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Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane "pronte" al 4 maggio

I parchi a Roma, i trasporti a Milano, i bonus a Torino e in tutto il Piemonte: tutti si preparano alla Fase 2, anche con l'aiuto di termo scanner d'ultima generazione e segnaletiche particolari.

di Marco Di Giovanni
 
02 maggio 2020 | 18:38

Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane "pronte" al 4 maggio

I parchi a Roma, i trasporti a Milano, i bonus a Torino e in tutto il Piemonte: tutti si preparano alla Fase 2, anche con l'aiuto di termo scanner d'ultima generazione e segnaletiche particolari.

di Marco Di Giovanni
02 maggio 2020 | 18:38
 

Il 4 maggio, tra delusioni, dissensi, scontri addirittura, è comunque alle porte. L'inizio ufficiale della Fase 2. Data in cui milioni di lavoratori riprenderanno le loro attività. Come ha detto Conte, seguendo le indicazioni del Comitato tecnico-scientifico, si tratta di uno dei momenti più delicati e più difficili dall'inizio della lotta contro il coronavirus.

Pasti d'asporto al ristorante, mezzi pubblici potenziati, attività motorie consentite: inizia la Fase 2 - Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio

Pasti d'asporto al ristorante, mezzi pubblici potenziati, attività motorie consentite: inizia la Fase 2

In questo articolo abbiamo deciso di dare un'idea sia delle novità generali per affrontare questa fase al meglio che qualche spunto di come grandi città (e le regioni di riferimento) vivranno questa riapertura, tra aperture e limitazioni.

Cominciamo dalle novità. E da chi le ha preparate. Start up tecnologiche, aziende del settore mobilità, studi di ingegneria, operatori fino a ieri impegnati in ambiti specifici. Tutti insomma hanno voluto dare un loro contributo innovativo alla "funzionalizzazione" degli ambienti urbani.

Qualche esempio? Strumenti che consentono il controllo della febbre per i clienti di uffici pubblici e privati. Dal supermercato alla filiale di una banca. Una proposta esemplificativa è quella suggerita da Il Sole 24 Ore, realizzata dall'azienda Bos: si tratta di una telecamera termica, simile a un tablet, che viene installata su di un piedistallo collocabile ad esempio all'ingresso di un ufficio. Questo dispositivo legge la temperatura delle persone che entrano, rilevando anche (tramite esame del volto) se indossano la mascherina o meno. Una voce avvisa poi i presenti in caso di pericolo, le porte si chiudono, scatta un allarme per la violazione e intervengono gli addetti ai controlli. Spray for Life è invece il nome di un dispositivo ideato dalla start up Sunrise (a Caorle) che unisce un termoscanner a due apparati di disinfestazione per mani e piedi.

Il supporto della tecnologia: termoscanner ed equipaggiamenti per disinfettare gli ambienti - Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio
Il supporto della tecnologia: termoscanner ed equipaggiamenti per disinfettare gli ambienti

Si è concentrata ad un'alternativa del plexiglass per le zone aperte la Arrigoni, nel comasco: si tratta di schermi agrotessili che, pur imponendo un distanziamento sociale, riducono quasi del tutto la possibilità di contagio (si elimina l'effetto dropled) garantendo il passaggio e il ricambio d'aria. Le reti si installano facilmente e facilmente si lavano. Costano sì e no 2 euro a metro quadrato. Un'alternativa per le spiagge.

E la segnaletica? Ci ha pensato prinko.it, un sito online dal quale è facile ordinare vetrofanie, segnaletiche per pavimenti e pannelli informativi personalizzati. È tutto disponibile con qualche click.

Per la mobilità c'è Jojob, che ha approntato una proposta ad hoc per le aziende (prova gratuita, tra l'altro, per i mesi di maggio e giugno). Un equipaggiamento destinato a due persone in macchina, sedute una davanti e una dietro, dotato di dispositivi di sicurezza adeguati. Saniko Plus (Brescia) che da oltre 20 anni realizza sistemi tecnologici integrati ad ozono, propone dispositivi portatili per disinfettare spazi piccoli (come l'auto) senza rischi: sofisticati sensori infatti permetterebbero la rilevazione del gas erogato e quindi la certezza di non averne una concentrazione pericolosa per la salute o sopra quanto consentito dalla legge.

Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio


Passiamo ora alle grandi città italiane (e le regioni in questione). Come affronteranno la riapertura del 4 maggio? Si parte chiaramente dalla Capitale per poi passare ai capoluoghi delle regioni più colpite in questo momento - Milano, Torino, Genova; si passa poi dal Veneto, esempio per ora fortunato della lotta alla diffusione del virus per finire con la Campania e Napoli, attraversando Firenze e la Toscana.

Roma e il Lazio

Il Giardino degli Aranci a Roma. Riapriranno i parchi a Roma, ma con misure severe e costante controllo - Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio
Il Giardino degli Aranci a Roma. Riapriranno i parchi a Roma, ma con misure severe e costante controllo

Parchi, ville storici giardini pubblici aprono. Sono passati 55 giorni. La sindaca Virginia Raggi ha spiegato che questi spazi «da lunedì torneranno ad essere accessibili, anche se con le dovute cautele e limitazioni». Vige insomma l'ormai arci-noto divieto di assembramento. Si entra uno alla volta - tranne bambini e persone non autosufficienti, che saranno accompagnati. Non è menzionato (perché dato per scontato?) il divieto delle passeggiate in coppia.
All'interno dei parchi categoricamente chiuse le aree gioco per bambini e vietati feste e pic-nic. Va bene l'attività sportiva individuale, ma seguendo le indicazioni del Dpcm: 2 metri di distanza per chi fa attività motoria.

Il trasporto sarà più fitto e ben disposto: bus e metro fino alle 23.30. L'"ora di punta" si allarga, coprendo la durata di ben 3 ore, dalle 8.30 alle 11.30, ma per l'80% dei romani si lavora ancora da casa.
I pubblici esercizi potranno restare aperti fino alle 21.30 e, come indicato nel Dpcm, potranno predisporre servizi di take away e delivery.
La sorveglianza sarà costante: nei parchi dagli agenti di polizia, in tutta la città dai droni.

Torino e il Piemonte

Forte del bonus Piemonte, bar e ristoranti in Regione "ripartono" il 4 con l'asporto, slitta al 9 Torino - Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio
Forte del bonus Piemonte, bar e ristoranti in Regione "ripartono" il 4 con l'asporto (slitta al 9 Torino)

La Regione di Alberto Cirio si è concentrata sull'Horeca - concentrazione apprezzata dall'assessore regionale al Commercio Vittoria Poggio. Fulcro della riapertura è il Bonus Piemonte. Cos'è? Una misura che prevede un contributo a fondo perduto per aiutare le aziende a riaprire. Concretamente si parla di 2.500 euro per ristoranti, gelaterie, catering e bar (10.032 attività), estetisti e parrucchieri, sale da ballo e discoteche. La ristorazione senza somministrazione (quindi gastronomie, piadinerie e pizze al taglio) e le spa riceveranno invece 2mila euro. Si parla in totale di 88 milioni di euro. Le singole somme saranno accreditate direttamente sul conto corrente delle aziende. Una ulteriore misura, ha spiegato Cirio, è rivolta ai tassisti e alle auto a noleggio. Anche loro avranno un bonus, in questo caso di mille euro.

La ripartenza vera e propria dal punto di vista del cittadino? L'attività della ristorazione da asporto sarà consentita fin da subito, dal 4 maggio. Tranne per la città di Torino: qui invece si inizierà il 9 maggio. Non è discriminazione, Alberto Cirio sceglie di aspettare nel capoluogo per sicurezza, vista l'alta densità demografica, il numero delle attività di ristorazione e il quadro epidemiologico.

Queste decisioni valgono fino al 17 maggio. Poi si vedrà, a seconda dei criteri di analisi voluti dallo stesso ministero della Salute.
Qualora le cose non andassero per il verso giusto, comunque, liberi i sindaci a bloccare tutto o comunque a limitare i permessi concessi dall'ordinanza.

Nel particolare, quando si sceglie l'asporto, alcune regole sono essenziali: distanza minima in coda di 2 metri; i prodotti da ritirare devono essere stati precedentemente ordinati, con comunicazione dell'orario di ritiro; si entra nel locale uno alla volta; non si mangia vicino al locale; mascherina sempre obbligatoria.

Ripartiranno nella Regione il 45-50% dei trasporti, tra bus e treni. «Un piano di ripresa consistente ma graduale» ha detto l'assessore regionale ai Trasporti Marco Gabusi. «Ci siamo coordinati con i nostri vicini», quindi Liguria, Lombardia e Valle d'Aosta.
Sull'allestimento dei mezzi poi, «nei prossimi giorni potenzieremo i sistemi di monitoraggio e cercheremo di dare un impulso maggiore anche alla digitalizzazione dei servizi».

Milano e la Lombardia

A Milano Ztl ancora sospese, parcheggi free e mezzi di trasporto potenziati - Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio
A Milano Ztl ancora sospese, parcheggi free e mezzi di trasporto potenziati

Per la Lombardia le cose sono tendenzialmente più semplici. Attilio Fontana, abituato ad emanare ordinanze che limitassero i dpcm del Governo, stavolta ha scelto un'ordinanza per eliminare le altre ordinanze. Sembra un gioco di parole: la Lombardia si adeguerà semplicemente a quanto previsto dal Dpcm, mantenendo però la mascherina obbligatoria ogni qualvolta si esca di casa.
Quindi tutti quegli esercizi che prima del 4 han potuto aprire in Italia ma non in Lombardia, ora hanno il via libera della Regione (alberghi, studi professionali, librerie, cartolerie). Quindi, su tutti i dubbi per i Lombardi, consultate il Dpcm. E mettere la mascherina.

Per i trasporti, il prefetto Renato Saccone è stato chiaro: l'obiettivo è quello di impedire uscite ingiustificate dalla Lombardia. Verranno quindi predisposti posti di blocco in corrispondenza dei tratti stradali che portano fuori Regione - a quanto si evince, TUTTE le macchine in uscita saranno controllate.
Stessa cosa nelle stazioni, in particolare a Milano Centrale (l'unico scalo per i Frecciarossa): documenti passati al setaccio, solo chi è idoneo sale sul treno.

Caso Milano. Anche con la riapertura parziale della città che inizierà da lunedì, a Milano le zone a traffico limitato (Aree A e B) rimarranno sopresse. Così ha voluto il sindaco Giuseppe Sala, con un'ordinanza firmata venerdì. Sospese anche le due ztl fino al 31 maggio. La sosta nei parcheggi riservati ai residenti (strisce gialle) e a pagamento (strisce blu) rimane "libera e gratuita".

Giuseppe Sala su Fb: "Siamo vicini a una prima parziale riapertura. Una riapertura necessaria e sostanziata da un giudizio della sanità che ci dice che a oggi la situazione è sufficientemente sotto controllo. [...] Molti cittadini mi chiedono cosa succederà. Non lo so, onestamente. Molto dipenderà dai nostri comportamenti".

Venezia e il Veneto

Tra le aperture del Veneto, la possibilità di far manutenzione alle proprie imbarcazioni - Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio
Tra le aperture del Veneto, la possibilità di far manutenzione alle proprie imbarcazioni

Il Veneto viaggia come sempre unito, forte, diremmo quasi "gasato" visto il tono mezzo entusiasmante mezzo scherzoso di Luca Zaia, contento dei risultati che la Regione è riuscita ad ottenere in questi mesi. «Quando dico che il Veneto è pronto a riaprire [...] voglio dire che se il Comitato tecnico vuole tentare un'apertura oggi, domani noi ci siamo». E ancora, «la rete sanitaria veneta è pronta ad affrontare tutto».

Quindi, trasporti potenziati in tutta la Regione (con un particolare focus sulle fasce pendolari e lungo le principali direttrici di traffico, tanto in terraferma quanto in laguna, e con la predisposizione di servizi dedicati ai dipendenti delle aziende).

Il via libera alla vendita di cibo da asporto, la cosiddetta modalità take away, c'è già dall'ultima ordinanza della fine di aprile. Aveva detto: «I clienti vada in loco, si prendano il panino e poi vadano a mangiare o a bere a casa». Giusto per non smentirsi, in Veneto non ha tardato a nascere lo Spritz d'asporto sottovuoto.

Genova e la Liguria

Genova e la Liguria hanno anticipato la fase 2. Toti pensa già ad altre aperture ante tempus - Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio
Genova e la Liguria hanno anticipato la fase 2. Toti pensa già ad altre aperture ante tempus

Un po' problematica la situazione in Liguria (che ricordiamolo, ha visto un incremento dei contagi specialmente nell'ultimo periodo) ma che pare essersi già risolta.
Il governatore Giovanni Toti infatti non ha atteso il 4 maggio e ha dato disposizioni, firmando una nuova ordinanza, affinché tutti gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande e le imprese artigiane del settore dolciario/alimentare potessero vendere per asporto sia cibi che bevande.
L'ordinanza aveva fatto discutere, specialmente a Roma, ma alla fine il Governo l'ha dichiarata legittima. Qualche perplessità solo sulla toelettatura dei cani ma «ho detto al Ministro [Boccia] - spiega Toti - che non abbiamo intenzione di recedere in alcun modo.

Toti ha ottenuto quello che voleva. La Liguria quindi è già in Fase 2. Con il 4 maggio quindi non dovrebbero esserci novità: ciò che è stato introdotto dal Dpcm è semplicemente stato anticipato. Se ne vogliono assicurare circa 70 sindaci liguri, che hanno sottoscritto un documento destinato a Toti stesso, pregandolo di non disporre nuove ordinanze nella gestione della Fase 2, "privilegiando realismo e senso di responsabilità".

Però dal 4 all'11 Toti è già pronto a dare un'eventuale altra accelerata se le cose vanno bene: «Si può pensare di anticipare l'apertura di parrucchieri, estetisti, tatuatori, massaggiatori» etc.

Tanta fretta a riaprire ancora, quando quello già "riaperto" - o comunque pronto a ripartire ufficialmente il 4 - rimane ancora non ben gestito. Questo quanto è stato detto dai sindacati sul tema del trasporto ferroviario. «Mancano risposte su controlli e sanzioni. Le organizzazioni sindacali restano in attesa della convocazione delle Prefetture, alle quali è stato chiesto un chiarimento rispetto alle responsabilità di controllo e sanzione circa le misure di distanziamento sociale a bordo dei treni e nelle stazioni. La discussione con l’assessorato ai trasporti è stata aggiornata».

Firenze e la Toscana

Il Giardino delle Rose a Firenze. Il sindaco Nardella apre solo alcuni spazi verdi, gli altri solo se i contagi rimarranno contenuti - Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio
Il Giardino delle Rose a Firenze. Il sindaco Nardella apre solo alcuni spazi verdi, gli altri solo se i contagi rimarranno contenuti

Innanzitutto niente seconde case. È il messaggio chiave del Governatore Enrico Rossi, che vuole categoricamente evitare la discesa verso altre abitazioni dal nord, che a inizio pandemia è stata fonte di diffusione del contagio.

Bar e ristoranti seguiranno le indicazioni del Dpcm, ma la Toscana ha storto il naso: Come riporta La Nazione, il 4 maggio, quando dovrebbe iniziare la fase 2, bar e ristoranti resteranno aperti con saracinesca alzata e luci accese, ma senza far entrare i clienti. «Torniamo a ribadire l'assoluta urgenza di aiuti concreti per il settore: contributi a fondo perduto, moratoria fiscale e sostegno per pagare affitti e bollette», ha detto il presidente di Confcommercio Toscana Franco Marinoni.

Tutto il resto, come da decreto. Rossi poi ci tiene anche a precisare: dal 4 maggio sì alle visite familiari, ma che siano solo nel territorio regionale.

Anche il Comune di Firenze ha fatto una sua ordinanza per la fase 2. Parchi («non tutti, solo una parte», specifica il sindaco Dario Nardella) e cimiteri riaperti, supporto alle famiglie con bambini nelle aree verdi, guanti obbligatori su bus e tram. Il 6 maggio si parte con gli orti urbani. Altri parchi e zone verdi (quelli rimanenti) riapriranno la settimana successiva, ma solo se i dati raccolti sulla diffusione del contagio lo consentiranno.

Aggiunge poi il sindaco: «Chi esce di casa è bene che si porti la mascherina, anche se pensa di uscire da solo». E ancora, «la fase 2 non è un "tana libera tutti", noi puntiamo sul senso di responsabilità e sul senso civico dei cittadini».

Napoli e la campania

Una vista su Napoli. Il sindaco De Magistris: «Evitiamo il caos istituzionale» - Tra aperture, norme e tecnologia le città italiane pronte al 4 maggio
Una vista su Napoli. Il sindaco De Magistris: «Evitiamo il caos istituzionale»

Sì al cibo d'asporto, niente fasce orarie per passeggiare e sì anche alla possibilità di correre in Campania. Ecco quanto detto in una nota dopo un incontro con la task force regionale e con i rappresentanti delle Camere di Commercio della Regione: "Si è decisa l'apertura all'attività dell'asporto sulla base di queste norme. Il servizio viene svolto sulla base di prenotazioni telefoniche o online; il banco vendita sarà posto all'ingresso dell'esercizio commerciale; i gestori sono responsabili del distanziamento sociale e anche di quello di eventuali riders per il delivery; è assolutamente obbligatorio l'uso da parte del personale di mascherine e guanti". Infine, il mancato rispetto delle norme porterà alla chiusura per una settimana del locale.

Per passeggiate e corse, una differenza. Nessuna fascia oraria che limiti l'uscita dei cittadini per passeggiare. Rimane in vigore invece la fascia oraria tra le 6 e le 8.30 del mattino che viene riservata a quanti intendono svolgere attività sportiva (il jogging) senza mascherina, rispettando comunque il distanziamento sociale.

E a Napoli? Parla il sindaco Luigi De Magistris: «Nell'avvicinarsi a questa fase 2, se si innestano il caos istituzionale voluto e la frenesia popolare anche giusta dopo due mesi, c'è il rischio che la situazione diventi incontrollabile, non solo qui a Napoli ma in tutta Italia».

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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