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Mascherine in estate, si o no? Sono più utili o più fastidiose?

Per il virologo Pregliasco son da tenere anche all'aperto. Per Clementi, «vista la situazione in Italia e il caldo», no. L'Oms propone nuove linee guida. Alla fine, forse, saranno solo i camerieri a doverla tenere.

 
07 giugno 2020 | 10:55

Mascherine in estate, si o no? Sono più utili o più fastidiose?

Per il virologo Pregliasco son da tenere anche all'aperto. Per Clementi, «vista la situazione in Italia e il caldo», no. L'Oms propone nuove linee guida. Alla fine, forse, saranno solo i camerieri a doverla tenere.

07 giugno 2020 | 10:55
 

Con l'incremento dei casi di coronavirus in frenata su (quasi) tutto il territorio italiano - ieri, 6 giugno, addirittura 5 regioni segnavano zero nuovi contagiati - e l'avvicinarsi della bella stagione, ci si interroga in particolare su una misura di contenimento, l'obbligo della mascherina. Con il caldo che comincia a farsi sentire, la mascherina è più utile o più fastidiosa? I pareri - come spesso è accaduto durante questa emergenza sanitaria - sono discordanti.

Mascherine col caldo: sì o no? - Mascherine in estate, il dibattito Sono più utili o più fastidiose?

Mascherine col caldo: sì o no?

«Le mascherine col caldo diventano fastidiose, è vero. Ma in questo momento sono un modo per ridurre il rischio di trasmissione»: questo è il punto di vista, riportato dall'AdnKronos, del virologo dell'Università di Milano Fabrizio Pregliasco. Secondo lui, nonostante il sudore, la difficoltà a respirare a fondo e il calo dei nuovi casi, la mascherina non deve perdere il suo ruolo di dispositivo preventivo fondamentale: «La mascherina ha un'azione utile: dobbiamo considerarci tutti potenziali positivi e sapere che, indossandola, possiamo proteggere gli altri e contrastare la diffusione del virus. La battaglia è ancora in corso».

Non è d'accordo Massimo Clementi, ordinario di Microbiologia e Virologia all'università Vita-Salute San Raffaele di Milano: «La mascherina è utile e importante e deve essere mantenuta in ambienti chiusi e condivisi con altre persone, ma vista l'attuale situazione in Italia, con l'evidente riduzione della carica virale nei soggetti infettati dal coronavirus in questo momento, e vista soprattutto la stagionalità, quindi il caldo e il maggiore irraggiamento Uv, all'esterno questa misura risulta non utile e fastidiosa».

Due pareri abbastanza distanti. Concordano sul fatto che nei luoghi chiusi o laddove non si possano rispettare le distanze di sicurezza la mascherina debba essere obbligatoria. Certo. La questione è aperta e dibattuta sull'utilizzo di questa negli ambienti esterni.

Mentre il dibattito continua, si sa che ci sono categorie che non potranno rinunciare alla mascherina. Naturalmente i sanitari. Ma anche i camerieri, che hanno l'obbligo durante tutto il servizio di tenerla indossata. In una discussione così ampia e accesa sul ruolo della mascherina nella stagione estiva, il personale di sala farà quasi sicuramente parte, insieme a medici e infermieri, di coloro che alla mascherina non potranno proprio rinunciarci.

UI camerieri, categoria che insieme ai sanitari probabilmente manterrà la mascherina per diverso tempo - Mascherine in estate, il dibattito Sono più utili o più fastidiose?
UI camerieri, categoria che insieme ai sanitari probabilmente manterrà la mascherina per diverso tempo

Sull'uso della mascherina si è recentemente espressa (di nuovo) l'Organizzazione mondiale della sanità. Ricordiamo che durante buona parte della pandemia l'Oms non si era particolarmente sbilanciata nel raccomandare l'uso sistematico di mascherine, anzi, ha ricordato più volte l'insufficienza di questo dispositivo per proteggersi dall'infezione (indossare la mascherina «può indurre un falso senso di sicurezza»). La nuova direttiva invece parla di ruolo cruciale delle mascherine per prevenire l'infezione - si legge nelle nuove linee guida dell'Organizzazione: "forniscono una barriera per le goccioline potenzialmente infettive". A questo proposito l'Oms ha ampliato anche le circostante in cui sarebbe fortemente raccomandato utilizzare le mascherine, non solo nei luoghi chiusi, anche "all'aperto, nei posti affollati e nei luoghi pubblici".

È giusto aggiungere su questo argomento anche la recente opinione di Andrea Crisanti, direttore di Microbiologia e Virologia all'Università di Padova. Se infatti - come detto sopra - Clementi sottolinea «l'evidente riduzione della carica virale nei soggetti infettati», Crisanti ha specificato che «il fatto che oggi si vedano casi meno gravi è esclusivamente dovuto alla diminuzione della carica virale in gran parte dovuta all'uso delle mascherine».

In questa questione non deve necessariamente preoccupare l'Rt in rialzo in Lombardia (0,53 il 12 maggio; 0,75 il 26 maggio; 0,91 il 3 giugno) in rapporto alla riapertura delle regioni e alla possibile circolazione in tutto il territorio nazionale: «L'Rt esprime un concetto di velocità. Ci può essere un contagio piccolo che cresce con una certa velocità, poi ci può essere un contagio grosso che si muove molto lentamente. Se l'Rt è vicino all'1 il contagio si spegne lentamente... ma si spegne». «Ci si deve preoccupare quando l'Rt supera 1, ma l'indicatore che vedremo prima non è quello, ma l'incidenza settimanale, il numero di focolai e il sistema di emergenza», allarmi che in Lombardia "non stanno scattando". Questo quanto spiegato da Vittorio Demicheli, epidemiologo direttore sanitario dell'Ats di Milano e membro della task force di monitoraggio nazionale dell'Istituto superiore di Sanità.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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