Uno scrigno di chicche enogastronomiche: è l'Arepo, l'Associazione delle regioni europee per i prodotti d'origine. Rappresenta 35 regioni e 8 stati membri dell'Unione europea (Italia, Francia, Spagna, Germania, Grecia, Croazia, Polonia e Portogallo) e oltre il 60% delle indicazioni geografiche registrate a livello Ue, tra Dop (Denominazione origine protetta), Igp (Indicazione geografica protetta) e Stg (Specialità tradizionali garantite). Sono delle vere e proprie miniere del gusto, custodi di sapori e prodotti unici. Alcune cifre rendono l'idea di quanto è variegato il mondo delle specialità a indicazione d'origine: 3.428 di cui 856 in Italia che detiene il primato assoluto di cibi e vini a denominazione.

Arepo, la mappa europea del gusto che difende i territori
Il sistema Dop e Igp italiane vale oggi 20,2 miliardi di euro alla produzione, 11,6 miliardi all'export e impiega un vero e proprio esercito di addetti: 850mila donne e uomini. A presiedere l'Arepo, è stato designato di recente, durante una riunione a Bruxelles, l'assessore lombardo all'Agricoltura Alessandro Beduschi. E la Lombardia, con 75 prodotti riconosciuti, è la quarta regione italiana per numero di Igt, ma terza per impatto economico complessivo, con un valore che sfiora i 2,6 miliardi di euro e prima in Italia per il comparto dei formaggi Dop. A livello provinciale spiccano Mantova, Brescia, Cremona, Sondrio e Lodi nel food, mentre nel vino svettano Brescia e Pavia.
«Le Regioni - ha ricordato Beduschi - sono le garanti di questo patrimonio, che non è solo economico ma anche sociale. Le indicazioni geografiche raccontano il lavoro del territorio, la storia dei luoghi e sono un argine contro l'omologazione alimentare. Il nostro compito è tutelarle e farle conoscere». Fra le priorità del mandato dell'assessore lombardo: la definizione del nuovo regolamento europeo sulle Igt, il rafforzamento dei rapporti con la Commissione e il Parlamento Ue e la partecipazione al progetto "Gl Smart" che mira a valorizzare il ruolo delle Igt nello sviluppo sostenibile del territorio: «Puntando sulla qualità per competere nei mercati globali».
Di Renato Andreolassi