La stanza di Zurigo, le opere e l’atelier: questo il titolo della mostra che GO! 2025 dedica a Zoran Mušic, uno dei più significativi pittori del Novecento e personaggio emblematico di questo mondo di frontiera, incontri e scambi di cui sono protagoniste Gorizia e la slovena Nova Gorica, insieme Capitale Europea della Cultura per il 2025. La rassegna rientra nell'ambito del programma Guerra e pace, di cui sono ulteriori tasselli in Slovenia due mostre (a Dobrovo e a Štanjel) e due esposizioni digitali a Nova Gorica e Bukovica.

Palazzo Attems Petzenstein (foto: Vincent Clarke)
A venti anni dalla morte avvenuta a Venezia nel 2005, assolutamente appropriato è dedicare una rassegna al grande artista di fama internazionale, nato nel 1909 a Bukovica (Boccavizza), un paese ora di 500 abitanti, a poco più di 8 chilometri da Gorizia, noto per i suoi disegni realizzati nel campo di concentramento di Dachau, nonché con la serie di dipinti e stampe intitolata Non siamo gli ultimi, che parlano degli orrori, delle sofferenze, delle umiliazioni e della morte nel campo di concentramento durante la Seconda guerra mondiale. Curata da Daniela Ferretti, la mostra è ospitata dal 25 maggio al 31 ottobre 2025 a Palazzo Attems Petzenstein di Gorizia, sede dal 1900 dei Musei Provinciali, ed espone oltre cento opere divise in decenni dagli anni ’30 al 2000, tutte provenienti dall’ambito familiare o privato dell’artista.
Per questo appuntamento della rassegna “Capitale della Cultura a Tavola”, abbiniamo la potenza espressiva dell’arte di Zoran Mušic alla profondità gustativa della Jota goriziana. Così come l’artista ha saputo raccontare con intensità la memoria e l’identità del suo tempo, questa minestra antica racchiude nella sua semplicità i sapori autentici della terra di confine. Un incontro tra pittura e cucina che celebra l’anima più vera di Gorizia.
L’evoluzione artistica di Zoran Mušic tra Dachau e Venezia
La mostra goriziana è un coinvolgente excursus in cui è documentata l'intensa ricerca artistica di questo che è uno dei pittori più raffinati ed enigmatici del XX secolo, dagli esordi a Zagabria al viaggio in Spagna, da Venezia a Dachau. Mušic infatti nel novembre 1944 fu deportato a Dachau, dove riuscì a ritrarre segretamente la vita del campo di concentramento in circostanze estremamente difficili e pericolose.
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Zoran Mušic (foto: Vincent Clarke)
Ritornato dalla prigionia a Venezia, ritrova la sua tavolozza e definisce la sua cifra stilistica nell’oro dei mosaici e nella luce di San Marco che si apre a Oriente verso la costa dalmata. Si divide quindi tra Venezia e Parigi. Le sue radici culturali affondano da un lato nella nativa Mitteleuropa e nella storia millenaria di Venezia, dall’altro si nutrono delle immagini provenienti dalle grandi tradizioni pittoriche europee: El Greco, Goya, Rembrandt.
L’ultima produzione: autoritratti e introspezione
Nell’ultima produzione Mušic ripiega il suo sguardo sempre più verso sé stesso e verso la moglie, la pittrice Ida Barbarigo, eseguendo una notevole serie di autoritratti e doppi ritratti in cui, su tele grezze di grande formato, i colori rarefatti, scuri e terrosi delineano figure spogliate di tutto il superfluo per presentarsi nella loro pura essenzialità.
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Alcune delle opere della mostra di Zoran Music (foto:Vincent Clarke)
In mostra si ammirano i suoi suggestivi panorami di Venezia, i famosi "cavallini dalmati", i "traghetti" che trasportano animali, gli autoritratti, i ritratti della moglie, ma anche la celebre serie “Non siamo gli ultimi” ispirata alla drammatica esperienza di Dachau.
La Stanza di Zurigo: un compendio dell’opera
Cuore della mostra è la “Stanza di Zurigo”, un’opera magistrale, un vero e proprio compendio della produzione artistica di Mušic dopo l’inferno di Dachau. Fu realizzata tra la fine degli anni ’40 e l’inizio dei ’50 su commissione delle sorelle Charlotte e Nelly Dornacher, che, affascinate dai decori dello studio veneziano di Zoran, gli chiesero di riprodurli nella cantina della loro villa a Zollikon, sulle colline di Zurigo, per trasformarla in un locale accogliente di ritrovo tra amici.

La stanza di Zurigo Courtesy Charlotte und Nelly Dornacher Stiftung, Svizzera_©Zoran Music, by SIAE 2025
I luoghi di Venezia, i cavallini, i barconi carichi di bestiame, le donne dalle gonne multicolori e gli ampi parasole si intrecciano da un lato con i nudini, il ritratto della moglie Ida e delle committenti, e dall’altro con le vedute di una Venezia trasognata. I dipinti originariamente realizzati sulle pareti e sul soffitto - ma anche su tele di lino e juta - della casa delle Dornacher, sono stati recuperati dal restauratore Paolo Cadorin, cognato di Mušic, affinché potessero diventare un’esposizione itinerante, creata su misura per GO! 2025. Così la Stanza è stata salvata dall’incuria e dalla demolizione, ed ora le opere sono tutte visibili. Orari: dal lunedì alla domenica 9.00-19.00. Nei mesi di giugno, luglio, agosto: venerdì e sabato 9.00-22.00.
Le mostre in Slovenia: un tributo complementare
Oltre ad essa, anche in Slovenia sono assolutamente da visitare le altre interessanti rassegne dedicate all'artista, sempre nell'ambito del programma Guerra e pace, che presentano Zoran Mušic in modo originale: si tratta di due mostre (a Dobrovo e a Štanjel) e in due esposizioni digitali a Nova Gorica e Bukovica in un progetto complessivo curato da Nelida Nemec.

Il Castello di Dobrovo
“Mušic - Paesaggi dei corpi” al Castello di Dobrovo - Con i disegni da Dachau nel 1945 e le stampe e dipinti delle serie Motivi vegetativi e Non siamo gli ultimi, si entra nel paesaggio dei morti e dei morenti, quando la vita si trasformava in mucchi di cadaveri: opere che parlano degli orrori, delle sofferenze, delle umiliazioni e della morte nel campo di concentramento.

La mostra di Zoran Music al Castello di Dobrovo
Con Autoritratti, Il Ritratto di Ida, Doppio ritratto, Il Viaggiatore, Il filosofo, Il seduto, Il nudo, ecco invece l'ultimo periodo dell'artista, quando il corpo diventa come un lieve respiro. I dipinti dell'ultimo periodo sono immagini della sua anima: ferita, colpita, sofferente, piena di desiderio creativo e di dubbi. È sopravvissuto a Dachau. E ha creato un bellissimo gioco di paesaggi di corpi e di corpi di paesaggi (fino al 05/09/2025, dal mercoledì alla domenica ore 10:00 - 18:00).
Alla Galleria Lojze Spacal nel Castello di Štanjel, la mostra Mušic - Corpi dei paesaggi è pure visitabile fino al 05/09/2025 (tutti i giorni ore 10.00 -11.30, 12.00 -18.00).