Ma siamo proprio sicuri che ci siano distinzioni nette e confini ben precisi tra quanto è ascrivibile a tecnica di cottura e quanto ad ingrediente? Parrebbe di sì e poi invece si scopre che lavorare alla brace comporta partire con tecnica di cottura e toccare un etereo ingrediente che denomineremmo affumicatura. Insomma, qualcosa di duplice. Praticano questa fruizione bina di una tecnica di cottura che trasmuta in ingrediente pervasivo, le persone giovani che hanno dato vita ad una delle realtà più intriganti ed originali della doviziosa ristorazione sorrentina.

Vrasa: la sala
Il nome è Vrasa, il luogo, suggestivo quanto comodo da raggiungere a piedi è in via Santa Maria della Pietà, a pochi passi dalla centralissima piazza Tasso, a Sorrento. Il bellissimo giardino consente agevole e godibile fruizione outdoor del locale nelle lunghe estati di qua. Insomma, duplice la chance dell’accomodarsi: indoor oppure outdoor. Outdoor, gradevole valore aggiunto, c’è un’area cocktail bar con circa 30 posti in cui vengono servite tapas accompagnate da coerenti drink.

Il giardino di Vrasa
Vrasa, nomen omen
Il fil rouge che lega l’offering di Vrasa è la già citata nota di affumicatura ottenuta mediante utilizzo sapiente di una griglia a legna manufatta in Spagna. Ma per caso, solamente per caso, abbiamo già notato la ricorrente presenza di qualcosa che è...duplice ? Ecco, e allora sveliamo che anche la conduzione delle cucine del locale è duplice (!), dacché due sono i giovani chef che validamente si prodigano a ché tutto funzioni al meglio. Costoro sono Alberto Di Martino e Raffaele Eroico, così in sintonia tra loro, amici da sempre e sovente nel recente passato anche operanti nello stesso locale (J Contemporary Japanese Restaurant e a La Brasa beef), da paragonarli, stante anche il suggestivo scenario di “fuochi e fiamme” (la vrasa è a vista) ad Ulisse e Diomede!

Alberto Di Martino e Raffaele Eroico, chef di Vrasa
Lodevole il loro intento di praticare una cucina zero waste. Patron e sommelier, garbo encomiabile nell’accogliere la cosmopolita clientela, è il giovane Francesco Gargiulo, validamente coadiuvato dalla sorella Fiorenza. Francesco, insieme con familiari e parenti è compartecipe del ristorante Soul&Fish, sulla spiaggia di Marina Grande di Sorrento. Ed è l’affidarsi a Fiorenza e Francesco che concorre al godimento pieno di memorabile, originale cena. Alla memoria ricorrendo, ancor prima che agli appunti, narriamo quanto magnum gaudium degustammo. L’esperienza comincia in giardino con un ottimo cocktail di benvenuto.

Francesco e Fiorenza Gargiulo, titolari di Vrasa
Vrasa, cena in quattro atti
Indi, ci si accomoda in sala. La performance si articola in quattro “atti”.
Atto I
Primo atto composto da cinque “scene”, ciascheduna avente a protagonista l’interpretazione di un alimento basilare.

Vrasa: il carciofo
- Le cozze servite come entrée, qui cotte alla brace (!) con marmellata di fiori di zucchine dell’orto e peperoncino candito.
- Il carciofo, qui cotto alla brace (!), il suo brodo e il suo gambo glassato al miso e sesamo.
- Il calamaro, con i suoi tentacoli cotti alla brace (!), e il suo corpo sapientemente divenuto un sottile velo, su letto di agretti e lupini.
- La tartare di manzo, con barbabietola alla brace (!), chimichurri, mayo al wasabi, chutney di datteri e chips di radici di loto. Il chimichurri è una salsa argentina a base di aglio, origano, peperoncino e prezzemolo.
- Il finocchio qui cotto alla brace (!) in salsa della sua barba e arancia.

Vrasa: il calamaro
In abbinamento a questo primo atto, il Taittinger Champagne Brut Cuvée Prestige Aoc.
Atto II
Il secondo atto, parimenti ai due atti successivi, ha scena unica.
- Filetto di rana pescatrice in pelle di pollo, lumache di mare, taccole, fagiolini.

Vrasa: i filetto di rana pescatrice
In abbinamento l’elegante Fiano di Avellino Docg 2018?fatto da Scillicampana.
Atto III
Terzo atto.
- Tortello di pasta all’uovo fatta a mano ripieno di coda di bovino brasata, jus di manzo, carote fermentate e salsa di carote e zenzero.

Vrasa: il tortello di pasta all’uovo
In abbinamento il Martedì Paestum Rosso Igt 2020, fatto da Vigneti Tardis. Senza nulla togliere alla scelta del sommelier, qui in abbinamento inusuale, avremmo abbandonato Dioniso per lasciarci accarezzare da Gambrinus.
Atto IV
Ultimo atto, il quarto.
- Biancofiore: torta paradiso, namelaka al limoncello, composta di limoni salati, crema inglese al latte affumicato, sorbetto limone. La Namelaka è una crema dolce a base di cioccolato bianco, panna, latte e gelatina.

Vrasa: Biancofiore
In lodevole abbinamento il Sake Yuzushu gradevolmente aromatizzato al frutto di Yuzu.
Vrasa, l'affumicatura è la guida
Abbiamo notato che la successione delle pietanze si è discostata alquanto da quella canonica alla quale siamo abituati, e va bene così. L’interpretazione, validata ex-post dalla brava Fiorenza, è che si vive quella “cosa duplice” che è l’affumicatura (tecnica e ingrediente) secondo una gaussiana: un crescendo (le cinque scene del primo atto), una stabilità (secondo e terzo atto) e un decrescendo (il quarto atto). Il concetto “duplice” si è palesato più volte e concorre qui a suggellare il successo di questa lodevole intrapresa di Francesco e Fiorenza e dei loro collaboratori: “competenza” e “passione”!
Via Santa Maria della Pietà, 30 80067 Sorrento (Na)
Lunedì-venerdì: 19:00-23:00. Sabato e domenica: 12:00-15:00, 19:00-23:00. Martedì chiuso