Non pensate di arrivarci facilmente, al loro laboratorio-bar-negozio: il panificio Zucchi, attivo senza interruzioni dal 1955, è nascosto in una sorta di anfratto in quel di Ciliverghe, frazione di Mazzano, alle porte di Brescia. Per trovarlo nella via Conciliazione di Monte Coeli Aperti (questo l'antico toponimo di Ciliverghe) dovete faticare non poco, ma ne vale la pena!

All'interno del pastificio
Storia di famiglia, tradizione, qualitàQuattro fratelli: Fabrizio, Damiano, Matteo e Graziano, tutti con distinte mansioni, gestiscono il panificio che a ragione si può definire una delle piccole e preziose chicche gastronomiche del nostro Paese. È nascosto agli occhi del grande pubblico, ma sforna golosità uniche. Il
pane anzitutto, con un'unica parola d'ordine:
alta qualità.
Fabrizio, che fra l'altro è vice presidente nazionale dell'associazione
Richemont Club Italia (si occupa dal 2005 anche della formazione dei panificatori nei concorsi internazionali, prima era concorrente poi allenatore in rappresentanza dell'Italia) è un po l'anima e il motore di tutto. È esplicito: «Il buon pane non nasce dal caso. Nella cascina di famiglia - racconta - abbiamo deciso di ristrutturare e rendere operativo un
mulino con macina a pietra che utilizza il grano coltivato nella nostra azienda agricola, "La Palazzina". Qui si svolge l'intera
filiera del
grano, in un perfetto meccanismo dove nulla è lasciato al caso e nulla viene scartato. Il pane che ne deriva è il top della qualità. La
crusca è destinata all'
allevamento interno di bovini. Ogni materia, per plasmarsi, ha bisogno di tempo e della giusta lievitazione».
Il panettone del Pastificio Zucchi
«Molti - continua - nella prima fase del
lockdown si sono
improvvisati fornai-pasticceri-pizzaioli. Attenzione: senza studio, preparazione e conoscenza della materia prima si rischia di commettere gravi danni alla salute».
E nel laboratorio di Ciliverghe nasce anche un panettone fatto con questa farina macinata a pietra, una vera goduria per gli occhi e una delizia unica per palato.