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Fase 2, il ruolo della responsabilità Rezza (Iss): «Molto preoccupato»

L'esperto dell'Istituto superiore della sanità vede nell'euforia dei cittadini il rischio di una seconda ondata di contagi, l'emidemiologo Lopalco si concentra sull''esodo da Nord a Sud e sulla socialità dei bimbi.

di Marco Di Giovanni
 
05 maggio 2020 | 11:23

Fase 2, il ruolo della responsabilità Rezza (Iss): «Molto preoccupato»

L'esperto dell'Istituto superiore della sanità vede nell'euforia dei cittadini il rischio di una seconda ondata di contagi, l'emidemiologo Lopalco si concentra sull''esodo da Nord a Sud e sulla socialità dei bimbi.

di Marco Di Giovanni
05 maggio 2020 | 11:23
 

La fase più delicata. Questa è la Fase 2 secondo Giuseppe Conte. Questa è la Fase 2 secondo gli esperti italiani, che sono piuttosto consapevoli di quanto alto sia il rischio di una seconda ondata di contagi. Prima di tutto è necessario dare uno sguardo alla situazione epidemiologica di partenza, in questi primi giorni di apertura, caratterizzati da dati incoraggianti in tutta Italia (più traballanti al Nord): «I casi positivi che compaiono oggi - spiega Gianni Rezza, direttore del dipartimento Malattie infettive dell'Istituto superiore di Sanità a Il Messaggero - sono risalenti a contagi di qualche settimana fa. Il problema è capire cosa succede ora. Per consolidare questi risultati bisognerebbe essere molto cauti».

Gianni Rezza e Pier Luigi Lopalco - Fase 2, il ruolo della responsabilità Rezza (Iss): «Molto preoccupato»

Gianni Rezza e Pier Luigi Lopalco

Rezza è consapevole del fatto che la sfida vera la si giochi adesso, perché fino al 3 maggio «abbiamo vissuto in una campana di vetro, la trasmissione del virus era solo intra-familiare, o in strutture come le Rsa». Adesso le cose sono diverse, adesso qualche laccio si è sciolto. Sia sotto il punto di vista lavorativo, per le attività manifatturiere e produttive, sia sotto quello sociale, con la concessione allo spostamento per raggiungere i "congiunti".

Per quanto riguarda il contesto lavorativo, il controllo è maggiore grazie anche all'adozione di tutte quelle strategie per evitare la diffusione del contagio. Diversamente, sugli spostamenti dei singoli cittadini, si fa leva anche e forse soprattutto sul senso di responsabilità di ciascuno. «Qual è la percezione della gente? - si domanda Rezza - È disposta a mantenere comportamenti sicuri, dal distanziamento al lavaggio frequente delle mani fino ad indossare le mascherine?». Perché se troppe persone pensano «"vabbeh, abbiamo scampato il pericolo, allora è un problema. Perché il pericolo non è scampato, il virus è sempre in agguato».

Rincara la dose Pier Luigi Lopalco, epidemiologo responsabile del Coordinamento regionale Emergenze epidemiologiche Puglia (in collegamento ad Agorà, su Rai 3): «Noi abbiamo assistito a questa prima drammatica ondata della pandemia; la storia ci insegna che spesso, in assenza di misure di controllo, abbiamo due ondate pandemiche. Dopo la seconda ondata pandemica in qualche modo il virus trova una sorta di accordo con l'ospite umano e circola tranquillamente senza dare grossi impatti sulla salute pubblica. Quello che dobbiamo fare noi oggi è prevenire la seconda ondata».

Fatte queste premesse, andiamo a spulciare tra i comportamenti che potrebbero portare oggi a conseguenze drastiche nelle prossime settimane, relativamente ai contagi.

Un fotogramma del video di balli e festa a Milano per l'inizio della Fase 2 - Fase 2, il ruolo della responsabilità Rezza (Iss): «Molto preoccupato»
Un fotogramma del video di balli e festa a Milano per l'inizio della Fase 2

«Mi spaventa l'effetto euforia», dice Rezza. La preoccupazione è lecita: la Fase 2 rischia di essere percepita come un "libera tutti", nonostante il Governo abbia chiarito più volte proprio il contrario. Un esempio drammatico di questa euforia si è verificato ieri a Milano, quando, in occasione della riapertura, un gruppo di giovani ha organizzato in pieno centro una sorta di dj set con balli e festeggiamenti - un vero e proprio «party», quello che Conte ha proprio chiesto di evitare in maniera esplicita.

Potrebbero creare altresì problematiche immediate nella gestione della diffusione del Covid-19 gli spostamenti da Nord a Sud: «Mi preoccupano - dice ancora Rezza - Spero non sia un esodo biblico». Il Dpcm infatti consente il ritorno al proprio domicilio: questo ha spinto, spinge e spingerà nei prossimi giorni vere ondate di cittadini a partire dal Nord per tornare verso le proprie abitazioni al Sud. Una situazione simile si è verificata quando la Lombardia e altre 14 province dell'Italia settentrionale sono state fatte "zona arancione" dal Governo agli inizi di marzo.
Le proteste da parte delle Regioni sono state non poche: da una parte Enrico Rossi, governatore della Toscana, avrebbe giorni fa chiesto al Governo di evitare qualsiasi genere di "ritorno", in primo luogo verso le seconde case, dal Nord al resto d'Italia. Il Meridione d'Italia invece si è proprio attrezzato: «I governatori del Sud - spiega Rezza - hanno chiesto un isolamento domiciliare per chi rientra». «Spero prevalga buon senso, responsabilità e desiderio di non mettere a rischio un proprio familiare».

"Esodo" da Nord a Sud: le file alla Stazione Centrale di Milano - Fase 2, il ruolo della responsabilità Rezza (Iss): «Molto preoccupato»
"Esodo" da Nord a Sud: le file alla Stazione Centrale di Milano

Un rischio sta anche nell'uso dei mezzi pubblici. «Occhio - aggiunge Rezza - chi può, prosegua con il telelavoro, è assolutamente produttivo». Nonostante le disposizioni del Governo, il rischio di assembramento negli spostamenti è più alto, ma da evitare, essendo uno dei primi contesti in cui il contagio potrebbe diffondersi più rapidamente.

Non tranquillizza poi uno studio condotto dall'ospedale generale cinese di Pechino e pubblicato qualche giorno prima dell'allentamento delle misure. Lo studio aveva come obiettivo quello di capire perché in Italia contagi e morti per Covid-19 siano stati più numerosi rispetto alla provincia di Wuhan. «È importante sottolineare - ha commentato Wangping Jia dell'ospedale di Pechino - che nelle situazioni reali la velocità di trasmissione può essere influenzata da diversi fattori, come la protezione personale, l'isolamento sociale e il blocco delle città». E ancora: «Il Governo italiano ha annunciato che le misure di quarantena saranno allentate dal 4 maggio, ben tre mesi prima di quanto consiglia il nostro modello. Siamo convinti che sia troppo presto».

I mezzi pubblici, un altro luogo a forte rischio di diffusione del contagio - Fase 2, il ruolo della responsabilità Rezza (Iss): «Molto preoccupato»
I mezzi pubblici, un altro luogo a forte rischio di diffusione del contagio

Attendendo le evoluzioni dei dati in riferimento a queste giornate di allentamento, Lopalco fa il punto su altre questioni atte a limitare la diffusione del virus nelle prossime settimane / nei prossimi mesi. Parlando ad esempio della distanza tra gli ombrelloni sulle spiagge: «Ancora non l'abbiamo decisa - spiega, riferendosi alla balneazione in Puglia - più o meno le indicazioni sono intorno ai 4,5 metri. Oltre alle distanze tra ombrelloni bisogna pensare ad un camminamento tra le file di ombrelloni, perché ci sarà un via vai di gente».

C'è poi il problema dei bambini. «È serio - spiega - non possiamo impedire ai bambini di avere una socialità. L'indicazione di buon senso potrebbe essere quella di creare dei gruppi stabili di bambini che giocano sempre tra loro».

Un'ultima precisazione la fa sui tamponi - oggi al centro delle notizie di attualità, in abbinamento ai primi test seriologici che vengono eseguiti in Italia in occasione della Fase 2: «Bisogna uscire dal paradosso per cui fare più tamponi significa più sicurezza e più prevenzione: devono essere fatti in maniera oculata e mirata, sicuramente, e farne più di quanti ne sono stati fatti in passato. Il problema è che siamo al paradosso: è diventato anche un argomento di propaganda».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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