“Una notte di giugno caddi come una lucciola sotto un pino solitario in una campagna d’olivi saraceni affacciata agli orli d’un altopiano d’argille azzurre sul mare africano…” (Luigi Pirandello). La notte di giugno, esattamente, era quella del 28 dell’anno 1867, quando il grande scrittore siciliano, che nel 1934 verrà insignito del Premio Nobel, viene al mondo. E così egli descrive la sua comparsa sulla terra isolana, nel bel mezzo del Mediterraneo.
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Luigi Pirandello nel 1934 è stato insignito del Premio Nobel
Ancora oggi, a distanza di secoli, alle porte di Agrigento, tutta quella calma, tutto quel silenzio, quel quieto vivere di ricordi, di memorie e di sogni, sembrano cozzare con la modernità. Anche questo crediamo sia il fascino che esercita nel terzo millennio Contrada Caos, la frazione gradevolmente divisa tra le spiagge del “mare africano” e le soleggiate campagne della vecchia Girgenti (Agrigento). È qui che ha trovato i natali il più grande Autore di teatro, e non solo, italiano a livello mondiale, ancora adesso la penna più acuta, più ironica e più critica (dunque, anche la più amara!). A distanza di secoli, infatti, da quando i suoi personaggi, “in cerca d’autore” e non, hanno trovato sfogo sui palcoscenici di tutto il mondo, al di là di applausi, di critiche o di acclamazioni, Egli ci ha insegnato a riflettere, ci ha spinto a scrutarci dentro, a esplorarci profondamente, anche quando tutto questo non riserva piacevoli sorprese. Anzi, è proprio allora che partono le trame più belle e più intriganti, quando tutto si rivela inaspettato. Ci ha, insomma, aperto l’anima ancor prima che il cuore o la mente.
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Contrada Caos è divisa tra le spiagge del “mare africano” e le soleggiate campagne della vecchia Girgenti
Il piatto dedicato alla Casa Natale di Pirandello: i Cappelli del prete con bisque di crostacei
Ecco, è stato qui, tra i silenzi di queste campagne e il brontolio delle onde del Mare Nostrum, tra i ricordi di questa Contrada che lo chef Giovanni Chianetta ha ideato e voluto dedicare il suo nuovo piatto proprio al sito natale di Pirandello, a quella Casa monumento che ogni anno attira migliaia di visitatori da tutto il mondo. In occasione di “Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025”, lo chef ha realizzato la ricetta scrutando anch’egli un po’ di quel mare, un po’ di quella terra, un po’ di quell’anima siciliana che gli appartengono. Per farlo, ha sfogliato nuovamente e in chiave contemporanea le pagine ingiallite degli antichi sapori isolani, le leggendarie materie prime che rischiano di essere dimenticate e che, invece, possono dare nuova vita alla cucina dell’Isola.
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I Cappelli del prete con bisque di crostacei dello chef Giovanni Chianetta
I Cappelli del prete ai grani antichi, ripieno di gambero bianco di Sciacca, carciofo di Menfi, zest di limone verdello su bisque e sfere di crostacei, con aggiunta di mandorle della Valle dei Templi: ecco la ricetta di Giovanni Chianetta, che attraverso di essa ha voluto perseguire la valorizzazione del territorio e della sua cultura, a cominciare dai grani antichi, che trovano in questa preparazione una elevata armonia con quelli che non sono semplici condimenti, ma nobili ingredienti in un concerto sinfonico di sapori. Così come la riscoperta del sempre più raro e prelibato gambero bianco di Sciacca, che quel mare lo conosce bene, anche se meno famoso di altri suoi “fratelli” marini. Sapori spontanei, che hanno trovato il giusto coronamento nella lavorazione dello chef.
Chi è lo chef Giovanni Chianetta
Originario di Favara, cittadina agricola alle porte di Agrigento, classe 1968, Giovanni Chianetta vanta una lunga esperienza in ristoranti rinomati dell’Isola, di cui è stato spesso anche Chef Patron, oltre che Executive, passando in gioventù anche per esperienze prestigiose, come il lavoro nelle cucine dell’Hotel Excelsior di Roma e al Grand Hotel, sempre della Capitale, al Grand Hotel del Parco a Pescasseroli, in Abruzzo, e all’Hotel Contessa San Sebastian di Grosseto. Al suo attivo ci sono anche importanti esperienze all’estero, come quella al ristorante Bella Italia a Monaco di Baviera, a cui si aggiunge la docenza di cucina all’Istituto alberghiero “Sen. Angelo Di Rocco” di Caltanissetta.
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Lo chef Giovanni Chianetta
Chianetta guida ormai da anni, in qualità di presidente, l’Associazione Provinciale Cuochi e Pasticceri di Agrigento “Salvatore Schifano”, operativa sul territorio per la riscoperta e la valorizzazione delle materie prime, delle ricette tradizionali in chiave più moderna e, soprattutto, per la tutela della professione del cuoco. Battaglie che la Federazione Italiana Cuochi porta avanti a livello nazionale e internazionale e che trova forza e coronamento proprio sui territori, con le proprie Unioni Regionali e Associazioni Provinciali, a cui si aggiungono le numerose Associazioni di Cuochi Italiani all’Estero.
La Contrada Caos e la Casa Natale di Pirandello
La Casa Natale di Luigi Pirandello ha visto l’Autore trascorrere qui anche la sua adolescenza. L’edificio è di origine di fine Settecento e vide trasferirsi qui la famiglia Pirandello nel 1867, dovendo fuggire dal pericolo del colera proprio nell’anno in cui nacque lo scrittore. Oggi il sito è stato rinnovato con un “riallestimento” anche digitale e multimediale, come voluto dalla Regione Siciliana nel 2021.
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La Casa Natale di Pirandello è è stata rinnovata con un “riallestimento” anche digitale e multimediale
"Io son figlio del Caos; e non allegoricamente, ma in giusta realtà, perché son nato in una nostra campagna, che trovasi presso ad un intricato bosco denominato, in forma dialettale, Càvusu dagli abitanti di Girgenti, corruzione dialettale del genuino e antico vocabolo greco "Kaos"." Ancora parole preziose del nostro Autore, che hanno suscitato emozioni anche gastronomiche al nostro professionista in cucina. «Ho voluto dedicare questo piatto alla Casa Natale di Luigi Pirandello e, in particolare, alla Contrada Caos, dove il grande Autore è nato, per richiamare nuovamente l’attenzione su alcuni aspetti della nostra terra e del nostro mare che non devono assolutamente essere dimenticati - spiega il presidente Giovanni Chianetta. - Questo sito culturale è un faro di cultura non solo per la nostra bellissima Agrigento, ma per tutto il mondo, che richiama ogni anno tantissimi turisti e visitatori e che deve essere ancor più riscoperto e valorizzato. Così, anche le numerose e nobili materie prime che ho voluto utilizzare nel mio piatto sono simbolicamente aspetti culturali e gastronomici delle nostre campagne e delle nostre coste, che non devono andare perduti».
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Qui si trova anche la tomba di Luigi Pirandello
Da qui, la spiegazione del nostro chef in merito all’uso dei grani antichi, come già specificato; ed ancora, del carciofo di Menfi, con le sue peculiarità che lo rendono diverso dalle altre tipologie, conosciuto anche come carciofo “spinoso” e certamente più antico rispetto ad altre varietà più moderne: è aromatico e croccante, ma al contempo delicato, molto apprezzato nella cucina ricercata, come quella del nostro Chianetta. E poi, l’aggiunta di mandorle della vicinissima Valle dei Templi, che continua a donare prodotti nobili e storici, unici al mondo anche per la loro origine, oltre che per il loro sapore. Come se ci fossero stati donati dagli dèi dell’Olimpo, tra le mille leggende e i mille miti che raccontano la nostra Sicilia…