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“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

Dal 2026, al Bremgartenfriedhof, il 2° cimitero più grande di Berna, le sale delle urne del crematorio verranno riconvertite in La Vie, un ristorante che unirà cucina regionale, atmosfera Belle Époque e rispetto per il luogo, trasformando uno spazio di memoria in un punto d'incontro tra storia, rigenerazione e convivialità

24 agosto 2025 | 05:00
“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita
“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

Dal 2026, al Bremgartenfriedhof, il 2° cimitero più grande di Berna, le sale delle urne del crematorio verranno riconvertite in La Vie, un ristorante che unirà cucina regionale, atmosfera Belle Époque e rispetto per il luogo, trasformando uno spazio di memoria in un punto d'incontro tra storia, rigenerazione e convivialità

24 agosto 2025 | 05:00
 

A Berna la morte smette di essere tabù e diventa occasione di incontro. Nelle sale ottocentesche del crematorio del Bremgartenfriedhof, uno dei cimiteri monumentali della capitale della Svizzera, nascerà nel 2026 “La Vie”, un ristorante che unisce cucina semplice, atmosfera Belle Époque e un messaggio chiaro: anche accanto al ricordo dei defunti si può creare un luogo di vita, condivisione e serenità.

Ecco perché a Berna è nato un ristorante nel cimitero

L'idea, che a prima vista può sembrare spiazzante, ha motivazioni pratiche e culturali. Come spiega la Cooperativa bernese per la Cremazione, «il lutto e il modo di ricordare i parenti e gli amici stanno cambiando. Sempre meno persone vogliono essere sepolte in un cimitero convenzionale». Oggi molte famiglie preferiscono conservare le ceneri in casa o disperderle in natura, e così le sale del crematorio - costruito nel 1908 e vincolato come bene storico - sono rimaste in gran parte inutilizzate. Poiché non potevano essere abbattute, la direzione ha scelto di riconvertirle con un progetto che ha già fatto parlare di . Per capire meglio il progetto, abbiamo parlato con Mirjam Veglio, responsabile del crematorio e figura chiave dietro alla nascita di La Vie.

Il nome "La Vie", la cucina e l'atmosfera

Perché avete scelto il nome “La Vie” e quale messaggio volete trasmettere?

Qui al cimitero la morte fa parte della quotidianità. È un passaggio inevitabile, come la nascita. Con “La Vie” vogliamo ricordare che la vita e la morte sono strettamente legate e che, anche di fronte alla perdita, è possibile creare momenti di condivisione e serenità.

Quali saranno gli orari di apertura e che tipo di cucina proporrà il ristorante?

Il locale avrà orari contenuti per rispetto del luogo (dal lunedì al venerdì, 8:00-19:00) e il menu sarà pensato soprattutto per i pranzi e per i momenti dopo le cerimonie funebri. La cucina sarà semplice ma curata, con prodotti regionali e stagionali. Sono previsti piatti del giorno, menu per banchetti e proposte leggere, ma la definizione finale dell'offerta è ancora in corso.

“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

La responsabile del crematorio del Bremgartenfriedhof di Berna, Mirjam Veglio

L'atmosfera sarà ispirata alla Belle Époque. In che modo questo stile si rifletterà negli spazi?

La Belle Époque sarà evidente nella scelta dei materiali e dei colori: l'ottone sarà il filo conduttore, presente nei rivestimenti, nei tavoli e nelle sedie. Il parquet in rovere, il bordeaux e un caldo verde completeranno l'insieme, creando un ambiente accogliente e ricercato.

Gli spazi, la capienza e il pubblico del ristorante

Come verranno garantiti silenzio e rispetto in un luogo così particolare? È previsto anche uno spazio all'aperto?

La disposizione degli spazi aiuterà a preservare la quiete: il ristorante sarà ospitato in un'ex sala delle urne chiusa, mentre il cortile interno si troverà sul retro della cappella principale, lontano dalle zone dove si svolgono le cerimonie. Sul lato del cimitero ci saranno solo pochi tavoli, soprattutto per segnalare l'ingresso. L'area esterna principale sarà invece nel cortile interno, circondato dall'edificio, un piccolo giardino raccolto e protetto dove sarà possibile sostare in tranquillità.

Quale sarà la capienza del locale?

Il ristorante avrà tre aree principali: la sala con circa 50 posti a sedere, la lounge con quattro poltrone e piccoli tavolini per momenti più informali e il giardino d'inverno, dove si potranno organizzare pranzi per gruppi fino a 30 persone, compresi i tradizionali rinfreschi dopo le cerimonie.

“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

Alcune sepolture immerse nel verde del cimitero Bremgartenfriedhof di Berna

Punterete su fornitori e artigiani locali?

Assolutamente sì. Le imprese che stanno lavorando alla ristrutturazione sono per lo più della zona. Anche la cucina valorizzerà la produzione locale: a Berna ci sono ad esempio molte piccole birrerie artigianali che vorremmo inserire nell'offerta.

E che tipo di pubblico vi aspettate?

Il ristorante sarà aperto ai familiari delle persone defunte, ai visitatori del cimitero, ai residenti della zona, ma anche ai turisti e a chi cerca un luogo originale per occasioni particolari.

La comunicazione dell'apertura del ristorante e le aspettative

Come comunicherete l'apertura del locale?

La campagna punterà sia sul pubblico locale sia sul turismo. L'interesse suscitato anche oltre i confini svizzeri dimostra che il progetto ha una portata più ampia, e la comunicazione rifletterà questa doppia vocazione.

“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

I lavori in corso al crematorio del Bremgartenfriedhof

Quali emozioni sperate che i visitatori portino a casa dopo l'esperienza a “La Vie”?

Spesso chi partecipa a una cerimonia funebre vive emozioni molto intense. Con “La Vie” vogliamo offrire un luogo che rispetti quel momento, ma che allo stesso tempo permetta alla tristezza di lasciare spazio a un po' di leggerezza. Se le persone usciranno con il cuore un po' più sereno e magari con un sorriso, avremo raggiunto il nostro obiettivo.

"La Vie", non solo un ristorante ma un simbolo di Berna

Un ristorante in un cimitero può sembrare un paradosso, ma a Berna diventa un esperimento culturale che spinge a ripensare il rapporto tra vita e morte. “La Vie” non è solo un locale, ma un simbolo: il segno che la convivialità può essere anche strumento di memoria, e che la città, nel suo dialogo con la storia, sceglie di dare nuova vita a luoghi che rischiavano di restare silenziosi e dimenticati.

La storia del Bremgartenfriedhof

Per comprendere appieno il valore culturale e simbolico di La Vie, occorre guardare anche alla storia del Bremgartenfriedhof, il luogo che ospiterà il nuovo ristorante. Aperto nel 1864 come sostituto del Monbijou-Friedhof, è situato in Murtenstrasse 51, vicino all'ospedale Inselspital, e si estende su una superficie di 16 ettari. La prima sepoltura risale al 1° gennaio 1865, quando l'area era ancora campagna fuori città. La camera mortuaria arrivò nel 1885, seguita dal crematorio nel 1908 e dalla sala delle urne nel 1931, poi ampliata. Nel 1954 vennero costruiti il nuovo ingresso, una sala delle cerimonie e gli uffici amministrativi.

Oggi il cimitero è anche un grande parco, curato da Stadtgrün Bern, che negli anni si è aperto a diverse comunità religiose: dal 1999 vi si trova un campo per sepolture islamiche, dal 2018 uno spazio per i buddisti e dal 2019 un tempio funebre hindu. Tra le particolarità spiccano le tombe dei soldati belgi, francesi e polacchi internati durante le guerre e l'“anatomiegrab”, legato all'Istituto di Anatomia dell'Università di Berna. Con il declino delle concessioni familiari e la crescita della cremazione senza lapide, come detto, il Bremgartenfriedhof sta assumendo sempre più l'aspetto di un parco urbano, un luogo dove storia, memoria e vita quotidiana si intrecciano.

Cosa vedere a Berna (oltre al ristorante nel cimitero)

E proprio perché il centro di Berna è così vicino, la visita al nuovo ristorante potrà facilmente diventare parte di un itinerario turistico più ampio. La città vecchia, l'Altstadt, si raggiunge in una mezz'ora a piedi dal Bremgartenfriedhof. Qui il fiume Aar avvolge il centro storico con il suo corso, creando una scenografia che sembra sospesa tra medioevo e modernità. L'itinerario inizia lungo Spitalgasse, la via che conduce dentro la città medievale: da qui si apre la lunga sequenza di sei chilometri di portici, tra i più caratteristici d'Europa. Sono arcate che invitano a passeggiare in ogni stagione, offrendo riparo dal sole o dalla pioggia, e che custodiscono sotto le loro volte boutique, gallerie d'arte, negozi e caffè.

“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

Panoramica della città vecchia di Berna

Proseguendo lungo Marktgasse si incontra la Zytglogge, la Torre dell'Orologio, uno dei simboli più celebri di Berna. Eretto intorno al 1200 come porta d'accesso alla città, oggi il suo orologio astronomico attira ogni ora decine di turisti per lo spettacolo delle figure meccaniche che prendono vita. Giullari, orsi e statuine danzano allo scoccare dei rintocchi, mentre all'interno si può visitare il meccanismo medievale e salire fino in cima, dopo 130 gradini, per ammirare il panorama sui tetti e sui vicoli della città vecchia. Subito dopo, lungo la Kramgasse, ci si imbatte nella Einsteinhaus, la casa in cui Albert Einstein abitò dal 1903 insieme alla moglie. È qui, al civico 49, che lo scienziato elaborò parte delle sue teorie fondamentali. Oggi l'appartamento è diventato un piccolo museo che conserva fotografie, appunti e documenti, offrendo uno sguardo ravvicinato sulla vita quotidiana del genio.

“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

La Zytglogge, la Torre dell'Orologio, uno dei simboli più celebri di Berna

Più avanti si erge la sagoma imponente del Munster, la Cattedrale di San Vincenzo, con il campanile più alto di tutta la Svizzera, oltre cento metri. La sua costruzione, iniziata nel 1421, durò quasi un secolo e mezzo. Il portale principale, scolpito da Erhart Küng, raffigura il Giudizio Universale con 294 figure tra angeli, martiri e profeti. L'interno si apre su tre navate illuminate da splendide vetrate quattrocentesche, arricchito da un pulpito decorato e da dodici cappelle volute dalle famiglie nobili bernesi, ognuna con stemmi e particolari unici. La salita alla torre campanaria - 312 scalini - conduce alla piattaforma panoramica con la vista che spazia fino all'Oberland bernese.

“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

La Munster, la Cattedrale di San Vincenzo a Berna

Da qui, con una breve passeggiata, si raggiunge il Kunstmuseum, il Museo d'Arte di Berna, fondato nel 1809. Le sue collezioni contano oltre 50mila opere e offrono un percorso che va dal Duecento a oggi. Al pianterreno si incontrano Duccio di Buoninsegna, Beato Angelico e i grandi maestri italiani, insieme a opere di artisti svizzeri come Albert Anker. Nelle sale dedicate all'impressionismo e al post-impressionismo spiccano Van Gogh, Manet e Cézanne, mentre al piano superiore ci si immerge nei capolavori cubisti e contemporanei di Picasso, Kandinsky e Klee.

“La Vie”: a Berna un ristorante nel cimitero diventa simbolo di memoria e rinascita

Il Kunstmuseum, il Museo d'Arte di Berna, fondato nel 1809

Infine, per chi dispone di più tempo, a cinque chilometri dal centro si trova il Zentrum Paul Klee, progettato da Renzo Piano. Tre grandi onde d'acciaio immerse nel verde ospitano la più vasta collezione dell'artista svizzero e richiedono almeno mezza giornata di visita, ma sono una tappa imperdibile per gli amanti dell'arte moderna.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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