Il Frantoio Ducale, come a casa per abbondanza e accoglienza

Siamo a Castel Morrone (Ce) dove il locale viene gestito da Pietro Leonetti e dalla moglie. Menu generoso e di qualità, nel calice Piedirosso Dop Sannio

05 gennaio 2020 | 16:01
di Vincenzo D’Antonio
Il generale Giuseppe Garibaldi definì Castel Morrone la “Termopili d’Italia” in quanto fu su queste alture retrostanti Caserta che fu combattuta la battaglia decisiva tra Garibaldini ed esercito borbonico (1 ottobre 1860) le cui conseguenze portarono al ben noto incontro di Teano. Intrisa di storia risorgimentale, Castel Morrone preserva solidamente le tradizioni di una cucina qui ancora fortemente radicata non solo nelle case ma anche in alcune trattorie. A suggello di ciò, la sorpresa piacevolissima di un locale situato all’interno di uno storico palazzo nobiliare del ‘600: Il Frantoio Ducale.


Il palazzo che ospita il ristorante

A condurlo, coadiuvato amorevolmente dalla moglie, il bravo patron Pietro Leonetti (47 anni). Background nella macelleria di famiglia e, così indirizzandosi verso la ristorazione, la cruciale esperienza ai fornelli della trattoria del nonno “Zi Pietro”, baluardo delle suddette tradizioni della cucina morronese. L’ampliamento delle competenze e la conseguente decisione di innovare alcune proposte in carta ed il servizio di sala sono il frutto della sua fondamentale esperienza con Peppe Aversa, lo chef stellato de “Il Buco” di Sorrento.


Pietro Leonetti

Sale ampie, tavoli rotondi ben apparecchiati e ben distanziati tra loro. Negli appropriati calici, a farci compagnia e ad esaltare la successione delle robuste e saporite pietanze, rivelandosi ottimo abbinamento, il Piedirosso Dop Sannio, da sole uve piedirosso fatto da Fattoria La Rivolta. Originale e saporito il benvenuto dalla cucina che altrove andrebbe a costituire proposta di secondo piatto: Spiedini di Maiale nero casertano al pistacchio con broccoli e polpettine di cicoria.

Come si può non cedere ai suadenti suggerimenti di Pietro? E assaggio di ben tre primi piatti sia. Si comincia con una zuppa di farro con castagne, fagioli quarantini, così denominati perché impiegano 40 giorni per maturare, e funghi porcini. Buonissima, evoca i veri sapori di una volta. Convivialità di una volta, sorpresa commovente, i ziti alla genovese, primo piatto di tradizione napoletana, arrivano ben caldi in zuppiera: semplicemente ottimi. A conclusione del trittico di primi, giungono in tavola squisiti spaghettoni con salsiccia piccante.Sempre prodigo di emozioni l’abbinamento con il Piedirosso.


Spaghettoni con salsiccia piccante

Straccetti fritti di maiale nero casertano con papacelle costituiscono l’ottimo secondo. L’impeccabile Muffato della Sala by Marchesi Antinori viene servito in abbinamento ad un perfetto crumble di Mela Annurca Igp e ad un irrinunciabile assaggio di ben fatti struffoli natalizi. Un’esperienza deliziosa, lode allo chef patron Pietro Leonetti, così restio ai clamori mediatici e così paziente, bravo e tenace nel perseguire il suo intendimento di cosa significhi oggi saper validamente proporre cucina autentica.

Per informazioni: www.frantoioducale.com

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