The St. Regis Venice si trova a meno di cinque minuti da Piazza San Marco, capolavoro nascosto tra i capolavori di una città unica al mondo. Esclusivo, raffinato, questo hotel del gruppo Marriott riprende vita dopo il restauro dello storico Grand Hotel Britannia, aperto per la prima volta nel 1895 in concomitanza con l’inaugurazione della prima Biennale - I Esposizione Internazionale d’Arte della Città di Venezia - ai Giardini di Castello. Fu anche il primo albergo veneziano a offrire energia elettrica a tutti i suoi ospiti. Vi soggiornarono personaggi illustri, a partire da Claude Monet, celebre pittore impressionista che fu ospite della struttura nel 1908. A lui sono dedicate le meravigliose Monet Suite, impreziosite da alcuni dipinti dell’artista contemporaneo Olivier Masmonteil, in cui si celebra la maestria del pittore nel catturare la luce di Venezia. Prima di assumere il nome attuale, il St. Regis è stato anche Hotel Europa & Regina.

Il St. Regis Venice si trova a meno di cinque minuti da Piazza San Marco
The St. Regis: gli interni e le stanze
Terminati i lavori dell’imponente ristrutturazione dell’ottobre 2019, basata sul design curato dallo studio Sagrada di Londra, l’albergo ha preso la forma attuale con 130 camere e 39 suite distribuite su cinque palazzi, il più antico dei quali, Palazzo Badoer Tiepolo, risale al XVII secolo. Molte delle stanze si affacciano sul Canal Grande, con una vista unica su Punta della Dogana e sulla Basilica di Santa Maria della Salute.

Canal Grande Suite del St Regis Venice
Nelle aree comuni si celebra un omaggio a Carlo Scarpa, grande artista e architetto veneziano; allo stesso modo, Venezia è rappresentata in ogni angolo, grazie ai tessuti, alle creazioni artigianali e ai pavimenti in marmo. Numerose anche le collezioni e le opere d’arte, tra cui il maestoso White Chandelier, lampadario del cinese Ai Weiwei nel Gran Salone, lavorato a mano in collaborazione con i maestri dello Studio Berengo di Murano, che reinterpreta l’arte barocca veneziana in chiave contemporanea.
The St. Regis: l’Arts Bar Venice
Vale una sosta, prima o dopo cena, l’Arts Bar Venice, guidato dall’ottimo Ludwig Negri, bar manager con esperienze internazionali in grado di soddisfare ogni esigenza, sia con cocktail classici, sia con signature drink di alto livello o creati su misura per l’ospite.

L’Arts Bar Venice
The St. Regis, la squadra del ristorante Gio’s
Il Director of Bars & Restaurants, responsabile del comparto food & beverage, è Facundo Gallegos, anche lui professionista di lunga esperienza, che supporta un cuore gastronomico di notevole caratura come il Gio’s, ristorante affidato all’executive chef Giuseppe Ricci, che merita un racconto a parte. Classe 1985, cresce a Vieste sul Gargano e arriva all’alta cucina passando per una scuola alberghiera frequentata più per necessità che per vocazione, dato che gli sbocchi lavorativi nella sua terra erano legati principalmente al turismo. Imparando il mestiere stagione dopo stagione, affiancato dai maestri giusti, si accorge che la cucina può diventare una passione autentica, «sorprendendo tutti, a partire da me stesso e dai miei genitori».

Si trova così a lavorare a Londra al Galvin per tre anni e mezzo, poi al Dorchester come secondo chef per altri quattro: qui matura un’idea precisa della propria cucina, più orientata alla soddisfazione del palato che al solo impatto estetico, con materie prime scelte senza compromessi. Tornato in Italia, trascorre un periodo con i Santini al Pescatore, poi approda all’Acanto del Principe di Savoia a Milano, prima di arrivare a Venezia. Nel capoluogo lagunare lavora con Giovanni Ciresa al Bauer, una delle esperienze più formative del suo percorso. Prima di approdare al St. Regis, passa quattro anni al Danieli. Al Gio’s riesce a realizzare una cucina originale e dalla forte personalità, capace di conquistare sia la clientela dell’hotel sia gli ospiti esterni, compresi - e non è cosa da poco - numerosi veneziani abituali.

Gio's: lo chef Giuseppe Ricci
Il risultato si ottiene grazie a una brigata solida e affiatata: con Sirio Mignucci, executive sous chef, e gli chef Vito Roccella e Matteo Penazzo ai fornelli. Da non dimenticare le figure fondamentali in sala, che permettono di valorizzare al meglio quanto accade dietro le quinte: Domenico Piemontese, restaurant manager pugliese come Ricci, e Miriam Jessica Quartesan, wine manager di grande competenza, capace di proporre abbinamenti mai scontati.
Gio's, la cucina e il menu
Assaggiando i piatti di Ricci, si percepisce chiaramente come sia riuscito a spostare l’asse dalla classica cucina d’hotel - impeccabile ma spesso poco vivace - verso una proposta coinvolgente per freschezza e gusto, pur gestendo un numero elevato e variegato di coperti, vista la clientela cosmopolita. La selezione dei fornitori è rigorosa, mirata soprattutto al miglior prodotto locale e al gusto unico che certi ingredienti - come le verdure di Cavallino o di Sant’Erasmo - possono donare al piatto.
Si può mangiare anche alla carta, ma l’ultimo menu di Ricci è un vero programma gastronomico che unisce due mondi e i loro sapori che vale la pena provare: non a caso si intitola Armonia tra Veneto e Puglia. Proposto a 150 euro (più 120 per l’abbinamento), è un viaggio goloso. Si inizia con una generosa serie di cicchetti di benvenuto e con il pane, notevole, a base di farina tipo 1, miele veneto di acacia, farina di mais estruso e semi di girasole di un’azienda padovana, uniti a semola di grano duro per un tocco pugliese. Seguono: tarallo al vino bianco con baccalà mantecato, umami di mela e foglioline di melissa; tartelletta con polvere di oliva nera ogliarola del Salento, marmellata di pomodori del Cavallino e origano pugliese. Ottima la cialda di patata del Montello con crema di acquasale, piatto di recupero della cucina pugliese a base di pane raffermo, pomodoro, aceto e cetriolo barattiere.
Gio's: Carpaccio di manzo Garronese veneto
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Gio's: Fiore di zucchina al forno ripieno
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Gio's: Peperone cornetto ripieno di Caciocavallo podolico e pomodori secchi
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Gio's: Pomodoro nasone - cannolo
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Ancora: crudo di branzino locale con cipolla di Acquaviva, una sorta di saor più delicato; e la freschezza del sedano di Rubbio in giardiniera con nespole del Salento ossidate e bagigi (arachidi) del Polesine. Il menu prosegue con la carne: carpaccio di manzo Garronese veneto con salsa pearà al cren, brunoise di melanzane sott’olio e zucchine gialle acidulate, il tutto condito con olio al prezzemolo e foglie di senape rossa. A parte, un fiore di zucchina al forno ripieno di ricotta, brunoise di mela e cetrioli, e garum di alici. Si continua con un delizioso peperone cornetto ripieno di Caciocavallo podolico e pomodori secchi, su zuppetta fredda al profumo di basilico, completata da una salsa all’uovo e fiori di gelsomino. Potente il fuoriprogramma: pomodoro nasone in tre versioni - arrosto, in un cannolo ripieno di pancotto, e secco gratinato - con insalatina di fragole e menta, a completare una focaccina pugliese.
Di grande eleganza i bottoni di pasta di semola fatti in casa, ripieni di baccalà alla vicentina e sedano acidulo, mantecati con burro e zeste di limone, serviti con levistico e pepe nero. Goduriosi i tagliolini home made ai ricci di mare con crema al prezzemolo e friggitelli. Non da meno le cozze, su crema di friggitelli e cetriolo barattiere, salicornia e la loro salsa. Succulenta la fiorentina di agnello dell’Alpago cotta sui carboni, laccata al limone fermentato, servita con salsa peverada e misticanza di stagione con kiwi ossidato. Notevole anche il dessert: spugna croccante al pomodoro con pesche al Primitivo e robiola di capra, meringhe al basilico, sorbetto alla pesca di Verona e acqua di pomodoro.
P.za San Marco, 2159 30124 Venezia