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Peterzano in mostra a Bergamo per rilanciare un grande del ‘500

Successo per l’apertura della nuova mostra di Accademia Carrara di Bergamo, dedicata al pittore di origini bergamasche, allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio. 1024 i visitatori nel primo week end.

di Giovanni Berera
 
11 febbraio 2020 | 12:45

Peterzano in mostra a Bergamo per rilanciare un grande del ‘500

Successo per l’apertura della nuova mostra di Accademia Carrara di Bergamo, dedicata al pittore di origini bergamasche, allievo di Tiziano e maestro di Caravaggio. 1024 i visitatori nel primo week end.

di Giovanni Berera
11 febbraio 2020 | 12:45
 

Venerdì 7 febbraio ha aperto i battenti a Bergamo nei locali della GAMeC, la Galleria di Arte Moderna e Contemporanea, la nuova mostra promossa da Accademia Carrara, la prima assoluta che presenta la vicenda artistica di Peterzano, segnata da quella dei due giganti della pittura Europea: Tiziano Vecellio, suo maestro a Venezia e Michelangelo Merisi, più noto come il Caravaggio, suo allievo a Milano.

Subito successo nel weekend di apertura (Peterzano in mostra a Bergamo per rilanciare un grande del ‘500)

Subito successo nel weekend di apertura

«Con la mostra Tiziano e Caravaggio in Peterzano - afferma Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e presidente della Fondazione Accademia Carrara - la pinacoteca civica continua nel suo percorso di crescita, consapevole del tratto identitario che distingue la propria storia di museo nato dalla volontà di un collezionismo esigente, proprio perché colto e informato, profondamente radicato nella vita culturale della città di Bergamo e dell’Italia. Questo progetto non scontato, capace di aggiungere conoscenza da mettere nella disponibilità di tutti, si iscrive nel solco di questo saldo e affascinante percorso culturale».

La mostra (cui è abbinata anche un'iniziativa culinaria del Gruppo RistorantiBergamo) presenta al grande pubblico un artista ancora poco conosciuto. Chiamato dal destino a fare da anello di congiunzione tra due grandi personalità, Peterzano ha giocato, anche per questa ragione, un ruolo cruciale nella pittura del secondo Cinquecento in Italia settentrionale. Il suo percorso prende avvio a Venezia tra le licenziose favole mitologiche dei grandi coloristi e trova il successo a Milano negli anni severi di Carlo Borromeo e delle sperimentazioni naturalistiche, che avrebbero aperto il campo a Caravaggio. Due mondi agli antipodi che il pittore ha attraversato senza smarrire la bussola, trasformando come un acrobata il proprio linguaggio.

L'obiettivo è quello di rilanciare un artista poco celebrato (Peterzano in mostra a Bergamo per rilanciare un grande del ‘500)
L'obiettivo è quello di rilanciare un artista poco celebrato

«L’Accademia Carrara - esordisce Maria Cristina Rodeschini, direttore del museo - è orgogliosa di presentare la prima mostra monografica dedicata a Simone Peterzano. L’origine bergamasca della famiglia del pittore e il desiderio di ricomporre un tracciato che restituisse l’opera dell’artista nella ricchezza della sua articolazione, sono tra i presupposti della mostra. Grazie alla mostra questo artista ha oggi una fisionomia più precisa che la sequenza delle opere esposte a Bergamo individua attraverso passaggi cruciali: la formazione veneziana, l’affermazione negli ambienti più aggiornati di Milano, e, infine, l’apprendistato alla sua bottega del giovane Caravaggio».

La mostra, a cura di Simone Facchinetti, Francesco Frangi, Paolo Plebani e Maria Cristina Rodeschini, non solo indaga il talento di un pittore troppo poco noto ma pone, grazie a prestiti d’eccezione, nazionali e internazionali, l’attenzione verso un importante capitolo della pittura tra Cinquecento e Seicento, cercando di dare alcune risposte.

Sessantaquattro opere in mostra di cui sei inedite del pittore bergamasco, per un totale di nove sezioni: la formazione e la giovinezza di Peterzano, all’ombra di Tiziano; iconografia della musica; soggetti erotici; Angelica e Medoro: echi e riflessi letterari; Peterzano e la pratica del disegno tra Veneto e Lombardia; l’arrivo a Milano: le pale per i Barnabiti; la Milano di Carlo Borromeo; l’affermazione lombarda di Peterzano; Michelangelo Merisi da Caravaggio. Dalle opere di Tiziano ai numerosi esempi della pittura veneta coeva con Veronese, Tintoretto, Bernardino Licinio e Paris Bordon; dalle opere di Caravaggio alla pittura lombarda di Antonio Campi, Giovan Ambrogio Figino e Giovanni da Monte.

Simone Peterzano, Venere, Cupido con due satiri (Pinacoteca di Brera, Milano) (Peterzano in mostra a Bergamo per rilanciare un grande del ‘500)
Simone Peterzano, Venere, Cupido con due satiri (Pinacoteca di Brera, Milano)

«La mostra - sottolinea Nadia Ghisalberti, assessore alla cultura del Comune di Bergamo - è un’operazione coraggiosa perché l’Accademia Carrara dà prova non solo di saper puntare sui grandi personaggi dell’arte italiana - come ha ampiamente mostrato con l’importante operazione dedicata a Raffaello - ma di fare anche scelte inattese, portando un artista poco conosciuto all’attenzione di tutti. Eppure Peterzano è in realtà uno snodo importante della storia dell’arte. La sua attività poliedrica è ottimamente esposta in una mostra dal ritmo sicuro, tra grandi capolavori, imponenti scenografie e un sapiente alternarsi di sacro e profano, che sono certa saprà stupire anche il pubblico meno specialista».

Particolarmente sorprendente la sala delle Veneri, che raduna opere di soggetto mitologico dedicate agli amori e agli amanti della dea, interpretati da Tiziano, Tintoretto, Paris Bordon. È la sala che presenta il lato meno noto di Simone Peterzano, che non fu soltanto il paladino della pittura devozionale a servizio della pastorale di Carlo Borromeo. La Venere di Brera e quella di Copenaghen sono la testimonianza della formazione del lungo tirocinio dell'artista a Venezia, mostrano un'esperienza diretta dei maestri veneti e rivelano un profondo legame con l’immaginario figurativo che andava di moda in laguna, in particolare con quella tipologia di quasi in cui la mitologia cela spesso un contenuto erotico.

Cinque le opere di Tiziano in mostra. Da Venezia l’”Annunciazione” della Scuola Grande di San Rocco e da Urbino la “Resurrezione di Cristo” della Galleria Nazionale delle Marche di Urbino. Da Madrid il “San Girolamo penitente” del Museo Thyssen-Bornemisza e “Venere con Cupido e suonatore d'organo” del Prado, che dialoga con il sensuale “Marte, Venere e Amore” del Kunsthistorisches Museum di Vienna. Prestiti prestigiosi dai due musei europei che possono vantare il maggior numero di opere di Tiziano. Il museo viennese è, dopo il Prado, l’istituzione che in assoluto espone più dipinti di Tiziano, circa trenta fra autografi e bottega (tutto merito della passione collezionistica degli Asburgo. Rodolfo II e Leopoldo Guglielmo su tutti). Il museo di Madrid deve il primato alla vorace committenza di Carlo V e Filippo II nei confronti di Tiziano (e al fatto che la reggia spagnola e l'Escorial non hanno subito i rovinosi incendi del Palazzo Ducale di Venezia). Un privilegio quindi i due prestiti. E soprattutto il riconoscimento del prestigio di cui il museo bergamasco gode a livello europeo.

Due le opere di Caravaggio arrivate a Bergamo: l’“Autoritratto in veste di Bacco” della Galleria Borghese e “I musici” The Metropolitan Museum of Art. Per la sala dove sono esposti questi due capolavori l’architetto Mauro Piantelli (De_8Architetti) ha creato una sofisticata machine à exposer, dove trova spazio anche il contratto originale che regola l’apprendistato di Caravaggio presso la bottega di Peterzano. Epilogo perfetto della mostra, che congeda i visitatori con la meraviglia delle opere di uno dei più potenti artisti di tutti i tempi, in qualche modo il miglior lascito possibile Simone Peterzano potesse immaginare, il miglior allievo che un bravo maestro potesse desiderare.

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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