Sono sempre di più le donne che assumono ruoli importanti nelle cucina di grandi ristoranti. Ormai il ruolo tra chef uomo e donna è quasi alla pari, sebbene ci sia ancora del lavoro da fare.
Graziella Sangemi (
nella foto), consigliere nazionale della Federazione italiana cuochi e delegata al compartimento concorsi per il centro Italia, conferma questa tendenza, soffermandosi in particolare sul ruolo dei concorsi culinari, che incentivano in particolare le giovani ragazze che vogliono costruirsi una carriera in questo settore.
«I concorsi per sole lady chef - dichiara Graziella Sangemi - servono soprattutto a incentivare le giovani ragazze che frequentano gli istituti alberghieri, aiutandole a emergere e ad affermare la nostra identità di cuoche, perché la donna da molti è considerata sì cuoca, ma solo dietro i fornelli della propria casa. Oggi è giusto affermare la propria identità come cuoche professioniste».

«Le donne si sentono sempre più parte di questa realtà, stanno prendendo coscienza della possibilità di ricoprire il ruolo di chef nel vero senso del termine, stanno acquisendo sicurezza e potere. La loro partecipazione è, infatti, sempre più attiva, non soltanto ai concorsi Lady chef, quanto anche in contesti dove uomini e donne collaborano insieme ai fornelli. Io per prima cerco di spingere in questa direzione, dando un mio supporto personale, in base anche alla mia esperienza. Ho partecipato ai Mondiali a Lussemburgo, fatto parte della Nazionale italiana. Cerco insomma di aiutare con il mio modesto background quelle donne capaci e volenterose che hanno voglia di emergere».
Se i concorsi dedicati alle sole donne aiutano ad affermare questa identità da professioniste della cucina, i concorsi “misti” diventano l’occasione per mettersi ancora di più alla prova, sebbene in realtà non si avverte più il senso competizione tra uomini e donne, ma solo tra cuochi di alto livello.
«In occasione di questi concorsi misti - conferma Graziella Sangemi - si respira un’aria di equità tra i fornelli. Io stessa spesso e volentieri gareggio con amici, colleghi, per la maggior parte uomini, e forse proprio il mio essere donna mi dà quella marcia in più, in grado di lasciare un mio tocco personale nel piatto, un’impronta femminile, specialmente quando è mio compito curare l’aspetto artistico della creazione. Parlo ad esempio di sculture di margarina, o più in generale di intagli, una vera e propria lavorazione estetica del cibo».
Graziella Sangemi punta molta sulla cucina artistica e sulle tecniche come intaglio e decorazione. Un aspetto che se per qualcuno appartiene al passato, per altri è parte una fondamentale della cucina che anzi guarda al futuro ed è in continua evoluzione.
«La cucina artistica ha ancora un grande spazio nel nostro panorama culinario - sostiene Graziella Sangemi - in particolar modo in situazioni come eventi, buffet o celebrazioni. Una scultura fa sempre una buona impressione quando viene servita al tavolo, dona un effetto di eleganza, rappresenta un “plus” in grado di fare la differenza. Inoltre è bene distinguere sculture e intagli, dal singolo impiattamento. Sono entrambi momenti di arte culinaria, ma differiscono tra di loro perché sono gestiti da categorie diverse, in momenti diversi e in settori differenti. È soddisfacente vedere come costatare come molti giovani si stiano accostando alla delicata disciplina dell’intaglio per; è una strada giusta da seguire per migliorare anche quest’aspetto del servizio».