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Locali chiusi troppo affollati, così è partita la pandemia negli Usa

Un nuovo studio su Nature mette nel mirino bar, ristoranti, alimentari, hotel e palestre dove non c'è stato distanziamento: lì otto infezioni su 10. Ma in America sono mancate le misure di sicurezza adottate in Italia.

 
13 novembre 2020 | 14:22

Locali chiusi troppo affollati, così è partita la pandemia negli Usa

Un nuovo studio su Nature mette nel mirino bar, ristoranti, alimentari, hotel e palestre dove non c'è stato distanziamento: lì otto infezioni su 10. Ma in America sono mancate le misure di sicurezza adottate in Italia.

13 novembre 2020 | 14:22
 

Gli assembramenti in spazi chiusi favoriscono il contagio. Concetto che in Italia ci sentiamo ripete dall'inizio della pandemia, assieme alle raccomandazioni su mascherine e frequente igienizzazione delle mani. Ora uno studio sulla diffusione del coronavirus negli Stati Uniti ha certificato quello che di fatto già si sapeva: luoghi affollati al coperto avrebbero causato circa otto nuove infezioni su 10 durante i mesi iniziali della prima ondata americana.

Nel mirino di conseguenza sono finiti un po' tutti: palestre, caffè, ristoranti, secondo l'analisi pubblicata su Nature e ripresa dal New York Times. Il team di ricerca ha mappato la mobilità di circa 98 milioni di persone in negozi di alimentari, chiese, hotel e bar. Ed è emerso chiaramente che senza il distanziamento tra le persone e la corretta aerazione ammalarsi è più facile.


Negli Usa secondo una ricerca il contagio si è sviluppato nei locali affollati dei quartieri più poveri - Locali chiusi troppo affollati, cosi è partita la pandemia negli Usa
Negli Usa secondo una ricerca il contagio si è sviluppato nei locali affollati dei quartieri più poveri

Trump ha politicizzato l'uso della mascherina
Nozioni che noi abbiamo probabilmente già assimilato, ma che Oltreoceano sono meno scontate di quanto sembra. Anche perché negli Usa l'uso della mascherina è stato molto politicizzato, più che in Italia, col presidente uscente Donald Trump che ha strizzato l'occhio spesso ai negazionisti del virus, prima di infettarsi anche lui. Ma i suoi seguaci e in generale gli elettori repubblicani - basta guardare tra il pubblico in uno dei comizi del tycoon - hanno quasi sempre fatto a meno dei dispositivi di sicurezza.

Colpiti di più i quartieri a basso redditi: troppo affollati
Inoltre lo studio, che ha utilizzato i dati relativi alla mobilità dei telefoni cellulari in 10 città americane da marzo a maggio 2020, ha fornito anche una spiegazione del motivo per cui molti quartieri a basso reddito sono stati i più colpiti.

In quelle comunità i locali pubblici erano più affollati rispetto alle zone più ricche. E i residenti si spostavano in media di più, probabilmente a causa delle esigenze di lavoro, come hanno spiegato gli stessi autori. I dati provenivano dalle aree metropolitane di Atlanta, Chicago, Dallas, Houston, Los Angeles, Miami, New York, Philadelphia, San Francisco e Washington D.C. Nello studio però non sono stati inclusi né scuole né uffici.

In Italia tante accortezze: dal plexiglas ai tavoli separati
Jure Leskovec, informatico dell'Università di Stanford e autore senior del nuovo report, ha detto che «i ristoranti sono risultati di gran lunga i luoghi più rischiosi, circa quattro volte più di palestre e caffetterie, seguiti dagli hotel» in termini di nuove infezioni. Ma gli Stati Uniti non hanno adottato tutte le accortezze dei locali italiani, che prima delle riaperture si sono adeguati alle misure imposte, in molti casi con investimenti importanti: plexiglas, colonnine per dispensare gel disinfettante, misurazione della temperatura, distanziamento dei tavoli e registrazione dei clienti all'ingresso.

Infatti un'altra ricerca, quella del centro Altamedica di Roma sottoposta al Journal of Medical Virology, aveva evidenziato come nove positivi su 10 non avessero frequentato un ristorante. Dove sta la verità allora? Nel mezzo probabilmente: generalizzare è sbagliato, così come mettere nello stesso calderone realtà appartenenti a Paesi diversi. Perché è evidente che il coronavirus abbia galoppato di più dove non sono stati fatti i compromessi necessari tra sicurezza e socialità.

Nei negozi di alimentari eccesso di persone per metro quadro
In otto delle 10 città americane valutate, la velocità di trasmissione era due volte più elevata nelle aree meno benestanti. Colpa soprattutto dei negozi di alimentari nei quartieri a basso reddito che avevano al loro interno quasi il 60% in più di persone per metro quadro. E gli acquirenti tendevano a rimanere lì più a lungo.

Come fare dunque a migliorare la situazione senza ricorrere a lockdown rigidi? Limitando l'occupazione del ristorante a un quinto della capacità, sostiene lo studio, riducendo le nuove infezioni dell'80% ma «preservando al contempo circa il 60% dei clienti». Anche se non si capisce bene come sia possibile ridurre così tanto la capacità mantenendo comunque più della metà della clientela. Misteri di una ricerca che sembra un po' avere scoperto l'acqua calda. Anche se, quantomeno, ha acceso la luce ancora una volta sull'importanza delle norme di sicurezza all'interno dei locali al chiuso.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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