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venerdì 05 dicembre 2025  | aggiornato alle 07:35 | 116137 articoli pubblicati

Miele, l’Umbria lancia l’allarme per il calo drastico degli alveari

L’edizione 2025 di Mielinumbria, andata in scena in quel di Foligno (Pg), ha fotografato un comparto in sofferenza: la regione nel 2024 ha infatti perso il 9% degli alveari a fronte dell’1,5% nazionale

 
02 dicembre 2025 | 12:42

Miele, l’Umbria lancia l’allarme per il calo drastico degli alveari

L’edizione 2025 di Mielinumbria, andata in scena in quel di Foligno (Pg), ha fotografato un comparto in sofferenza: la regione nel 2024 ha infatti perso il 9% degli alveari a fronte dell’1,5% nazionale

02 dicembre 2025 | 12:42
 

Con un calo record degli alveari e produzioni in forte diminuzione, l’Umbria lancia un segnale d’allarme e invita a rivedere il modello attuale per salvaguardare uno dei suoi prodotti agroalimentari più rappresentativi: il miele. È il quadro emerso alla 27esima edizione di Mielinumbria, che per alcuni giorni ha trasformato Foligno (Pg) in un punto di osservazione privilegiato sulle difficoltà che stanno investendo l’apicoltura italiana. Secondo i dati diffusi da Naturalmiele durante la manifestazione, nel 2024 la regione ha perso il 9% degli alveari, a fronte di una media nazionale dell’1,5%.

Miele l’Umbria lancia l’allarme per il calo drastico degli alveari

Miele, l’Umbria suona il campanello d’allarme: alveari in calo

Un dato aggravato dal paradosso dell’aumento degli apicoltori (+3%), segno che le nuove adesioni non compensano le perdite sempre più pesanti dovute a crisi climatica, parassiti e impoverimento del paesaggio agricolo. Al centro del dibattito, l’undicesimo Forum degli apicoltori del Mediterraneo, promosso dal Comune di Foligno, da FedApimed, Apau (Associazione produttori apistici umbri) e Felcos Umbria, in collaborazione con Naturalmiele e con il patrocinio della Regione Umbria: una due giorni che ha riunito esperti, produttori e delegazioni di dieci Paesi del bacino mediterraneo per elaborare strategie comuni di adattamento.

Il Forum ha tracciato una direzione chiara: ripensare le colture, sostenere gli apicoltori, fare rete a livello mediterraneo e costruire nuove forme di turismo rurale legate alla salvaguardia della biodiversità. L’Umbria, un tempo terra di transumanza e produzione apistica d’eccellenza, si candida così a diventare un laboratorio nazionale di resilienza climatica e agricola, capace di trasformare una crisi in un’opportunità.

Di Claudio Zeni

© Riproduzione riservata STAMPA

 
 
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