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Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

Dante guida cittadini e turisti alla scoperta delle botteghe storiche fiorentine, svelando l’autentica anima artigiana della città, tra profumi, tessuti, mosaici, arte orafa e sapori senza tempo

 
23 giugno 2025 | 18:54

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

Dante guida cittadini e turisti alla scoperta delle botteghe storiche fiorentine, svelando l’autentica anima artigiana della città, tra profumi, tessuti, mosaici, arte orafa e sapori senza tempo

23 giugno 2025 | 18:54
 

L’individuazione del “testimonial” è stata molto facile. È Dante Alighieri a fungere da guida alla scoperta delle eccellenze fiorentine con il progetto “Conosci le botteghe fiorentine. Scopri la vera Firenze” promosso dalla Fondazione Destination Florence. Il grande fiorentino diede impronta a quella che oggi, dopo circa sette secoli, definiamo la knowledge society, ovvero la società della conoscenza. A coronamento di questo suo augusto anelito, lo sprone di Ulisse ai suoi compagni: “Considerate la vostra semenza: / fatti non foste a viver come bruti, / ma per seguir virtute e canoscenza." (Inferno, canto XXVI).

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

Dante guida delle eccellenze artigiane di Firenze

Sette secoli, si diceva, in cui è successo di tutto e però vero è che una definizione appropriata, accettata sia dalla sociologia che dall’antropologia, della fase attuale della nostra società è "società della conoscenza”. Virtuoso contaminatore di conoscenze è il sempre crescente flusso turistico world wide. Il turismo è il più vistoso abilitatore di conoscenze: intreccio tra il sapere già presente in partenza, e più o meno scientemente disseminato durante il viaggio, e il sapere in dotazione all’arrivo, di certo maggiore rispetto a quello di origine. Immaginiamoci quanto tutto ciò, vero ovunque e per chiunque, assuma valenza alta quando la destinazione, o comunque tappa saliente, del viaggio è Firenze. Firenze che di turismo vive e di overtourism, ahinoi, può ammalarsi.

Un nuovo modo di conoscere Firenze

Si tratta allora di valorizzare, non solo a beneficio dei turisti ma anche a beneficio dei fiorentini, attraverso il loro coinvolgimento, l’artigianato e ad esso correlato, le botteghe storiche. Quindi, homo della knowledge society e va bene, ma senza dimenticare il ruolo essenziale dell’homo faber! E quindi il papà della knowledge society, Dante Alighieri, si aggira tra le vie di Firenze per condurre cittadini e turisti alla scoperta dell’anima più autentica della città: le eccellenze locali. Corretto e ben appropriato quindi che il progetto, che si avvale del grande fiorentino come testimonial sia denominato “Conosci le Botteghe Fiorentine. Scopri la vera Firenze”.

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

Dante invita i turisti ad un approccio più rispettoso e consapevole verso la città

Tra gli scopi, invitare i turisti ad un approccio più rispettoso e consapevole verso la città, andando ad aggiungere un ulteriore tassello verso la valorizzazione delle eccellenze locali, minacciate dalla pressione del turismo di massa e dai mutamenti socioeconomici. Insomma, rendere la città di Firenze non soltanto un luogo da visitare, bensì un luogo da vivere, godendo della sua vitalità fatta di voci, mani e storie che si tramandano di generazione in generazione. Tra legno, pelle, metallo, carta, tessuti e profumi, ogni oggetto racconta l’anima autentica della città materica, la sua autentica bellezza.

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

L'obiettivo è raccontare la vera essenza della città ben oltre le sue attrazioni più famose

Il challenge, ardimentoso ma non velleitario, è raccontare la vera essenza della città ben oltre le sue attrazioni più famose. Entrare senza fretta alcuna (!) in una bottega fiorentina non significa soltanto fare un acquisto, bensì tessere relazione con chi custodisce la memoria e l’identità della città, contribuendo così, meritoriamente, a mantenerla viva per le generazioni future. Siamo in ottime mani, siamo nelle mani del grande fiorentino. È Dante che ci guida.

Firenze, prima tappa: Antica Farmacia Santa Maria Novella

Presumendo forse che i primi caldi allontanano la frescura dal corpo, così lasciandolo alla mercè di olezzi sgradevoli, la nostra guida ci fa principiare il tour delle botteghe fiorentine partendo da Antica Farmacia Santa Maria Novella, in Via della Scala. Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella affonda le sue radici nell’anno 1221. Nata come convento dei frati domenicani, è considerata oggi la farmacia più antica del mondo, che svolge la sua attività proprio nei luoghi in cui ebbero inizio. La sua eredità nell’arte dello speziale attraversa otto secoli ed è profondamente intrecciata con la storia, le personalità e il tessuto sociale Fiorentino, in una alchimia di racconti e meraviglie che viene continuamente rinnovata. L'Officina oggi è famosa in tutto il mondo per i suoi profumi, candele, liquori e “antiche preparazioni”. Tutto ebbe inizio 800 anni fa, quando ai frati domenicani fu concesso l'uso di Santa Maria Inter Vineas, una piccola chiesa appena fuori le mura cittadine, dove coltivavano l’orto botanico di erbe aromatiche e piante per preparare medicinali, unguenti e balsami.

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

L'Antica Farmacia Santa Maria Novella

Nel 1334, i frati domenicani di Santa Maria Novella divennero famosi per aver guarito il ricco mercante Dardano Acciaioli, proveniente da una delle famiglie più potenti di Firenze. Costui, in segno di gratitudine donò loro la magnifica Cappella dedicata a San Niccolò che ancora oggi si trova nel cuore della boutique-museo in Via della Scala 16 a Firenze. Qualche tempo dopo, nel 1533 la giovane Caterina de' Medici sceglie Renato Bianco, cresciuto dai frati domenicani di Santa Maria Novella, per accompagnarla come profumiere personale alla Corte di Francia, dove stava per sposare Enrico II di Valois. La leggenda narra che proprio in quell'occasione nacque "Acqua della Regina": una fragranza per ricordare l'eleganza e la grazia di Firenze.

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

L'Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella affonda le sue radici nell’anno 1221

Nel 1542 le porte della Farmacia si aprirono ufficialmente al grande pubblico, e nel 1612 fu formalmente riconosciuta con il nome di “Officina Profumo-Farmaceutica” dal Granduca di Toscana, che le conferì anche il titolo di Fonderia di Sua Altezza Reale. L'Officina Profumo-Farmaceutica sarà poi diretta da illustri personalità domenicane come Angiolo Marchissi, grande studioso di medicina e alchimia, e Cosimo Bucelli, che iniziò ad abbinare le proprietà medicinali a quelle piacevoli. Nell'Ottocento gli spazi della farmacia dell'Officina divennero una proprietà comunale gestita dal laico Cesare Augusto Stefani. La fama dell’Officina raggiunge ormai i cinque angoli del mondo: i suoi prodotti ottengono consensi internazionali, e sono apprezzati da case reali, artisti e personalità di spicco. Fu un periodo di audace crescita e innovazione: accanto alle preparazioni tradizionali, diventano molto popolari articoli cosmetici e per la cura della persona come balsami, unguenti, saponi e profumi. Nel settembre 2020 Officina Profumo-Farmaceutica di Santa Maria Novella è acquisita da Italmobiliare, holding che valorizza importanti marchi del made in Italy.

Firenze, seconda tappa: dall'Antico Setificio Fiorentino al Cibreo

Ci si sposta ora, sempre guidati da Dante, all’Antico Setificio Fiorentino. L'Antico Setificio Fiorentino è uno dei pochi laboratori rimasti al mondo per la produzione di seta. I suoi telai a mano e semi-meccanici tessono sogni, arricchiti da un meraviglioso orditore progettato da Leonardo Da Vinci. Qui davvero il lavoro dell'uomo rispetta principi inestimabili, donando eleganza a coloro che sono appassionati di bellezza. Dante, per farci comprendere dove ci sta adesso conducendo, si autocita (al Sommo Poeta tutto concediamo), e così recita: “più che ‘l dolor, poté ‘l digiuno” (Inferno, canto XXXIII). Insomma, ci ha preso languorino che sta per diventare appetito ed eccoci al Cibreo. Innanzitutto, una curiosità: cosa significa cibreo? Tra i piatti della tradizione toscana, che però stanno lentamente scomparendo, c’è il cibreo. I motivi sono anche facili, visto che si tratta di una sorta di zuppa asciutta fatta esclusivamente con le interiora del pollo cotte in un saporito intingolo di brodo, burro e uova. Ricetta sontuosa nata durante il Rinascimento, tanto che la stessa Caterina de’ Medici ne andava pazza, sebbene molte storie gastronomiche attorno a questo personaggio sono più leggende che storie.

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

L'Antico Setificio Fiorentino

Si deve tornare indietro nel temo per scoprire la nascita del cibreo. In particolare, si guarda al Rinascimento, quando questo piatto ebbe il massimo splendore sia nelle corti nobiliari di Firenze che tra le cucine del popolo. La sua fortuna trasversale venne decretata proprio dal tipo di ingredienti utilizzati, comuni sia alle tavole più ricche che a quelle più povere avvezze a utilizzare frattaglie in ottica antispreco. Il nome deriva dal francese antico civé che indica una preparazione a base di cipolla. Per fare il cibreo servono fegatini, creste, testicoli, bargigli e zampe di pollo, a cui si aggiungono cipolla, brodo di pollo, uova, burro, farina, sale e pepe. In antichità il piatto veniva considerato un toccasana per i malanni di stagione e dunque servito ai convalescenti per accelerare la guarigione. Dopo aver fatto sciogliere il burro in padella con la cipolla si uniscono le frattaglie e si inizia a bagnare con il brodo di pollo. Solo quando tutti gli ingredienti sono cotti si procede con l’aggiunta del tuorlo d’uovo precedentemente sbattuto con un po’ di limone e si amalgama fino a completa cottura.

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

Al Cibreo si trovano piatti tipici toscani

Il patron fondatore del Cibreo, Fabio Picchi, non c’è più. L’attività è adesso nelle prodi mani del figlio. Certo, non tutti in una volta, ma “a tappe” i piatti storici del Cibreo non bisogna perderseli: Sformato di Patate e Ricotta, Timballo di Tagliolini, Piccione Ripieno di Mostarde, Torta al Formaggio con Marmellata di Arance Amare.

Firenze, terza tappa: dall'Enoteca Alessi a I Mosaici di Lastrucci

Adesso ci starebbe di un bene il vino dolce del dopopranzo; è Dante ad invitarci a ciò recitando così: "E come è duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale, / così è duro il gustar del vin dolce." (Paradiso, canto XXIV), e così guidandoci all’Enoteca Alessi, a due passi dal Duomo. L’Enoteca Alessi nasce nel 1952 e da sempre è gestita dalla famiglia Alessi. Il bel locale è costellato di antiche volte e travi di legno; ampi, funzionali e suggestivi gli spazi riservati alle degustazioni, così abbandonandosi al piacevole conversare davanti a un ottimo bicchiere di vino godendosi un tagliere di salumi e formaggi toscani. 

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

L'Enoteca Alessi

Dante, che dall’ammirare i mosaici bizantini di Ravenna trasse ispirazione per alcuni versi della sua Commedia, ci guida adesso a I Mosaici di Lastrucci, a pochi passi da Santa Croce che è anche, come dire che siamo a pochi passi dalla gelateria Vivoli. Firenze è il luogo nel quale sin dal '500 nasce e si sviluppa la particolare lavorazione artistica delle pietre dure e semi preziose detta "commesso fiorentino". La famiglia Medici fu grande promotrice di questa nuova arte che al concetto di mosaico tradizionale sullo stile romanico aggiungeva la bellezza dell'intarsio continuo di pietre, arrivando a creare opere d'arte assai simili ad un vero e proprio dipinto. L'unicità del luogo di origine ha reso difficile nel corso dei secoli il tentativo di copiare tale tecnica artistica, dato che i grandi maestri del commesso fiorentino raramente si sono allontanati dalla città di Firenze per fondare altrove scuole del mosaico a tecnica fiorentina

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

I Mosaici di Lastrucci

Ciò è dovuto al fatto che nel 1588 venne fondato l'Opificio delle Pietre Dure, in cui vennero chiamati a lavorare i migliori artisti dell'epoca. Ai Maestri che vi lavoravano fu assicurato un ottimo ambiente di lavoro, insomma, c’era il welfare!  Così come nel Rinascimento, anche oggi è solo a Firenze che le opere d'arte realizzate con la tecnica del commesso fiorentino prendono vita dal talento dei pochi grandi Maestri rimasti.

Firenze, quarta tappa: la Scuola d'Arte Sacra e la bottega di Paolo Penko

Il Sommo Poeta, palesemente stanco, con l’andatura curva a causa dell’artrite anchilosante, ci guida all’ultima visita. Giungiamo nella bottega di Paolo Penko, Maestro d’Arte Orafa, designer e scultore. Le sue creazioni sono fatte  completamente a mano secondo la tradizione orafa fiorentina.Firenze, sua città natale, è la fonte primaria d’ispirazione per le sue creazioni, che rimandano alle volute, ai girali, ai fregi, alle piccole geometrie e alle tarsie disegnate dai maestri dell’architettura fiorentina.

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

Il Maestro d'Arte Orafa Paolo Penko

Il traforo, l’incisione a bulino, il niello e il cesoro, sono le tecniche magistralmente adoperate dal Maestro Penko nella creazione dei suoi gioielli in oro ma anche nella realizzazione delle opere in argento dove attenzione ai dettagli ed equilibrio delle proporzioni sono elementi peculiari. Numerose sono le opere di carattere sacro realizzate per la Cattedrale di Santa Maria del Fiore, dal coprimessale all’ostensorio e quelle per la Santa Messa celebrata da Papa Francesco a Firenze nel novembre 2016, come i 40 calici e la Croce per la Mensa Eucaristica. La sua passione per l’arte sacra ne hanno fatto uno dei fondatori nonché docente della Sacred Art School di Firenze.

Tra arte e botteghe: Dante guida alla scoperta delle eccellenze artigiane di Firenze

La Sacred Art School di Firenze

La Scuola d’Arte Sacra di Firenze è una realtà internazionale nata nel 2012 per promuovere la creatività nell’arte e nell’artigianato artistico, con un’apertura senza confini sul mondo del sacro. Varcare in uscita la soglia della bottega del Maestro Penko è sorta di shock temporale: ci accorgiamo che non siamo più nel Rinascimento, eppure un po’ di Rinascimento è adesso dentro di noi. Quanto forte è l’emozione, adesso. Il Sommo Poeta così si accomiata da noi: “A l’alta fantasia qui mancò possa;/ma già volgeva il mio disìo e il velle,/sì come rota ch'igualmente è mossa,/l'Amor che move il sole e l'altre stelle” (Paradiso, canto XXXIII).

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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