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Non solo cocktail. Figlia d'arte e gavetta, per Deborah Santoro conta lo studio

Sin da piccola sognava di fare la bartender grazie al padre che le ha trasmesso la passione e ci è riuscita. Ora che la sua carriera è decollata consiglia alle nuove generazioni come fare questo mestiere

 
14 gennaio 2022 | 09:30

Non solo cocktail. Figlia d'arte e gavetta, per Deborah Santoro conta lo studio

Sin da piccola sognava di fare la bartender grazie al padre che le ha trasmesso la passione e ci è riuscita. Ora che la sua carriera è decollata consiglia alle nuove generazioni come fare questo mestiere

14 gennaio 2022 | 09:30
 

Deborah Santoro è figlia d’arte. Suo padre, Antonino Santoro, è attualmente coordinatore assieme a Laura Bello, della Sezione Sicilia di Abi Professional. Tuttavia per arrivare non ha scelto le scale mobili ma si è costruita passo per passo la sua carriera, anche lontano dalle protezioni paterne. Cominciamo quindi da quando appena dodicenne suo padre le presenta Umberto Caselli. Si trovavano a Sorrento per un importante evento di Bartender. Per Deborah non era la prima volta che seguiva suo padre nelle competizioni di barman e le era da sempre piaciuto quel muoversi veloce di tutti quei professionisti che si esibivano “senza paura” davanti ad una moltitudine di persone.

Deborah Santoro con il suo cocktail Flower's Deborah Santoro: Giovani, studiate e siate umili

Deborah Santoro con il suo cocktail Flower's

Un sogno cullato sin da bambina

Sognava un giorno di farlo anche lei e nel frattempo assaggiava quell’emozione, tensione e adrenalina che impregnava le sale. Notava anche quel modo fraterno e gentile che tutti avevano nei confronti degli altri e questo la convinceva ancor più che così doveva essere il suo futuro. Diciamo che ha smesso così di cullare le bambole per iniziare a farlo con lo shaker. Finite le scuole medie studia in un Istituto alberghiero Antonello di Messina, li trova dei validi professionisti che la fanno appassionare alle materie di studio.

Subito si fa catapultare nel mondo del lavoro dapprima qualche stagione sull’isola di Salina al Papero e all’Hotel L’Ariana, uno splendente hotel affacciato allo splendido mare delle Eolie. Con le luci e atmosfere da fiaba Deborah impara a corteggiare il lavoro partendo da quello che è il suo must, il cliente. Torna in terra ferma e va al Prestige sulla Tommaso Cannizzaro vicino al porto di Messina e poi sempre a Messina in un cocktail bar il Cavallino. Il Covid purtroppo le ha fatto saltare la stagione in Inghilterra e cosi questa estate Deborah ha deciso di cambiare per approdare su un'altra isola prestigiosa, la Sardegna e quindi ha lavorato al Resort Valle dell’Erica a Santa Teresa di Gallura, affiancando Irene Deiara e Ernesto Molteni, oltra ad essere personaggi di spicco nel Bartending sono soci Abi Professional è rivestono la carica di Coordinatrice della Sezione Sardegna, Deiara, e Segretario Nazionale Molteni.

 

I consigli alle nuove generazioni

Come possiamo immaginare Deborah da sempre ha lavorato in locali dove poter apprendere da figure professionali importanti a partire da suo padre, oltretutto ama gareggiare e lo dimostra il palmares di prestigio che può sfoggiare. Chiediamo a Debora cosa ne pensa delle associazioni in generale e che consiglio si sente di dare ai giovani che come lei iniziano ad affrontare questo mestiere. «Intanto - dice - i giovani, devono sapere che questo mestiere è splendido ti permette di girare il mondo e di conoscere un’infinità di persone interessanti. Ti fa crescere velocemente e ti tempra anche nel carattere. Le associazioni son come delle grandi famiglie che ti accompagnano in questa crescita. I giovani devono sapere che si inizia dal portare un semplice vassoio e poi si sale fino a preparare cocktail diventare bravi padroni di casa. Questo va fatto con lo studio serio e la voglia di migliorare. Molta importanza deve essere data al confronto tra colleghi e per questo le gare sono importanti, ti avvicinano a persone che hanno esperienze diverse tutte molto interessanti».

Deborah, tu sei iscritta ad Abi Professional, quali idee potresti sviluppare per la crescita di questa associazione?
La mia terra natale, la Sicilia, ha un gruppo splendido di Barlady e Barmen raccolti nell’associazione che è magistralmente gestita da Domenico Randazzo, detto ciò, sicuramente cercherei di creare ancor più momenti di aggregazione, di fare gruppo, in modo che tutti gli associati si sentano parte unica e collegiale di un’entità associativa. Una mia idea è quella di sviluppare corsi dove si studino le dinamiche di lavoro a partire dalla base, accompagnare al tavolo, presa della comanda, il portare i vassoi, lo sbarazzare e riordinare la sala. Dal concetto di ordine e rispetto delle competenze. Far capire che è un mestiere che ha bisogno di tanta umiltà, saper asciugare i bicchieri ha la stessa importanza di fare bene un cocktail, l’insieme delle competenze fa di te un professionista.

Altra cosa importante ci dice Deborah è la merceologia. Oggi grazie ad internet molti giovani si riempiono di nozioni ma non hanno nemmeno un idea a cosa servano. Il sapere non deve essere solo per poterlo mostrare in modo saccente al cliente ma deve essere un sottofondo al nostro lavoro.


Ecco una ricetta che Deborah ha presentato in un recente concorso. Flower’s è il nome

  • 100 ml succo arancia
  • 20 ml Passoa
  • 20 ml St. Germain
  • 10 ml Vodka Wiborowa
  • 30 ml Lemonsoda
  • Un long drink moderatamente alcolico (10%)
  • Agrumato e con sentori floreali tipicamente dissetante.



     

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