Il centro di Milano, il suo cuore, a due passi dall’Accademia di Brera, dalla Scala e dal Duomo, può essere visto come una specie di città nella città. In particolare il quadrilatero della moda, nonostante l’atmosfera glamour, i negozi extralusso, le modelle senza trucco in libera uscita, non dà un’impressione di impenetrabile fortino del lusso: si passeggia serenamente. Tra via Montenapoleone, via della Spiga e via Gesù qualche amministratore lungimirante ha pensato di introdurre dei limiti al traffico automobilistico, e ciò ha avuto l’effetto di umanizzare il contesto urbano.

A beneficio di chi? Di una ristretta fascia di benestanti, in grado di sborsare cinquecento euro per un pantalone alla moda? Anche, ma non solo: il beneficio ricade su tutti i passeggiatori della domenica, e in definitiva sulla metropoli e sui turisti.
Ed è proprio il turismo a Milano, come evolve e perché, l’argomento della mia conversazione con Mauro Governato, general manager del Four Seasons Hotel di via Gesù, una struttura che ha tutte le caratteristiche per essere la grande firma dell’hotellerie. Il suo nucleo centrale è un antico convento del XV secolo, ma questo è solo il punto di partenza. Volendo ci si può sedere nel giardino all’italiana circondato dal bellissimo chiostro, tenersi in forma nel fitness center, rilassarsi nella grande spa da 800 mq o infine andare a provare come si mangia in un hotel a cinque stelle. Partiamo dai dati dei primi quattro mesi di quest’anno che, secondo quanto elaborato dall’Ufficio marketing della Camera di Commercio, a Milano vedono in crescita l’occupazione camere di oltre il 5%, rispetto allo stesso periodo del 2016.

Mauro Governato
Verosimili quesi dati, direttore? Da un osservatorio privilegiato come il Four Seasons, qual è la sensazione?Che i flussi turistici sono in aumento, perché la città è cambiata. È diventata un punto d’attrazione, un centro di smistamento per i visitatori che arrivano qui, ammirano le nostre bellezze e poi partono per Verona, Mantova, le Cinque Terre e i laghi lombardi: noi siamo al centro di tutto questo. Ma c’è un interesse per Milano in sé, una metropoli sempre più europea, caso unico nel panorama urbanistico italiano: Expo è stato un grande volano di crescita, ma hanno influito anche l’efficienza dei trasporti, i nuovi quartieri con i grattacieli, la pedonalizzazione di vaste aree. E poi l’insicurezza ha il suo peso: amici e clienti mi confessano che vengono qui perché altrove, a Parigi e a Londra, si sentono minacciati da un pericolo invisibile. È triste ma è così, inutile far finta di niente.
Abbiamo quindi il grande compito, adesso, di non vivere di rendita sulle disgrazie altrui…Proprio così, guai ad addormentarsi sugli allori, sarebbe indegno dell’operosità e della creatività dei veri milanesi. Che si sono inventati fiere, eventi di tutti i tipi, festival gastronomici, il fuorisalone, di tutto: abbiamo manifestazioni che il mondo ci invidia, come il Salone del mobile, molto importante anche per una struttura come il Four Seasons Hotel. Le nuove iniziative, come Tempo di Libri e Milano Food Week hanno bisogno di tempo e di lavoro per affermarsi, ma io sono fiducioso: certo bisogna crederci, bisogna insistere e investire, ma è proprio la città tutta che ha acquistato una nuova statura come laboratorio economico-culturale, e di qui nasce la mia fiducia.
Vito Mollica
Che cosa manca a Milano per essere ancora più competitiva rispetto alle grandi capitali europee?Un aeroporto facilmente raggiungibile, forse, perché Malpensa non lo è. Per questo gli operatori del turismo sono entusiasti della metropolitana M4, che dal 2022 collegherà l’aeroporto di Linate con il centro. Un altro cambiamento di grande impatto, che renderà Milano ancora più vivibile ed attraente. Ma dovremmo anche valorizzare meglio i tesori che abbiamo già, e nessuno ci può togliere: cosa succederebbe, ad esempio, se La Scala avesse un cartellone estivo degno della sua fama, o se la Pinacoteca di Brera, con i capolavori di Hayez, Mantegna e Caravaggio, riuscisse a conquistare la fama che merita la sua collezione? Milano sta diventando un posto da vivere tutto l’anno, al segmento turistico business & finanza si affiancano nuovi flussi: non si vedono più i terribili deserti agostani di qualche anno fa, segno che anche la mentalità degli imprenditori va cambiando. Da parte nostra di certo non stiamo fermi, neanche d’estate: le segnalo un’iniziativa tra le tante, i nostri giovedì “Swing & Chill”, aperitivi in giardino animati da una band che interpreta i momenti più belli dello swing americano anni venti e trenta. In compagnia di uno champagne prestigioso,
Veuve Cliquot, un grande abbinamento con le proposte gastronomiche del nostro executive chef, lo stellato
Vito Mollica.

Dunque sembra di poter dire che il centro di Milano, e il quadrilatero tra via Montenapoleone, via della Spiga e via Gesù, abbiano già oggi le potenzialità per competere con le mete turistiche più tradizionali, italiane ed europee. Tuttavia, per intercettare flussi turistici sempre nuovi non basta guardare indietro e compiacersi dei risultati già raggiunti: il direttore del Four Seasons Hotel, come abbiamo visto, è infatti concentrato sul futuro, sui prossimi traguardi che richiedono uno sforzo di ottimismo non solo ai consumatori del lusso, impegnati nel loro shopping a quattro zeri, ma anche a tutti i milanesi orgogliosi della propria operosità e creatività.
Per informazioni:
www.fourseasons.com/it/milan