Altro che “pensione d’argento”. A 60 anni, mentre molti progettano crociere e settimane bianche, Arianna Delneri ha tirato il freno a mano al lavoro stabile alle Poste Italiane e si è tuffata in una trattoria immersa nei boschi del Tarcentino. Un salto controintuitivo? Sì. Folle? Forse. Ma in un settore che rincorre disperatamente giovani che non arrivano, la storia di Arianna diventa un case study vivente: quando hai testa, visione e resilienza, l’età è un KPI sopravvalutato.

Lanciarsi nel mondo della ristorazione è stato complicato, ma oggi porta grandi soddisfazioni, secondo Arianna Delneri
Storia di una scelta controcorrente
Originaria di Romans d’Isonzo e residente da quarant’anni a Tarcento, Arianna ha lavorato per oltre 40 anni come addetta alle risorse umane di Poste Italiane. Alla soglia dei 61 anni, invece di optare per la pensione, ha deciso di reinventarsi e prendere in mano la gestione della Trattoria Al Plan di Paluz, un locale di famiglia che in precedenza era stato curato dal padre Tullio e poi dal fratello. «I miei quattro figli erano già adulti e indipendenti, e la prospettiva della pensione non mi allettava. Ho rassegnato le dimissioni dalla mia precedente professione, che ho amato, e mi sono lanciata senza paracadute in questa nuova avventura», racconta. Con l’incoraggiamento della madre Lauretta e la collaborazione del fratello, Arianna ha affrontato le difficoltà iniziali, scoprendo pian piano la soddisfazione e il piacere del contatto diretto con i clienti e della gestione di sala.

Arianna Delneri, a 60 anni una nuova vita come ristoratrice
In un settore in cui spesso trionfano i giovani chef, la storia di Arianna Delneri emerge come un segnale di forza, trasformazione e autenticità. Il suo ingresso nella ristorazione non è stato un azzardo estemporaneo, ma il frutto di una riflessione profonda, una scelta che all'inizio, nella zona, ha fatto parlare. «Non capivo tutto questo clamore», racconta. «Poi mi sono resa conto che, sì, è raro: pochi a sessant’anni si reinventano in un mondo come questo. Per me, però, non è stato un salto nel vuoto, ma un passo naturale». Segno di quell’equilibrio delicato tra sogno e realtà, la sua scelta ha suscitato curiosità non solo in Friuli, ma anche oltre, perché rappresenta un’alternativa potente al modello classico di entrare nel mondo della ristorazione necessariamente da giovani.

La padella del giorno: piatto unico composto a fantasia della chef, in una coreografica padella
Radici di famiglia e responsabilità condivise
La trattoria Al Plan di Paluz non è un progetto recente: le sue origini risalgono al 1991, quando il padre di Arianna, Tullio, decise di fondare un locale immerso nel verde collinare di Tarcento. Aperto tutto l'anno, un centinaio di coperti che d'estate raddoppiano con l'esterno, il ristorante è «interamente realizzato in legno» ed è circondato da un parco secolare, un elemento che rende il contatto con la natura parte integrante dell’esperienza gastronomica. «Ero già parte della vita di Al Plan», racconta Arianna. «Passavo ogni tanto per dare una mano, per vedere come si evolveva. Ma non avevo previsto di assumerne la gestione». Dopo il pensionamento, però, la domanda è diventata inevitabile: «Che faccio, resto a casa? Io ho sempre lavorato. Così ho preso la decisione di buttarmi, rallentare ma ricominciare». Non è stato un momento preciso, ma un processo decisionale ponderato.
Gnocchi di zucca al cucchiaio con ricotta affumicata e burro di malga
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Lasagne con zucca e salsiccia nostrana
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Tagliatelle caserecce al prosciutto crudo di san daniele
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Gnocchi di barbabietola con crema di zucchine e scaglie di mandorle
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In famiglia, la responsabilità della trattoria è passata di generazione: dopo i genitori il testimone è passato al fratello di Arianna, Federico, una figura fondamentale, trait d'union tra la precedente e l'attuale gestione, e vera anima nel cammino di questo locale negli anni. «Senza di lui, non sarei riuscita a orientarmi. Lui conosce il mestiere, ha esperienza e mi ha guidata nella gestione quotidiana e nelle decisioni strategiche».
La curva di apprendimento dopo i 60 anni
Avviare un’attività di ristorazione è già difficile di per sé, figuriamoci farlo a 60 anni. Arianna lo racconta con umiltà e onestà: «Non nego che ci sono stati ostacoli. La mentalità da cambiare, la responsabilità di dover gestire l’azienda, il peso degli investimenti. Ma per me è una sfida stimolante, non un peso. Assumermi la titolarità e tutto ciò che comporta - oneri e onori - è stato impegnativo. Ma mi piacciono le imprese e cerco sempre di vincerle».». Uno dei primi problemi concreti è stato costruire una squadra affidabile: trovare personale motivato, capace e pronto ad abbracciare la filosofia famigliare del locale. «All’inizio è stato complicato. Ma oggi posso dire che abbiamo creato un gruppo forte, di persone in cui credo. Questo è il mio orgoglio più grande».

Tagliere con carpaccio di black angus, lardo di Colonnata Igp, speck di collina e salame nostrano
Oggi Arianna trascorre la maggior parte del tempo in sala, il luogo in cui si sente più a suo agio: «La cucina non fa per me, anche se partecipo alle idee dei piatti. Ho dato alle ragazze della cucina molta libertà di sperimentazione. A me piace il contatto con il pubblico, la relazione, il consigliare. È ciò che mi dà più soddisfazione». E proprio sulla collaborazione sala-cucina aggiunge: «In cucina la brigata è libera di sperimentare, di proporre piatti nuovi. Lavoriamo insieme: non c’è gerarchia severa, ma un confronto continuo. Io partecipo con le mie idee, ma rispetto la loro creatività».

Selezione di formaggi artigianali del territorio
La sala come leva competitiva
Per Arianna, la sala non è solo un luogo fisico ma il fulcro dell’esperienza. La sua passione per la relazione con gli ospiti si traduce in un’attenzione autentica al cliente. «Mi piace parlare con chi arriva, capire come sta, chiedere se tutto va bene. A volte basta poco per rendere speciale una cena: un consiglio, una parola gentile, un gesto di accoglienza».

La sala, centrale per regalare un'attenzione autentica al cliente, secondo Arianna Delneri
Questa cura personale ha generato una clientela affezionata, che non torna solo per il cibo, ma anche per il calore umano. «Quando qualcuno torna e mi dice che si è sentito come a casa, per me è una vittoria. È il segno che stiamo facendo qualcosa di giusto».
Una cucina che parla il dialetto del territorio
Il menu dell’Al Plan di Paluz è un omaggio alla tradizione friulana e alla cucina casalinga. Uno degli elementi più iconici è la pietra ollare: una lastra riscaldata portata al tavolo permette agli ospiti di cuocere carni, verdure e formaggi secondo i propri gusti.

La pietra del Plan di Paluz: un supporto colmo di carne, formaggi, verdure, polenta da cucinarsi in autonomia su una pietra ollare
Sul fronte materie prime, il fratello di Arianna gioca un ruolo strategico: grazie alla sua esperienza, ha selezionato salumi, formaggi, vini e tagli di carne del territorio, instaurando un legame forte tra cucina e terroir delle Valli del Torre. La scelta ricade su ingredienti autentici, locali e artigianali, per restituire un’esperienza gastronomica genuina e profondamente radicata nel paesaggio friulano.
Il contesto naturale come asset
Il ristorante non vive solo nella sala o in cucina: la sua dimensione naturale è centrale e permea ogni aspetto dell’esperienza. La struttura è immersa in un parco secolare, dove i paletti di legno (i “paluz” in friulano) richiamano antiche delimitazioni di proprietà terriere.

La spettacolare vista sulle colline udinesi dalla sala del Plan di Paluz
«Il posto è meraviglioso», dice Arianna. «La vista sulle Alpi, l’aria fresca d’estate, il silenzio… È un luogo speciale». D’estate, gli ospiti possono gustare i loro piatti all’ombra degli alberi, sotto il cielo aperto; d’inverno, la sala vetrata offre una vista suggestiva sulle colline e sulle Prealpi Giulie, creando un’atmosfera calda e accogliente. L’ambiente naturale non è solo scenografia: fa parte dell’identità del locale, unisce passato e presente, semplicità e relax.
Visioni future: camere, esperienze, diversificazione
Nei suoi racconti, Arianna condivide un sogno a lungo accarezzato: trasformare parte della struttura in ricezione ricettiva. Il parco e la posizione panoramica rendono l’idea di aggiungere camere un passo naturale e molto richiesto dai clienti.
«C’è una forte domanda», spiega. «Molti ospiti ci chiedono se possono restare a dormire. Vorrei un giorno offrire anche un soggiorno: una piccola struttura ricettiva nel bosco, dove respirare il silenzio, mangiare bene e svegliarsi con la vista sulle colline friulane». Si tratta di un progetto ambizioso, che richiede investimenti e tempo, ma che potrebbe trasformare Al Plan in un luogo ancora più completo e vitale.
Il valore generazionale e culturale della sua decisione
Da madre, da lavoratrice, da donna di 60 anni che ha scelto di reinventarsi, Arianna ha un messaggio potente da condividere: «La passione è tutto. Se metti cuore in quello che fai, ogni lavoro può diventare meno faticoso e più significativo. Anche se non è il lavoro dei tuoi sogni, se ti interessa, se vuoi imparare, diventa una fonte di gioia».
Tagliata di Picanha e tagliata di Cerdo iberico con patate al forno al rosmarino
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Spiedone grigliato con patate al forno
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Filetto di manzo con patate al forno e rucola
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Riguardo ai sacrifici della ristorazione, non si nasconde: «Sì, si lavora nei weekend, nelle feste, quando molti sono a riposo. Ma se senti dentro che è il tuo mondo, vale la pena. I sacrifici esistono, ma quando i clienti tornano, quando sorridono, quando ti dicono che si sono sentiti a casa, capisci che tutto ha senso».
Un futuro ancora da scrivere
Oggi, prossima ai 65 anni, Arianna Delneri non pensa al riposo. «Gli sforzi quotidiani si fanno sentire eccome, e purtroppo non sono più giovane, ma la soddisfazione che mi esprimono i clienti a fine pasto mi riempie di orgoglio e grinta», racconta. Con il supporto del suo staff di dieci collaboratori, il ristorante cresce costantemente, e Arianna continua a sognare nuovi traguardi: dalla creazione di stanze per la ricezione alla valorizzazione di esperienze gastronomiche legate al territorio.
Sachertorte, semifreddo alla frutta secca e delizia cremosa al limone
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Delizia cremosa al limone
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Amaro alle erbe fatto in casa Al Plan di Paluz
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In un’Italia che racconta la ristorazione solo in due modi - o storie di giovani chef superstar, o cronache di chi non ce la fa - Arianna Delneri piazza una terza via: la ristorazione come reinvenzione adulta, concreta, non glamour ma sostenibile. Non è un modello per tutti, chiaro. Ma dimostra una cosa semplice e spietata: quando hai voglia di farcela, la vera barriera non è l’età. È la paura degli altri.
Via Malignani, 5 33017 Tarcento (Ud)
Mer-Dom 12:00-14:00 / 19:00-22:00