Spostamenti sì, spostamenti no? Il premier Conte pensa ai «Comuni più piccoli per consentire una circolazione in un raggio chilometrico contenuto» ma ha lanciato la patata bollente al Parlamento chiedendo di decidere sulle deroghe delle imminenti festività. E ora in Aula ci sarebbero tre opzioni: movimenti limitati ai piccoli Comuni (con 5mila abitanti), per quelli limitrofi, o all’interno delle province per i giorni 25, 26 dicembre e 1° gennaio. Qualcuno ha pensato di limitarsi al 25 dicembre, ma sembra una strada non percorribile. Va peraltro detto che il comitato tecnico scientico e molti politici sono assolutamente contrari ad allentare le misure già in essere e giudicate a rischio di aprire una nuova ondata... Per il no si sono schierati per tutti Brusaferro, Ministero della Salute e il Ministro Boccia.
Se deciderà il Parlamento (quando?) potrebbe quindi cadere il divieto imposto dal dcpm entrato in vigore il 4 dicembre. Ma in realtà sembra che ci potrebbe essere, come al solito, tanto rumore per nulla, verrebbe da dire a questo punto… Anche se è fondamentale decidere bene ora per evitare a gennaio di non poter riaprire ristoranti e scuole.
Va poi detto che a rendere una corsa contro il tempo la modifica del decreto col blocco degli spostamenti a Natale c'è anche una ragione tecnica finora sottovalutata: per rendere effettivi i ritocchi è necessario che il dl venga approvato in via definitiva e pubblicato in Gazzetta ufficiale entro il 24 dicembre. Se questa tempistica non venisse rispettata, resterebbe in vigore la disposizione originaria, che vieta tutti i movimenti. E questo, magari, mentre una mozione al Senato sconfessa il contenuto di una legge all'esame della Camera. E tutto mentre gli italiani avrebbero il diritto di sapere se possono spostarsi o meno da casa... ma non 2 ore prima di Natale.
Deroghe agli spostamenti: due lo opzioni in aula
Miozzo: Il virus non ammette derogheLa decisione di allentare non piace agli esperti. Primi fra tutti
Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico-scientifico, che in un’intervista a
La Stampa, ha detto categorico: «Gli
spostamenti durante il
periodo natalizio andrebbero
ridotti, non aumentati. Questo virus non ci consente deroghe».
Agostino Miozzo
E precisando che, appunto,
rallentare le
misure anticovid a Natale «è una
decisione politica, responsabilità del governo e, nel caso, del Parlamento», Miozzo ha ribadito categorico che «noi tecnici abbiamo più volte sottolineato i
rischi legati al movimento di un gran numero di persone. Ma comprendo le contestazioni: è evidente che chi vive a Roma avrà dei vantaggi rispetto agli abitanti di un piccolo Comune sotto i 5mila abitanti».
Ma così facendo, aggiunge, «mi rendo conto del messaggio terribile che mandiamo alle famiglie, a milioni di cittadini che non potranno incontrarsi con i loro cari a
Natale. Ma, è bene ricordarlo, sono proprio gli
incontri tra
non conviventi a essere sotto osservazione, perché potenziali
occasioni di
contagio. Il fatto di essere familiari non è di per sé un passaporto di immunità. Questo virus non ci consente deroghe, che pure sono già state fatte, ad esempio, per permettere di fare visita a un anziano solo o malato».
No assoluto di BrusaferroAncora più dratstrico
Silvio Brusaferro, presidente dell'Istituto superiore di sanità, secondo il quale «il numero di nuovi casi è ancora significativo anche se la curva è in decrescita», in Italia e in Europa. «
Al 9 dicembre l'incidenza è di 193 per 100mila abitanti, un numero molto alto con differenze tra regioni ma questo è un numero ancora lontano, ribadisco lontano, dalla nostra possibilità di muoverci dalla mitigazione al contenimento che ricordo la nostra capacità di tracciare puntualmente tutti i nuovi casi - ribadisce Brusaferro secondo il quale -
sulle festività abbiamo un dato alto di incidenza che non ci permette di passare dalla fase di mitigazione alla fase di contenimento».
Più decisioni politiche che altroVa comunque tenuto conto che a decidere sarà la politioca. Anche la nuova ordinanza del ministro
Speranza che sancirà domenica 13 dicembre il passaggio di molte
regioni in
zona gialla, dando quindi il via libera agli
spostamenti interregionali, è stata infatti una
valutazione politica. Il cerino è in mano al governo. Si poteva decidere di far partire il blocco degli spostamenti dal 14 dicembre, invece che dal 21. Del resto, guardiamo cosa succede in
Germania: hanno un numero giornaliero di morti più basso del nostro, ma stanno pensando di imporre un
lockdown duro. Da noi invece molti chiedono di allentare le misure. E teniamo conto che in Germania si preannuncia un lock down molto rigido proprio per Natale, e questo non sembra un segnale molto positivo pensando che già oggi noi siamo messi peggio dei tedeschi. E persino la Svezia sta avviandosi a chiusure e strette impensabili settimane fa..
Silieri: niente errori per aprire a gennaio ristoranti e scuoleSulla stessa linea anche il viceministro della Salute,
Pierpaolo Sileri, che in un’intervista a
Il Fatto Quotidiano ha sottolineato come «non vedo nei numeri, a oggi, la sicurezza per poter riaprire. Abbiamo ancora troppi
decessi, il che significa che i contagiati delle scorse settimane erano molti di più. Il
rischio è troppo alto. Avevo detto di guardare al Thanksgiving e al Black Friday negli Usa, che sono occasioni di mobilità, incontri e shopping come il Natale da noi. Ebbene 15 giorni dopo si è osservata una crescita significativa dei contagi».
Pierpaolo Sileri
«Probabilmente - osserva Sileri - bisognava studiare una
norma diversa dall’inizio, ma ora non possiamo permetterci
errori, servono
restrizioni a Natale per
riaprire a gennaio le
scuole e i
ristoranti e togliere progressivamente il
coprifuoco. In ogni caso avremo una risalita dei contagi dopo Natale, dobbiamo contenerla e così le Regioni potranno migliorare il contact tracing».
Boccia: se si apre a Natale la terza ondata è quasi certaQuasi a voler chiudere il caso una volta per tutte è poi intervenuto anche
il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia secondo cui
«se vogliono rimuovere i vincoli agli spostamenti in tutti i comuni italiani ci troveranno contrarissimi, se vogliono chiarimenti per i piccoli comuni nelle aree interne, il parlamento ha i mezzi per farlo.Siamo ancora nella fase più critica e - ha aggiunto - se a dicembre i comportamenti non saranno rigorosi, il rischio della terza ondata è abbastanza certo».