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Rt della Lombardia sbagliato! Da domenica torna arancio

La Regione aveva chiesto al governo di tornare in arancione. Per questo i tecnici hanno inviato al ministero della Salute i nuovi dati ammettendo di aver sbagliato il calcolo dell’Rt.

 
22 gennaio 2021 | 14:48

Rt della Lombardia sbagliato! Da domenica torna arancio

La Regione aveva chiesto al governo di tornare in arancione. Per questo i tecnici hanno inviato al ministero della Salute i nuovi dati ammettendo di aver sbagliato il calcolo dell’Rt.

22 gennaio 2021 | 14:48
 

Per la Lombardia “rossa” ersa «sbagliato il dato Rt». La Regione è cosi tornata a chiedere al Governo di passare in zona arancione. Per sostenere la decisione, i tecnici della Regione hanno trasmesso al ministero della Salute i nuovi dati. Un'operazione che svela l'altarino: gli stessi tecnici hanno sbagliato il calcolo dell’Rt nell’ultimo monitoraggio. Con la correzione, però, è ripartita la sollecitazione alla cabina di regia nazionale che ora ha fornito al ministro della Salute Roberto Speranza gli elementi per firmare una nuova ordinanza. Quella che già da domenica 24 potrebbe portare la Lombardia in zona arancione.

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La conferma della zona arancio è così arrivata dalla relazione dell’Istituto superiore di Sanità, che certifica — dopo una giornata di liti tra il governo e la Regione — il rientro della Lombardia in arancione, con almeno una settimana di anticipo rispetto a quanto previsto dalle normative. A motivare lo spostamento in arancione è stata proprio una rettifica operata dalla Regione stessa. Scrivono gli scienziati: «In conclusione, dai dati della sorveglianza forniti dalla regione Lombardia l 20 gennaio 20 21 cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla regione: pertanto una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla regione Lombardia».

Dall'errore al ricorso al Tar
Un percorso a ostacoli, insomma, che ha le tinte dell'autosabotaggio ma che non ha bloccato il ricorso della Lombardia al Tar per chiedere il passaggio di fascia. Il nodo era legato all’indice Rt che nell’ultimo monitoraggio trasmesso era superiore a 1,25 e, dunque, in base ai nuovi criteri, ha fatto scattare automaticamente la fascia più restrittiva. Ma la Lombardia ha subito contestato che si trattasse di una fotografia reale: «Tale dato è in ritardo rispetto al contagio sia perché è calcolato sui sintomatici, i quali sviluppano i sintomi a distanza di giorni dalla data in cui sono entrati in contatto con il virus, sia perché, proprio non considerando il dato dei contagiati non sintomatici, non fa emergere le catene di trasmissione tra asintomatici che restano occulte».

Intanto la situazione in Italia dice che i nuovi contagi sono 13.633 con i decessi delle ultime 24 ore che hanno raggiunto quota 472. I tamponi totali (molecolari e antigenici) sono stati 264.728, ovvero 2.839 in meno rispetto a ieri quando erano stati 267.567. Mentre il tasso di positività è del 5,1% (l’approssimazione di 5,149%): vuol dire che su 100 tamponi eseguiti più di 5 sono risultati positivi; ieri era del 5,3%.

La situazione europea
Al di là del caso lombardo che, con un esito positivo vorrebbe dire almeno la riapertura dei negozi al dettaglio e il mancato obbligo dell'autocertificazione, nuove misure restrittive modificano il panorama europeo. Per limitare i viaggi non essenziali, l'Ue ha pensato all'introduzione di test obbligatori alla partenza e quarantena all'arrivo per chi viaggerà da aree ad alto rischio che verranno identificate con una nuova colorazione: rosso scuro. La misura rappresenta la principale novità del video summit dedicato al covid, tenutosi il 21 gennaio. Una riunione convocata dal presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, per contrastare la diffusione delle nuove varianti del virus che, ha spiegato Ursula von der Leyen, «ci preoccupano molto: la situazione è seria».

Al di là della questione sanitaria, aggravata dalla circolazione delle nuove varianti del virus, la volontà è quella di evitare una nuova e dannosa frantumazione di Schengen. Per questo i leader si sono impegnati a mantenere aperte le frontiere interne ma hanno deciso di scoraggiare i viaggi non essenziali: resteranno possibili quelli per lavoro e per la circolazione delle merci. Gli europei si preparano anche a blindare ulteriormente le frontiere esterne dell'Unione. L'Olanda ha già chiuso i voli da 17 nazioni extra-Ue, come Regno Unito e Sud Africa.

E nel frattempo la Francia ha annunciato che a partire da domenica 24 a mezzanotte tutti i viaggiatori in arrivo dagli altri paesi dell'Unione europea dovranno avere il certificato di un tampone molecolare negativo effettuato 72 ore prima della partenza.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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