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Covid: più di 9 positivi su 10 non hanno frequentato un ristorante

Lo afferma uno studio di Altamedia di Roma che ha controllato i luoghi in cui sono state le persone contagiate. Oltre la metà aveva invece preso dei mezzi pubblici. La stragrande maggioranza delle persone infettate non aveva nemmeno frequentato palestre o cinema. Serve più tracciabilità.

di Alberto Lupini
direttore
30 ottobre 2020 | 13:41
Covid: più di 9 positivi su 10
non hanno frequentato un ristorante
Covid: più di 9 positivi su 10
non hanno frequentato un ristorante

Covid: più di 9 positivi su 10 non hanno frequentato un ristorante

Lo afferma uno studio di Altamedia di Roma che ha controllato i luoghi in cui sono state le persone contagiate. Oltre la metà aveva invece preso dei mezzi pubblici. La stragrande maggioranza delle persone infettate non aveva nemmeno frequentato palestre o cinema. Serve più tracciabilità.

di Alberto Lupini
direttore
30 ottobre 2020 | 13:41
 

Ma chi ha detto che nei ristoranti, nei teatri o in palestra ci si dovrebbe infettare per forza? Quali sono le basi scientifche su cui ci si muove in Europa per decidere le chiusure? Certo in emergenza è quasi obbligatorio prendere decisioni rapide ed efficaci, senza fare troppi distinguo. Ma fra un bus superaffolato e un ristorante con i tavoli a 2 metri di distanza c'è una bella differenza. Quali sono quindi i luoghi in cui il rischio di contrarre Covid-19 è più alto? «Non lo sappiamo, non esistono mezzi scientifici per conoscerli, ma possiamo sapere quali siano i luoghi dove ci si contagia meno o affatto: palestre, bar, ristoranti, cinema e teatri».  È questa la clamorosa quanto per molti scontata risposta che ci fornisce uno studio condotto dal centro Altamedica di Roma, e sottoposto al 'Journal of Medical Virology'. In questo momento, per essere corretti, non può essere nemmeno questa una risposta chiarificatrice, ma certo non si può ignorarla, come non si può ignorare che, ad esempio, in Italia non sono stati segnalati casi di focolai nei ristoranti o nelle palestre, nè camerieri, baristi o cuochi figurano fra i soggetti "tendenzialmente" più contagiati... anzi, viste le precauziooni che si prendono, sembrano fra i soggetti meno a rischio. Ed è una posozione ribadita anche dalla virologa Antonella Viola dell'Università di Padova secondo la quale: «Non abbiamo dati che ci dicono che i ristoranti sono più a rischio. Eppure lì ci prendono nome e cognome per il tracciamento. Perché non sappiamo quanta gente si è contagiata così?». Al punto che propone di riaprire i locali nelle zone con meno contagi.

Covid: Nove positivi su 10 non aveva frequentato un ristorante

DOVE SONO STATI NEI GIORNI PRECEDENTI I CONTAGIATI
Ma torniamo alla docuemtazione offerta da Altamedica. Secondo il direttore scientifico Claudio Giorlandino «Si tratta del primo studio scientifico di esclusione della sede di contagio. Infatti, benché non sia possibile stabilire dove ci si contagi giacché i comportamenti, movimenti e contatti della popolazione siano estremamente vari ed i contagiati possano essere stati infettati in un numero indefinito di luoghi od occasioni anche contingenti od occasionali, è invece estremamente semplice verificare le sedi di frequentazione ed escludere quelle dove la popolazione dei positivi non si sia recatanei 10/15 giorni precedenti il riscontro del virus nel loro tratto respiratorio superiore».


In pratica, secondo lo studio, «si tratta di valutare i luoghi definiti sensibili o a rischio di trasmissione e verificare, de facto, se i contagiati li avessero visitati, e con quale frequenza, nei 15 giorni precedenti il tampone positivo. I soggetti studiati sono tutti asintomatici - ha precisato il direttore scientifico di Altamedica - E per i soggetti asintomatici o paucisintomatici la letteratura scientifica ritiene che il virus nel tampone rinofaringeo duri al massimo 15 giorni. Quindi basta tornare indietro di 15 giorni e verificare se, in quel lasso di tempo, si sono frequentati certi ambienti o meno».

NESSUN POSITIVO È ENTRATO IN RISTORANTI, CINEMA O PALESTRE
Ed è qui che la situazione si fa interessante, e che fra l'altro conferma indirettamente l'utilità (da troppi ignorata, di avere una App di tracciamento attiva come Immuni). Dallo studio osservazionale retrospettivo è in parte emersa una realtà "assolutamente inaspettata", secondo i ricercatori: ristoranti, palestre, teatri e cinema non sono stati frequentati, o lo sono stati in minima parte, dai soggetti positivi. L'indagine è stata condotta interrogando 226 soggetti risultati positivi al test, su 5.100 casi analizzati. A questi è stato chiesto se nei 15 giorni precedenti al test avessero frequentato i suddetti ambienti: palestre, ristoranti, cinema o teatri. «Ebbene - afferma Giorlandino - nella quasi totalità dei casi queste sedi non sono state mai visitate dai soggetti positivi. È di tutta evidenza, quindi, che il virus non si sia contratto lì». È quindi fondamentale tracciare come si fa in estremo oriente gli spostamenti delle persone e poi eventualmente chiudere aree, attività o servizi be individuati.

«Va inoltre segnalato che, in via collaterale, più del 50% dei soggetti intervistati riferiva invece di aver frequentato mezzi pubblici. Ovviamente, questo non afferma ma neanche esclude che sia stata quella la sede di contagio, aggiunge l'esperto. Degli intervistati il 93% ha dichiarato di non avere frequentato mai ristoranti nel periodo di riferimento, il 92% di non avere frequentato bar, il 94% di non essere stato in cinema o teatri.

IL PROBLEMA DEI MANCATI TRACCIAMENTI
Se queste prime osservazioni venissero confermate da altri studi e ricerche non vi sarebbe alcuna ragione di limitare tali attività, concludono gli autori. E qui si apre un capitolo delicatissimo: nessuno fa una ricerca sui tracciamenti e sui luoghi di reale contagio, e la gran parte degli scienziati, ci sia consentito dirlo, non si sono preoccupati di questo aspetto. O meglio, magari lo hanno anche segnalato, ma le istituzioni non hanno affrontato il problema. Se poi aggiungiamo il populismo che sembra animare una parte dei politici e dell'opinione pubblica, alla ricerca di untori o di "colpevoli", non si va da nessuna parte. Il rischio è oggi altissimo, ma se davvero si deve chiudere, va fatto in maniera sistematica e su tutto. La follia di avere alimentato giorno dopo giorno paura ed ansia per non entrare in un ristorante o in un cinema, distanziati e con le mascherine, è da irresponsabili che, come abbiano già detto, vogliono solo coprire errori drammatici come non essere intervenuti sui trasporti o per potenziare sul serio la sanità.

Preoccuparsi ora perchè gestori di bar o di palestre protestano per strada e esprimono rabbia e dissenso verso chiusure assurde che condannano a morte decine di miglia di aziende è da pazzi. Eppure sarebbe bastato fare controlli sull'adozione delle misure di sicurezze imposte e seguire qualche norma di buon senso...

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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