Una cucina d’autore priva di ogni eccesso di formalismo che vuole colpire in modo diretto il commensale con un rigore quasi nordico. Questo il biglietto di visita di Elementi, il ristorante frutto della visione e della passione di Valentina Patti e Saverio Picuccio che arricchisce il panorama gastronomico in crescita di Latina. Dopo anni trascorsi nelle cucine di ristoranti stellati in giro per la penisola e l’Europa, la coppia di chef, uniti nella vita e nel lavoro, ha scelto di tornare alle proprie radici, per investire nel territorio d’origine e offrire un'esperienza culinaria d'eccellenza nell’area pontina del Lazio.

Elementi: Valentina Patti e Saverio Picuccio
Elementi, la cucina
Partendo in primis dagli ingredienti, così spiega Valentina Patti: «Come per tutte le cose, anche la cucina è costituita di tasselli indispensabili. Persone, materia prima, ma anche pilastri che sorreggono la visione del nostro ristorante, ovvero stagionalità, territorio, studio e cura. La ristorazione, per dirla con un linguaggio semplificato, è costituita da elementi. Tale gioco di parole, che ci ha intrigato dal principio, ha determinato la scelta del nome del nostro locale». Una filosofia profonda che riflette una visione olistica, dove ogni componente è essenziale per l'armonia del tutto. E trascende anche in una investigazione spasmodica del miglior tassello di ogni piatto, affidandosi per le materie prime ad un nutrito numero di fornitori, oltre 40, tra piccoli e medi del territorio limitrofo.

Elementi: la sala
L’impronta colloquiale, ma meditata dei piatti sottende al desiderio di condurre ed offrire una cucina sofisticata anche in provincia lontano dalle dinamiche metropolitane interessate dai grandi flussi turistici. Narrandola anche ai palati meno abituati a piatti gourmet con una proposta che accoglie e racconta la terra, le stagioni e le persone. «La nostra avventura ha un quid di azzardo, c’è il germe della sfida, quella di voler valorizzare e portare la ricerca anche nei piccoli centri urbani, dove è difficile incontrare qualcosa fuori dall’ordinario. Una cucina di memoria», come la definisce Valentina, «che diviene un racconto personale, che trasmette la nostra identità». E come ribadisce Saverio, si innesta «sulla materia prima che non va troppo alterata. La tecnica naturalmente ci deve essere, ma il cliente deve riconoscerla, altrimenti si crea confusione su quello che si mangia. Entrambi concorrono ad offrire un’esperienza gourmet al pari dell’accoglienza e dell’attenzione che presta il personale di sala al cliente. D’altronde la principale motivazione che spinge il pubblico ad uscire fuori dalle mura domestiche è vivere un’esperienza di livello».
Come si mangia da Elementi
Ed il primo step da Elementi è rappresentato dal cestino del pane, realizzato in loco, e proposto con una selezione di oli del territorio. È il benvenuto che apre alla degustazione di piatti proposti che rispecchiano in pieno la stagionalità. L'attesa viene ingannata da un cocktail, ormai divenuto un marchio di fabbrica molto amato dal pubblico. Un gin sardo con pompelmo e rosmarino, dalle note amare e balsamiche. Quattro le scelte suddivise fra antipasti, primi e secondi. Si parte con un uovo pochè, spuma di patate dell’alto viterbese e tartufo, un vitello tonnato con crema di cappellini e cipolla rossa, mentre per gli amanti del mare ricciola, fichi al balsamico e taralli o un freschissimo gambero rosso con anguria, cetriolo e datterino. «Amiamo quei piccoli gesti che ricordano la tradizione – puntualizza Saverio – oggi il pubblico ha una coscienza estesa dell’importanza del pane quando viene prodotto nel ristorante e non acquistato in un panificio. O la pasta fresca, una coccola che ci riporta ai pranzi domenicali dai nonni. Gesti dalla grande valenza simbolica. Sono quelle cose che a casa non si fanno più, perché è più comodo acquistarle già pronte. Noi invece vogliamo restituire una dimensione familiare senza scendere nell’effetto nostalgico. Partiamo da un'idea e costruiamo intorno un viaggio di sapori, sempre orientati alla purezza del gusto che non viene mai compromesso dall'estetica, sebbene resti centrale nella composizione del piatto».
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Elementi: Cacio e pepe con gamberi e lime
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Elementi: Fagottelli di mozzarella di bufala, salsa parmigiano e pesto
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Elementi: Gamberi bianchi con pomodori e anguria
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Tra i primi dunque non possono mancare Tagliolini all’astice e pane alla mediterranea; caserecce, erbe, zucchine alla scapece, seppia e lime; Risotto pomodoro, parmigiano e basilico o un Fagottello con provola, gambero rosso, datterino giallo e rosso. Equilibrio fra i secondi con due piatti di pesce e altrettanti di carne. Al baccalà in tempura con gazpacho, ciliegie e misticanza selvatica; polpo melanzane e peperone, si affiancano il maialino da latte con albicocca, erborinato e tartufo, e un sontuoso filetto di vitello, patate, nocciole e fichi. La pasticceria, a cura di Valentina, è particolarmente attenta al gioco di temperature e consistenze. Emblema, il Tiramisù protagonista fisso in carta, ovvero una mattonella con mascarpone artigianale, gelato al caffè e savoiardo in infusione. La cura meticolosa non si limita alla proposta gastronomica, ma si estende anche al servizio di sala, dove ogni gesto è studiato per soddisfare le necessità del cliente.
Elementi: Pescato all'isolana
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Elementi: Baccalà in tempura, ciliegie e peperoni
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Elementi: Brownie al fondente con gelato di bufala
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Elementi: Cioccolato bianco, anguria, yuzu e pepe
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Infine la carta dei vini è imperniata su una sessantina di etichette in rotazione, che premiamo il lavoro dei piccolo produttori nazionali, con un occhio di riguardo per il naturale e il biologico, con incursioni verso oltralpe.
Elementi di Vino, pairing d'autore
Una volta al mese, Elementi Ristorante ospita la rassegna "Elementi di Vino" in collaborazione con il sommelier Ais Alessandro Ceppini. Si tratta di un pairing che include tre calici abbinati a piatti dedicati, offrendo un'occasione unica per scoprire nuove etichette e storie di cantine da inserire in carta.
Via Ezio, 23 04100 Latina
Martedì-domenica: 19:30-23:30