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Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

Ad una decina di chilometri a sud di Padova, sulle pendici settentrionali dei Colli Euganei, si incontra questo monastero dedicato a Santa Maria Assunta. Da sempre faro di devozione, cultura e impegno monastico

 
12 settembre 2025 | 08:30

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

Ad una decina di chilometri a sud di Padova, sulle pendici settentrionali dei Colli Euganei, si incontra questo monastero dedicato a Santa Maria Assunta. Da sempre faro di devozione, cultura e impegno monastico

12 settembre 2025 | 08:30
 

Nella campagna veneta, ad una manciata di chilometri da Padova, precisamente a Teolo, un piccolo municipio con poco meno di nove mila abitanti, si incontra l’Abbazia benedettina di Santa Maria Assunta di Praglia. Un antico monastero, intriso di storia e spiritualità, alle pendici settentrionali dei Colli Euganei, una perla verde di oltre 18 mila ettari ricca di storia, arte e cultura, con una forte presenza di coltivazioni, tra cui l’ulivo e la vite, che simboleggiano la millenaria tradizione del luogo.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

Vista sull'abbazia e sui vigneti

L’abbazia fin dalla sua fondazione (datata tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo) patrocinata dalla potente famiglia vicentina dei conti Maltraversi di Montebello, è stata un faro di devozione, cultura e impegno monastico. Oggi è un luogo ricolmo di storia, meditazione e preghiera, ma anche di sapere artistico e lavoro, meta di un significativo turismo religioso. Il suo nome, “Praglia”, molto probabilmente deriva dal toponimo Pratàlia o Pratàlea, che indica i prati che ancora oggi circondano il complesso religioso.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

Entrata in abbazia

Nel ‘400 il monastero venne interamente ricostruito e della precedente struttura medievale rimangono solo alcune tracce nella parte bassa della torre campanaria ed alcuni affreschi all’interno. La ricostruzione durò parecchi anni come dimostra il rincorrersi degli stili che spaziano dal Medioevo, al Tardo Gotico fino al Rinascimento. Nel ‘500 approdarono al monastero anche illustri artisti dell’epoca, tra cui pittori del calibro di Bartolomeo Cincani detto il “Montagna”, allievo del Mantegna, e Giambattista Zelotti i cui lavori sono ancora ben presenti in molti ambienti abbaziali.

Visita all’abbazia: un percorso di arte, fede e cultura

Nei 900 e passa anni di storia i monaci hanno sempre vissuto nell’Abbazia ad eccezione dell’‘800 quando ci sono state due chiusure, la prima ad inizio secolo in occasione del passaggio di Napoleone e poi nel 1867 agli albori del Regno d’Italia, quando in Veneto venne applicata la legge che sopprimeva tutte le comunità e congregazioni religiose. Così tutti i monaci (a parte alcuni che rimasero per custodire il cenobio) furono costretti a trasferirsi in Istria, allora sotto il dominio Austro Ungarico, in un’altra casa benedettina. Poi nel 1904 tornarono a Praglia e da allora gestiscono l’intera abbazia che nel frattempo era diventata Monumento nazionale.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

Chiostro pensile

Anche per tale motivo, ogni visita si trasforma in un percorso di arte, storia, fede e cultura per ammirare tre dei quattro chiostri (pensile, botanico e rustico), la chiesa abbaziale dedicata a Santa Maria Assunta, la loggetta Fogazzaro, il refettorio monumentale (con un magnifico arredo ligneo, una grande “Crocifissione” dipinta dal “Montagna” alla fine del ‘400 e un pulpito in marmo utilizzato per la lettura delle Sacre Scritture durante i pasti), l’imponente Biblioteca monumentale con oltre 100.000 volumi e la sala del capitolo. Dalla loggetta Fogazzaro la vista corre veloce sulla campagna circostante e sul bellissimo Giardino della Lavanda, un luogo di meraviglia che sembra disegnato apposta per essere ammirato dall’alto.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

La torre campanaria con la base medievale

Nell’Abbazia c’è anche una foresteria con una quarantina di camere, 20 delle quali con servizi privati. Sono messe a disposizione degli ospiti che vogliono trascorrere alcuni giorni a contatto con i monaci e la Regola Benedettina e partecipare alle quotidiane attività di preghiera e lavoro. Notevole è anche l’Osservatorio astronomico che si trova nei giardini abbaziali. È una struttura di moderna concezione con un telescopio di grandi dimensioni che permette di scrutare galassie lontane fino a 50 anni luce.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

Osservatorio astronomico

Anche il sole potrà, a breve, essere osservato con due telescopi solari che ne completeranno la dotazione tecnica. È in corso di realizzazione anche il progetto per la “remotizzazione” della strumentazione: in tal modo astronomi, studiosi e studenti potranno usare il telescopio e scrutare il cielo senza essere in osservatorio. L’iniziativa riporta agli antichi fasti della tradizione monastica per la ricerca del bello del cielo come omaggio al Creato.

“Ora et labora”: la giornata dei monaci di Praglia tra preghiera e lavoro

Ad oggi, quella di Praglia è la comunità monastica (maschile) più significativa d'Italia, in termini di numero di monaci e attività svolte. I monaci residenti nell’abbazia sono 35 a cui si aggiungono i sei che vivono nelle tre case dipendenti del Monte della Madonna di Teolo, un santuario a pochi chilometri dall’Abbazia, di San Giorgio Maggiore di Venezia e di Sadhu Benedict Math (San Benedetto in bengalese) in Bangladesh.

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Comunità monastica di Praglia

Ora ed Labora” è il motto dell’ordine fondato da San Benedetto da Norcia. E quindi i monaci di Praglia dividono il loro tempo tra preghiera (sei momenti giornalieri distribuiti fra le 5,30 e le 21), studio e attività lavorative. Tra le varie attività svolte si ricordano quella agricola per la produzione di olio, miele e vino. Di notevole interesse anche il Centro per il restauro dei libri antichi ed i laboratori erboristico e cosmetico (Apis Euganea) per la produzione di creme cosmetiche, tisane, infusi e rimedi naturali.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

La vendemmia

Tra i lavori svolti a Praglia, il più significativo è quello agricolo. Gli 11 ettari vitati dell’abbazia, situati parte in pianura e parte in collina oltre i 500 metri, sono particolarmente vocati per la coltivazione di vitigni autoctoni e la produzione di vari tipi di vini - bianchi e rossi, fermi e frizzanti, passiti e spumanti metodo classico con la fermentazione in bottiglia e Charmat - Martinotti con fermentazione in autoclave - tutti ottenuti con una vinificazione artigianale, di alta qualità, attenta alla sostenibilità ambientale e al consumatore. Per ottenere quel “bonum vinum purum” di cui spesso parlano le antiche carte pragliesi.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

La cantina e l‘antico fruttaio

«L’attività agricola - racconta Dom Stefano Visintin abate di Praglia - è quella più tradizionale ed antica dell’abbazia. Nel corso dei lavori di restauro è stata trovata una antica vasca per la pigiatura dell’uva che sicuramente risale alla seconda metà del ‘400. Per quanto riguarda la produzione di olio di oliva, attualmente abbiamo circa 300 olivi ma stiamo incrementando la produzione e prevediamo a breve di arrivare a qualche migliaio di olivi. Per quanto riguarda produzione vinicola, siamo sicuramente la cantina più antica dei Colli Euganei ed abbiamo una produzione di vini, che sono quelli tipici della zona. Abbiamo poi sviluppato un’area che è più connessa con la tradizione benedettina che quella degli spumanti metodo classico, o anche metodo benedettino se vogliamo, perché Dom Pérignon era un monaco benedettino».

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L'antica cantina

La produzione annua è di circa 70 mila bottiglie (per buona parte vendute nel canale Horeca ma anche direttamente nel negozio attiguo all’entrata del monastero) per un totale di 11 etichette tra cui il Domnus Abbas uno spumante metodo classico Brut Nature ed Extra Brut a base di Chardonnay, Garganega e Raboso Piave, l’Emeritus un Extra Brut metodo classico 100% Raboso Piave e l’Ex Alto un altro Extra Brut metodo classico con uvaggio 100% Pinot Nero. Altre chicche sono il Festum, un Fior d’Arancio Docg 100% Moscato Giallo, il Praelatus uno Spumante Rosè Raboso Extra Dry ed il Claustrum Colli Euganei, un Fior d’Arancio Docg con affinamento in barriques. Fra i rossi di grande “appeal” è il Decanus, a base di Merlot (80%) e Cabernet Sauvignon. Un vino secco, corposo, fine e delicato con note speziate di frutta rossa e ciliegia.

Il laboratorio di restauro di libri ed opere d’arte

Altra attività molto apprezzata è quella del restauro di libri, a stampa e manoscritti, documenti ed opere d’arte su carta e fotografie. L’attività è iniziata oltre 70 anni fa e da allora sono stati restaurati e riportati all’originario splendore oltre 30 mila beni culturali, librari e archivistici, ed opere d’arte su carta e pergamena.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

Laboratorio di cosmetica

Attualmente nel laboratorio operano tre restauratori esterni e due monaci che, annualmente, portano a termine alcune centinaia di interventi di restauro. L’intervento più importante è stato fatto una decina di anni fa, ed ha interessato un manoscritto arrivato da Assisi con la trascrizione più antica del Cantico delle Creature.

I laboratori erboristico e cosmetico nel solco della tradizione benedettina

All’interno dell’abbazia ci sono altri due laboratori: erboristico e cosmetico. Il primo opera nel solco della secolare esperienza dei benedettini e propone miscele di erbe ottime per tisane, infusi e decotti da sempre segni distintivi della storia e della ricerca dei monaci.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

La Biblioteca monumentale

Oggi vengono proposti riformulati e studiati per essere in linea con i progressi degli studi erboristici, e con una veste grafica nuova, arricchita con le stampe di un atlante illustrato del XIX secolo custodito nella biblioteca del monastero pragliese.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

Antico laboratorio erboristico

Invece il secondo, Apis Euganea, è specializzato nella produzione di creme cosmetiche ricche dei preziosi derivati dell’alveare, tra cui il propoli, e gli estratti delle piante officinali. Nel tempo l’attività ha saputo rinnovarsi e svilupparsi con nuovi prodotti, mantenendo la cura e l’artigianalità proprie dei monaci. Nel 2020 il laboratorio è stato completamente ristrutturato, per adeguare la produzione alle tecniche di lavorazione più recenti.

Il centro convegni: moderno e ben attrezzato

L’abbazia dispone anche di un attivo Centro Convegni con un’aula magna dotata di 200 posti a sedere a cui si aggiungono altri due ambienti - l’Aula seminariale (35 - 40 posti) e quella degli affreschi (15 posti) - per incontri meno numerosi. L’Aula magna è stata recentemente ammodernata ed attrezzata con impianto di amplificazione fisso e mobile e registrazione audio, schermi per proiezioni, cabine di regia e traduzione simultanea.

Dalla spiritualità ai vini: l’Abbazia di Praglia racconta 900 anni di storia

La chiesa dedicata a Santa Maria Assunta

In occasione di convegni e seminari funzionano anche un ristorante e una sala ristoro che si affacciano nel verde del parco che si presta bene per momenti di relax o per cocktail all’aperto.

Per visitare l'abbazia

La visita è libera e non necessita di prenotazione. Si consiglia comunque di preavvertire sempre con una telefonata alla portineria del monastero o, in caso di visite guidate, al numero 049 - 9999476. L’accesso alla biblioteca monumentale è previsto solo il secondo e quarto sabato del mese. Non è previsto un ticket d'ingresso ma viene caldeggiata una donazione per i restauri del complesso monastico: chi dona almeno 5 euro riceverà in omaggio una guida fotografica del monastero. Invece c'è l'obbligo della prenotazione per le visite in cantina (Tel 049 9999476 o mail visitecantina@praglia.it) ed alla fine dei tour è previsto un assaggio di alcuni dei vini dell'abbazia accompagnati da stuzzichini preparati dalla cucina del monastero. La visita ai locali della cantina (degustazione inclusa) dura circa due ore. Le prossime visite sono già programmate per l’11 e 25 ottobre, 15 e 29 novembre, 6 e 20 dicembre sempre dalle 14,30 alle 16,30.

Via Abbazia di Praglia 16 35037 Teolo (Pd)
Tel +39 049 9999476

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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