Hotel, calo turisti anche a luglio Gli aiuti del Governo non bastano

Federalberghi segnala un calo delle presenze in hotel in Italia del 51% per il mese di luglio rispetto allo scorso anno. Bocca: «La crisi non si risolve con i "pannicelli caldi". Chiediamo al Governo risposte tempestive» . Intanto dalla bozza del Dl Agosto si prevedono 265 milioni di euro per le imprese del turismo. Le associazioni di categoria: «Benvenuti ma insufficienti»

06 agosto 2020 | 12:44
«I dati del mese di luglio parlano da soli e sono ben lontani dalla narrazione favolistica che qualcuno si ostina a rappresentare». Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, commenta così le risultanze dell’osservatorio turistico alberghiero di Federalberghi, che da oltre 30 anni monitora mensilmente il mercato, ed ha registrato un crollo vertiginoso anche nel mese di luglio, con un calo delle presenze del 51%. Gli stranieri continuano a latitare (-76,4%) e il calo a doppia cifra interessa anche gli italiani (-24,5%). E Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, parla di "pannicelli caldi" insufficienti, riferendosi agli aiuti che il Governo sta "abbozzando" nel Decreto Agosto. A quest'ultimo proposito si sono espresse anche le associazioni del turismo organizzato - Federturismo Confindustria, Assoviaggi Confesercenti, Fiavet Confcommercio, Astoi Confindustria Viaggi e Fto Commercio - dicendo che gli aiuti economici previsti dalla bozza del decreto (265 milioni di euro), sebbene benvenuti, basterebbero a coprire solo parzialmente le perdite del settore turismo.


Federalberghi mette luce sulla drastica situazione in cui versa l'hotellerie italiana

Ancor più tragico è il consuntivo dei primi sette mesi: nel periodo che va da gennaio a luglio le presenze sono calate del 67%, con una riduzione del 57,5% dei turisti italiani e del 76,7% dei turisti stranieri.
 
Ad oggi, le strutture turistico ricettive italiane hanno perso oltre 159 milioni di presenze, e le proiezioni sull’intero 2020 dicono che ne andranno in fumo ulteriori 116 milioni.


 
«Una tale catastrofe - prosegue Bocca - non può essere curata con i pannicelli caldi che abbiamo intravisto nelle bozze del decreto che il Governo si appresta ad emanare. Alcuni punti del provvedimento sono a dir poco deludenti e, se non interverranno modifiche, arrecheranno ben pochi giovamenti alle imprese del turismo. Ad esempio, riservare gli esoneri contributivi alle imprese che cessano del tutto il ricorso alla cassa integrazione, significa non aver capito che l’uscita dal pantano sarà faticosa e graduale: non è realistico pensare che un albergo dall’oggi al domani possa richiamare in servizio tutto il personale. E se sarà confermato l’intendimento di riconoscere gli incentivi unicamente per le assunzioni a tempo indeterminato, saranno escluse tutte le attività stagionali».


Bernabò Bocca

«Da mesi ci sgoliamo per chiedere di correggere una formulazione della norma sull’Imu, per tener conto delle esigenze delle imprese in affitto. È esasperante constatare la disattenzione che si registra nei confronti di questo problema. Chiediamo inoltre che i bar e i ristoranti degli alberghi non vengano discriminati e possano godere delle medesime agevolazioni che sono state previste per tutti gli altri pubblici esercizi e per gli agriturismi».
 
«Abbiamo presentato – conclude Bocca – un insieme di suggerimenti che, senza stravolgere l’impianto del decreto, consentirebbero di recepire alcune istanze di primaria importanza. Al Governo chiediamo una risposta concreta e tempestiva».

La risposta, al momento del Governo, è solo una bozza, quella del Dl Agosto. Dalla bozza si evince l'aumento delle risorse a sostegno delle imprese del turismo organizzato, qualcosa che le associazioni di categoria considerano positivo: il Mibact ha riconosciuto le gravi difficoltà delle imprese del comparto, dando loro un primo - e lungamente atteso - sostegno mirato. Naturalmente è di fondamentale importanza che lo stanziamento arrivi intatto al testo finale, qualsiasi passo indietro le associazioni lo giudicherebbero gravissimo.

Il turismo organizzato sta attraversando, infatti, la crisi peggiore della sua storia. Una crisi che purtroppo non si risolverà nel breve periodo: il blocco delle attività continuerò almeno fino ai primi mesi del 2021, se non oltre.

Sono 265 i milioni di euro previsti dalla bozza che, sebbene benvenuti, sono giudicati dalle associazioni insufficienti: basterebbero a coprire solo parzialmente le perdite registrate da marzo a luglio 2020 e rappresentano solo un terzo della richiesta fatta dal settore.

Per questo motivo è assolutamente necessario che le risorse non vengano sacrificate nel processo che porterà al decreto finale. Senza un sostegno concreto e tempestivo, già a settembre molte aziende chiuderanno, ed altre le seguiranno nei mesi successivi, mettendo sul lastrico migliaia di lavoratori e famiglie.

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Alberto Lupini


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