Stroncato da un arresto cardiaco mentre era in vacanza con la moglie, se n'è andato Davide Fanciullacci, 53 anni, uno dei volti storici del ristorante Donatello di Bologna. Figlio di Ferruccio, scomparso nel 2020 a causa del Covid, Davide era cresciuto tra i tavoli e le fotografie ingiallite del locale di via Augusto Righi, portando avanti la tradizione di famiglia con quel misto di discrezione, calore e spirito accogliente che ha reso il Donatello una tappa obbligata per chiunque passasse da Bologna. Dai grandi nomi della cultura e dello sport, alle famiglie che da anni scelgono quel luogo per un pranzo della domenica, il cordoglio è unanime. Commosso il ricordo degli amici: «Saluta chi c'è di là, quando arrivi tu son tutti più felici».

Davide Fanicullacci con Claudio Bisio (foto: Facebook)
Bologna perde un uomo simbolo dell’ospitalità autentica
Ora, con la scomparsa improvvisa di Davide, Bologna perde un altro pezzo della sua memoria vivente. Chi lo ha conosciuto racconta un uomo generoso, presente, sempre pronto con una battuta o una parola gentile. La sua morte lascia un vuoto profondo, ma anche la consapevolezza di aver scritto una pagina importante nella storia della ristorazione bolognese. E chiunque abbia mai varcato la soglia del Donatello, difficilmente dimenticherà quel senso di appartenenza, di calore autentico, che Davide riusciva a trasmettere.

Remo Freuler, giocatore del Bologna, e Davide Fanciullacci all'interno del ristorante
Anche Confcommercio Ascom Bologna, attraverso il presidente Enrico Postacchini, il direttore Giancarlo Tonelli e Roberto Melloni, Presidente dei Ristoratori di Fipe Confcommercio Ascom Bologna, ha espresso profondo sconforto per la perdita di un ristoratore simbolo come Davide, definendolo “uomo straordinario, capace di accogliere chiunque con generosità e affetto”.
Un punto fermo per chi ama la cucina bolognese autentica
A Bologna, chiunque abbia qualcosa da raccontare è passato almeno una volta da lì, trovando nella cucina del Donatello un punto fermo. Tortellini, tortelloni, tagliatelle, lasagne, mortadella, dolci della casa: il menu è quello classico della gastronomia bolognese, con una carta dei vini ricca e ben curata. A garantire la qualità sono stati negli anni cuochi eccellenti che hanno mantenuto alto lo standard, facendo del Donatello un riferimento non solo per chi cerca una buona tavola, ma per chi vuole ritrovare un'atmosfera che altrove, semplicemente, non c'è.
Il ristorante Donatello, icona della ristorazione bolognese
Il Ristorante Donatello è, da sempre, un pezzo vivo della città, un luogo che ha attraversato il tempo senza perdere l'anima. Nato nel 1903 e gestito con cura dalla famiglia Fanciullacci, è uno di quei posti dove si respira la memoria, impressa nei soffitti, nei mobili d'epoca e nei tavoli sempre apparecchiati con eleganza. Nella sala principale sembra poi ancora possibile immaginare Carducci o D'Annunzio intenti a conversare, mentre sulle pareti campeggia una galleria fotografica imponente: quasi mille ritratti autografati, testimonianza concreta del passaggio di attori, sportivi, artisti, musicisti, scrittori. Chi più ne ha, più ne metta.

La sala interna del ristorante Donatello di Bologna (foto: Facebook)
Dietro al piatto simbolo del Ristorante Donatello, il celebre carrello dei bolliti, si cela una storia affascinante e poco conosciuta che affonda le radici nella Seconda guerra mondiale. Fu Bruno Fanciullacci, padre di Ferruccio, a idearne il progetto, affidandosi all’ingegno del fabbricante di biciclette Testi. Bruno disegnò il modello, mentre Testi lo realizzò con i materiali che aveva a disposizione: i tubolari delle bici. Il risultato fu un carrello unico, robusto e funzionale, sui cui ripiani venivano esposti i prelibati tagli di carne, protagonisti della cucina emiliana.

Riccardo, Ferruccio e Davide Fanciullacci
Oggi questo oggetto di rara ingegnosità è conservato come una reliquia: non solo simbolo di una cucina senza tempo, ma testimonianza concreta della creatività e della resilienza della famiglia Fanciullacci. Il carrello rappresenta molto più di un accessorio di servizio: è l’emblema di una storia familiare centenaria, fatta di sacrifici, passione e amore per l’ospitalità. In fondo, come dicono loro stessi, il vero fiore all’occhiello del Donatello è la sua storia, di cui il carrello è parte viva e preziosa.
Un ristorante per tutti, dai vip alle famiglie
Ai tavoli del Donatello si sono seduti alcuni tra i personaggi più illustri del Novecento, a testimonianza del prestigio e dell’ospitalità unica del locale. Tra gli artisti e intellettuali spiccano nomi come Federico Fellini, che amava l’atmosfera calorosa del ristorante, e Umberto Eco, che vi trovava un rifugio di gusto e autenticità. Anche Lucio Dalla e Gianni Morandi, simboli della musica italiana e profondamente legati a Bologna, erano clienti affezionati. La Premio Nobel Rita Levi Montalcini vi pranzò in diverse occasioni, così come il grande Andrea Bocelli.

Solo due delle tante foto con dedica e autografo che si trovano nel ristorante Donatello. In foto Fausto Coppi e Gino Bartali
Tra le stelle internazionali, hanno gustato i piatti del Donatello anche Sandra Bullock e William Shatner, celebre per il ruolo del Capitano Kirk in Star Trek. Il ristorante è stato frequentato anche da numerosi sportivi leggendari, tra cui Fausto Coppi e Gino Bartali, miti assoluti del ciclismo italiano, e il campione di calcio Roberto Baggio. Ognuno di loro, entrando al Donatello, non era semplicemente un vip: veniva accolto come un amico di famiglia, immerso in un’atmosfera fatta di calore umano, piatti genuini e memoria viva della città.
Nonostante la fama il Donatello ha saputo restare accessibile, accogliente. Un ristorante frequentato dai vip, certo, ma amato anche dalle famiglie, che da generazioni lo scelgono per la cortesia e l'ospitalità. Merito anche della signora Katia e di Ferruccio Fanciullacci, la cui figura - barba bianca e sorriso largo - era talmente familiare da essere scambiata, da qualche bambino, per un parente di Babbo Natale. L'attenzione per i più piccoli, le porzioni pensate per loro, la capacità di far sentire ogni cliente a casa sono parte integrante di quello che il Donatello ha sempre offerto.