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sabato 12 luglio 2025  | aggiornato alle 00:08 | 113427 articoli pubblicati

Campi Flegrei, terra di miti e sapori: la tappa di “Praesentia” incanta Bacoli

La quarta tappa di Praesentia approda nei Campi Flegrei con un racconto immersivo tra storia, mito e gusto. Tra bradisismo, prodotti identitari e cozza flegrea, Bacoli riscopre il suo legame profondo con i quattro elementi

 
04 luglio 2025 | 12:17

Campi Flegrei, terra di miti e sapori: la tappa di “Praesentia” incanta Bacoli

La quarta tappa di Praesentia approda nei Campi Flegrei con un racconto immersivo tra storia, mito e gusto. Tra bradisismo, prodotti identitari e cozza flegrea, Bacoli riscopre il suo legame profondo con i quattro elementi

04 luglio 2025 | 12:17
 

La quarta tappa di “Praesentia, gusto di Campania. Divina”, il format culturale promosso dalla Regione Campania, è approdato a Bacoli (Na), nei Campi Flegrei. Accattivante il claim: “Dove si coltiva il mare. Storie e miti gastronomici dei Campi Flegrei”. E però, non vale! E no che non vale. Se si tratta di aizzare polemica, responsabilmente ad essa non ci si sottrae e anzi, lo ribadiamo ad alta voce: non vale! Non è deontologicamente corretto impostare disfida ad armi impari. Si va nei Campi Flegrei per visitare un’area che ci dicono essere bella, anche affascinante alquanto, e invece visitiamo un posto magico. È magia, nulla di meno che magia, che ci prende e ci fa eludere le grandezze fondamentali sulle quali basiamo il nostro vivere: lo spazio ed il tempo. Nei Campi Flegrei il tempo non ha un quando e il posto non ha un dove.

Campi Flegrei, terra di miti e sapori: la tappa di “Praesentia” incanta Bacoli

A Bacoli la quarta tappa di “Praesentia, gusto di Campania. Divina”

Campi Flegrei, dove i quattro elementi si incontrano

Il posto, a dirla bene, non ha neanche identità precisa secondo i quattro elementi di Empedocle: fuoco; terra; acqua; aria. Chissà, forse in chiusura ci sovverrà Aristotele con il suo quinto elemento. Il fuoco (primo elemento) permea i Campi Flegrei già con il nome. Il nome Campi Flegrei deriva dal greco e sta per "campi ardenti, in fiamme". Nella vasta caldera dei Campi Flegrei molte volte il fuoco è rinato ancora e ha messo la terra (secondo elemento) nelle condizioni di non giacere nell’immobilità assoluta, come se fosse morta, bensì di vivere e quindi, essenzialmente, di respirare. È il respiro vitale della caldera. C’è chi lo chiama bradisismo.

Campi Flegrei, terra di miti e sapori: la tappa di “Praesentia” incanta Bacoli

Il Lago d'Averno nei Campi Flegrei
 

E quando è l’ora magica del tramonto (momento magico nell’ambito della magia complessiva dei Campi Flegrei) e il sole scivola all’orizzonte e va a violentare altre notti, lo sciame rosso del cielo genera contrappunto cromatico con il verde e l’azzurro dell’acqua (terzo elemento). L’acqua dei laghi e l’acqua del mare. I laghi sono quattro: Lago d'Averno, Lago Fusaro, Lago Lucrino, Lago Miseno. Qui il mare trova imbuto pittoresco tra Procida e il suo monte sulla terraferma (Monte di Procida) e così facendo, le correnti fanno esercizi lucidi, lascia il Golfo e nuota verso le acque domizie. Marosi nebulizzano le acque e le rendono allo stato gassoso. È l’aria salmastra che abbraccia effluvi solforosi. È l’aria (quarto elemento) dei Campi Flegrei.

Campi Flegrei, MytilusFest

Acclarato che, magicamente, lo spazio non ha un dove preciso, con fuoco, terra, acqua e aria che generano incontri osmotici, osserviamo cosa accade al tempo che non ha un quando. Semplicemente osserviamo che da circa tre millenni vi è anche osmosi temporale: il vivere quotidiano di oggi non è molto dissimile da quello del passato se solo pensiamo alla coltivazione della cozza flegrea. A tale riguardo, Bacoli celebra la cozza il 12 e 13 luglio 2025 con MytilusFest: un weekend tra mare, storia ed enogastronomia, un tour alla scoperta del territorio flegreo.

Campi Flegrei, la cozza flegrea 

Ed a proposito della cozza flegrea, si deve alla passione e all’arguzia di valenti chef flegrei se questo mitile sta vivendo una nuova stagione felice. Vi è stata ghiotta riproposizione del sauté di cozze con fagioli a formella. Il fagiolo a formella è una pianta erbacea con foglie di colore verde scuro, il fiore è piccolo e bianco, il frutto, un baccello verde di circa 8 centimetri di lunghezza, contiene dei semi dalla caratteristica forma trapezoidale e dal colore bianco. Si coltiva nella zona dell’Acerrano-Nolano e la sua coltura è praticata per lo più in abbinamento a quella del pisello, utilizzandone i sostegni. Gradevole il suo particolare sapore di ortaggio fresco.

Campi Flegrei, terra di miti e sapori: la tappa di “Praesentia” incanta Bacoli

Cozza flegrea: un alimento rivitalizzato dalla cucina locale

Il sauté di cozze con fagioli a formella lo ha preparato il valente chef Antonio Tubelli. La chef Marianna Vitale ha cucinato la “polpessa flegrea”. In gagliardo abbinamento, il Colle Rotondella, Campi Flegrei Piedirosso Doc fatto da Cantine Astroni. Location: Villa Ferretti, incastonata tra la scogliera di Baia e il suo Castello. Eretta sul finire del XIX secolo, confiscata nell’anno 1997, è caso fulgido di riuso etico ed ospita il Centro di Alta Formazione in Digital Humanities e Archeologia del Mare dell’Ateneo Federiciano.

Campi Flegrei, un tempo presente

A proposito del tempo presente che convive con il passato secondo una lettura storica, il caso emblematico è il Castello Aragonese di Baia, sede attuale del Museo archeologico dei Campi Flegrei (imperdibile la non frettolosa visita). Dove sorge questo Castello Aragonese? Sorge sulle rovine del Palazzo Imperiale, e difatti tracce di camminamenti, opus reticolatum e ambienti termali sono ancora oggi visibili. Quindi, un passato che divenne presente.

Campi Flegrei, terra di miti e sapori: la tappa di “Praesentia” incanta Bacoli

Il Castello Aragonese di Pozzuoli

Punctum dolens dei Campi Flegrei, ben più di una contingency artatamente dilatata dai media qual è il bradisismo, con ogni scossa che forte così non ce ne erano mai state (!), è la cognizione stessa che hanno gli operatori turistici dell’area. Sebbene metodologicamente scorretto, nel senso che sappiamo bene che non si descrive per negazione, una licenza one shot ce la prendiamo e responsabilmente proviamo ad affermare che, innanzitutto, i Campi Flegrei non sono né il lato B della dirimpettaia Penisola Sorrentina in termini di bellezze naturali e di scorci paesaggistici, e né il lato B dell’area archeologica di Pompei-Ercolano. Pompei ed Ercolano sono siti archeologici unici al mondo.

Campi Flegrei, terra di miti e sapori: la tappa di “Praesentia” incanta Bacoli

Solfatara nei Campi Flegrei

E il turista cosa fa? Riflettiamoci insieme: prenota il biglietto, paga, entra, ci sta il tempo che vuole, ma comunque misurato in ore, ammira le vestigia, cosa ne percepisca molto dipende dal suo retroterra culturale, dalla sua propensione al voler apprendere e, in definitiva dal suo mind set, si avvia all’uscita. Esce e gli scavi stanno lì e lui sta qui: nel presente.

Il quinto elemento: l'anima dei Campi Flegrei

I Campi Flegrei non sono la periferia balneabile di Napoli e non sono più (ahinoi, lo furono per decenni !) il luogo dei matrimonifici! E quindi, dopo questa efferata violenza metodologica (descrivere per negazione), vogliamo provare a dire quale potrebbe essere lo stato desiderato futuro dei Campi Flegrei? Si azzarda. I Campi Flegrei sono il luogo di destinazione di quanti, nel mondo, vanno oltre teoria e prassi del turismo come è oggi inteso, la vacanza breve con ritmi veloci e con la spunta delle cose da vedere (ecco, spunta blu, Lago d’Averno, lo abbiamo visto, passiamo appresso) per tendere a vivere il luogo divenendo cittadino temporaneo.

Campi Flegrei, terra di miti e sapori: la tappa di “Praesentia” incanta Bacoli

Resti archeologici a Bacoli

Quanti “expat”  (letteralmente = espatriati) nel significato di trasferimento agognato, pianificato e realizzato ci sono nel nostro Bel Paese? Stima recente ne conta 73mila circa. In grandissima parte ubicati tra Toscana (il Chiantishire) e Umbria. Qual è l’impatto di questi expat sul territorio? Ci si ferma qui, invitando ad un’articolata e non frettolosa riflessione. Si parlava in apertura dei quattro elementi e ci si chiedeva se Aristotele volesse aggiungere sua saggezza. Dunque, Aristotele aggiunse un quinto elemento: la quintessenza. L’elemento con “l’anima”, l’elemento che trasmette competenza e passione e a sua volta da competenza (sempre crescente) e passione (evergreen) è sospinto. E potremmo mai pensare che nel luogo dei miti dove per un Ulisse che ci attraversa da nord a sud c’è un Enea che naviga nel verso opposto, si difetti in quintessenza? Non sia mai detto!

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