Il dolce della domenica è un rito che nasce nel solco delle più antiche tradizioni di famiglia. Qui, però, il fine pasto che accompagna la giornata di riposo ha storia multiculturale. Parliamo del Braschino, Braschin in dialetto, il dolce della domenica del Lago di Como. Sarebbe meglio precisare, dell’Alto Lario occidentale, anche se oggi lo si trova - e lo si apprezza - persino a ridosso della Brianza monzese.

Michele Moralli de La Spiga d'Oro
Origini siciliane e influenze culturali
La sua storia parte da lontano, anche in senso geografico, perché rimanda ai profumi e all’abbondanza gastronomica della Sicilia. Furono in tanti, da Garzeno e dai dintorni delle montagne comasche che guardano più da vicino alla Svizzera, sin dal 1400, a emigrare. Per secoli la Sicilia, e in particolare Palermo - se ne ha traccia nei registri parrocchiali - fu una meta prediletta da tanti, che lavorarono come manodopera specializzata in ambito edilizio ma anche come panificatori e vinai.
Dalla focaccia salata al Braschin dolce
Fu in quelle migrazioni che molti iniziarono a conoscere ed apprezzare una sontuosa focaccia, salata, con abbondante olio d’oliva. Una prelibatezza che, una volta tornati a casa, cercarono di spiegare a madri e mogli per poterla riassaggiare sull’Alto lago.

La tipica forma piatta e tondeggiante de Il Braschin
Ma a Garzeno (considerato la patria del Braschin), Dongo, Cremia e dintorni l’olio non c’era: era disponibile il burro, prima ancora il lardo, mentre dal vicino territorio elvetico arrivava lo zucchero. Fu così che, nelle case del Lario, il salato divenne dolce. Oggi valorizzato da Slow Food Como e Lecco, il Braschin è a tutti gli effetti un patrimonio di queste zone, con profonde radici nel passato, ma che sa guardare al futuro.
Ingredienti e curiosità sul Braschin
Il nome deriva dal dialettale “brasca” - brace - dove veniva cotto un tempo per uscirne con una forma piatta e tondeggiante. Gli ingredienti sono semplici: farina, acqua, poco sale, uova, burro, lievito e aggiunta di latte, noci e uvette. Va servito freddo e da queste parti è divenuta consuetudine inzupparlo nella grappa, per i più piccoli nel latte. Un’abitudine che una volta conciliava persino il sonno.
La famiglia Moralli e la valorizzazione del Braschin
Michele Moralli, panificatore e pasticcere de “La Spiga d’Oro” di Capiago Intimiano (Como), con la collaborazione di Slow Food Como Lecco Aps, lo propone in degustazioni ed eventi divulgativi anche oltre il territorio comasco.

Il dolce tipico dell'Alto lago di Como
Suo padre, Giancarlo Moralli, abile panificatore di Dongo, ne fece un vanto che, agli inizi degli anni Duemila, lo portò tra le eccellenze della panificazione italiana, facendo così conoscere questo dolce oltre i confini locali. Il primo forno Moralli venne aperto a Garzeno nel 1880 e, generazione dopo generazione, il Braschin è sempre stato un vanto di famiglia.
Il Braschin simbolo del Lago di Como
Oggi il dolce è un celebrato simbolo della tradizione gastronomica del Lago di Como. Fare tappa a Garzeno e nell’Alto Lario è però anche occasione per esplorare la valle Albano, con i tanti sentieri e gli splendidi panorami. Da segnalare, il passo San Jorio e il pizzo di Gino. Nella valle si possono ammirare i “masun”, tipici edifici rurali con tetti inclinati e ricoperti di paglia.
piazza della Chiesa, 2 22070 Capiago Intimiano (Co)