Con la nuova sede in Piazza dei Caprettari, Idylio by Apreda rilancia l’alta cucina romana. Il ristorante di Francesco Apreda unisce design raffinato, menu speziati e una filosofia che racconta viaggi e memoria.
Una nuova sede più aperta a Roma
La prima impressione è di è di casa: tutto torna, senza ostentazioni. Il locale è bello, elegante e per chi conosce la cucina dello chef, sembra un po’ come cucito sulla sua pelle. C’è quel tanto che basta di richiami esotici per capire che i piatti qui giocano sulle spezie, la caratteristica dello chef da sempre. E ci sono le farfalle che ne enfatizzano la leggerezza. E c'è il colore della serenità e del calore, l'arancione. Insomma, già dal solo ingresso si capisce perché il “nuovo” Idylio by Apreda è finalmente il locale su misura di uno dei cuochi iconici e più eleganti di Roma.

Idylio by Apreda, un piatto color arancione
Dopo anni all’interno del The Pantheon Iconic Rome Hotel, la scelta di spostarsi su strada, con ingresso indipendente in Piazza dei Caprettari, a pochi passi dal Pantheon, ha rappresentato senza dubbio un’evoluzione importante per il ristorante: maggiore visibilità, accessibilità diretta e un segnale di apertura alla città. Rafforzato per l’estate dall’apertura di un dehors.
Idylio by Apreda, la sala
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Idylio by Apreda, un particolare della sala
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Idylio by Apreda, particolare della sala
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Un piccolo trasloco di pochi metri, che ha dato più valore al ristorante, ma anche all’hotel che ha acquisito nuovi spazi interni, mentre segnala sempre il tutto esaurito per il locale più easy sul terrazzo.
Gli interni del “nuovo” Idylio giocano su toni blu e arancio, linee contemporanee e dettagli che richiamano la storia di Roma. Il legno naturale del mobilio e le luci soffuse creano un ambiente ovattato, che sembra mettere il commensale a proprio agio. La ricordata farfalla è però la protagonista: metafora di leggerezza, trasformazione e creatività, elementi che ben rispecchiano la filosofia di Francesco Apreda. La si trova un po’ dovunque, ma bisogna saperla cercare, non è invadente, come è per le cose di classe.
Le farfalle, simbolo di Idylio by Apreda
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Le farfalle, simbolo di Idylio by Apreda
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Le farfalle, simbolo di Idylio by Apreda
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Le farfalle, simbolo di Idylio by Apreda
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La cucina delle spezie: “Speziale – la nuova rotta"
Il cuore di Idylio è però ovviamente nella cucina di Francesco Apreda, che da anni ha propone uno stile personale, che unisce la memoria dei sapori italiani con contaminazioni internazionali, soprattutto orientali.
E non a caso, l’ultima proposta, il menu degustazione “Speziale – La nuova rotta”, è un viaggio che mette al centro le spezie: Tracina alla scapece, dove l’anice nero (varietà davvero poco nota) si integra in modo assolutamente originale col caviale. Mix e contaminazioni che valgono allo stesso modo per il Baccalà in olio cottura (Evo), accompagnato e friggitelli. Un piatto che è ponte Napoli–tropici costruito su tecnica e leggerezza.

Lumachine di Pasta ai Totani, Lavanda e Olive Nere, Idylio by Apreda
Da non perdere poi il piatto di Lumachine di pasta laccate con sugo di totani, su cui sono aggiunte una spuma di olive nere e una nota di lavanda che dà leggerezza e che sembra quasi richiamare le farfalle simbolo del ristorante.
E ancora, i Raviolini di crescione, con sgombro e nervetti dove terra e mare sembra fatti per stare naturalmente insieme. Ugualmente intrigante è la Gallinella al vapore, che si unisce a cozze e tè verde. Perfetta poi la chiusura di un menù che da solo vale l’esperienza di una cena con Rabarbaro speziato, amaretti e frittelle di cioccolato. E in questo senso si può parlare, senza irriverenza, di una sorta di rito che comincia già dall’esperienza sensoriale dei blend di spezie presentati prima del piatto vero e proprio. Un modo per stimolare i sensi e facilitare la ricerca di identità e ricordi durante il pranzo.
Tracina alla scapece, Idylio by Apreda
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Idylio by Apreda: Baccalà, Cocco e Friggitelli
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Un piatto di Idylio by Apreda
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Un piatto di Idylio by Apreda
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I signature e la maturità di Apreda
Ogni piatto è pensato per sorprendere, ma anche per lasciare una traccia duratura nella memoria gustativa, così come per i piatti simbolo di Apreda, da Pollo alla romana in due culture, alla Rana pescatrice al curry verde, lardo e cipollotto o al Babà in sospensione, ciliegie e sesamo che figurano nel menù alla carta insieme ad altre 9 iconic signature che sono fra le creazioni culinarie intramontabili dello chef.

Il Pollo di Francesco Apreda, sporzionato al tavolo
Accanto ai percorsi gourmet, il ristorante propone anche una formula pranzo con menu più snelli e accessibili, mantenendo lo stesso livello di qualità e ricerca. E ciò vale anche per la domenica, a conferma di come non funzioni la regola secondo cui un ristorante stellato debba per forza essere inavvicinabile. La modalità di Idylio è proprio quella di richiamare un pubblico più ampio senza tradire l’identità del locale. E ciò in linea con le tendenze dei locali più attenti al mutare delle preferenze della clientela.

Un classico di Idylio by Apreda, Baba in sospensione
Il tutto con il menù Speziale a 170 euro, vini esclusi, 5 piato a scelta fra quelli “storici” a 150 euro e l’Idylio’s butterflay (4 piatti. a scelta fra le due liste) a 130 euro
Un’esperienza di maturità gastronomica
La critica è concorde: quella di Apreda non è più la cucina delle proposte dei viaggi o delle esperienze all’estero (che hanno reso celebre la sua cucina all’Hasller quando conquistò la sua prima stella). I suoi piatti rappresentano un nuovo livello di maturità creativa, dove al bello delle presentazioni, assolutamente curate in ogni dettaglio, ma senza fronzoli inutili o virtuosismi da food design, si associa l’equilibrio dei sapori, la precisione tecnica e la costante volontà di trovare il giusto connubio fra la tradizione e l’innovazione. Una frase fatta per molti suoi colleghi, ma che per Francesco è come un imperativo da seguire sempre.

Francesco Apreda (foto Alberto Blasetti)
Ogni piatto nasce dalla ricerca sui singoli prodotti. C’è un approccio attento al prodotto e un costante lavoro di ricerca: le spezie, le contaminazioni orientali e i richiami alla Campania e a Roma diventano parte di un’unica narrazione coerente e riconoscibile. E sulle spezie si deve insistere perché giocano un ruolo chiave in tutti i piatti. Si tratta di miscele aromatiche create da Francesco con polveri di ingredienti essiccati. In questo lavoro molto brillante, preciso e senza eguali, sembrano emergere le sue radici campane che si sono come sposate con le sue esperienze mediorientali e orientali.
Sala, servizio e carta dei vini
Una nota particolare va fatta per l'ottimo servizio del ristorante. Il personale accompagna con discrezione e competenza, mentre la carta dei vini propone una selezione centrata, con buona attenzione anche alle bollicine e ai produttori del Sud Italia.
Biografia essenziale di Francesco Apreda
Nato a Napoli, Francesco Apreda ha costruito la sua carriera tra Londra, Tokyo, Mumbai e Nuova Delhi, esperienze che hanno arricchito il suo repertorio gastronomico di tecniche e suggestioni. Tornato in Italia, ha trovato a Roma il suo palcoscenico ideale.
Già executive chef dell’Imago all’Hassler, nel 2009 conquista la sua prima stella Michelin. Con l’apertura di Idylio, ottiene una nuova stella nel 2019, a soli sei mesi dall’inaugurazione.
La sua cucina, oggi, rappresenta una sintesi personale e matura: radici italiane, spirito internazionale, rigore tecnico e creatività libera.
Idylio come manifesto
Con la nuova sede, Idylio (che ha riaperto in questi giorni dopo le ferie estive) è diventato non solo un ristorante stellato, ma un manifesto gastronomico: un luogo in cui Roma dialoga con il mondo, in cui la tradizione incontra le spezie e in cui il design sostiene l’esperienza sensoriale.
Per Apreda è una tappa importante di un percorso che conferma la sua centralità nella scena gastronomica italiana e internazionale, con un ristorante destinato a consolidare la sua reputazione e ad attrarre un pubblico sempre più curioso e appassionato.
Piazza dei Caprettari, 56/60 00186 Roma