazi dal design ispirato al periodo Liberty si respira un’aria di lusso rilassato: un luogo sobrio ma soprattutto totalmente accogliente, tra elementi di design e opere d’arte contemporanea, come ad esempio Luce di Matteo Pugliese, creazione in bronzo che sembra uscire dalle pareti o i suggestivi quadri su carta di Claudio Granaroli.Gli arredi sono curati nei minimi particolari, con dettagli in cui classico e moderno si trovano in armonia.
Umiltà 36: salotto di una suite
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Umiltà 36: salottino della penthouse
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Umiltà 36: terrazza della suite
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I soffitti delimitati da boiserie in legno a tutta altezza, le testate dei letti che richiamano le case di lusso degli anni cinquanta, i bagni in marmo, tutto conduce a una sosta di grande agio. Non manca al primo piano un’area fitness attrezzata di tutto punto e con luce naturale, aperta ventiquattr’ore su ventiquattro.
Via dell Umiltà 36 00187 Roma (Rm)