Notizia di un paio di mesi fa: “Dopo 20 anni di servizio 60 cameriere, addette ai piani di un grande resort di Cala Gonone (Nuoro), si sono licenziate al loro rientro dopo il lockdown”. Le motivazioni che hanno fatto maturare in loro questa decisione sono state lo stipendio decurtato e l’orario lavorativo allungato, decretato unilateralmente e imposto dalla loro direzione. Condizioni che le donne lavoratrici non hanno accettato. La loro storia, simile a tante altre, è stata raccontata dalle stesse protagoniste sui social per provocare una seria riflessione, perché questa situazione non diventi una regola. La notizia aveva raggiunto tante persone che hanno espresso la loro solidarietà sulla rete, ma anche la stessa sindaca della cittadina sarda, che ha ritenuto opportuno sollevare un “intervento” riguardo la legalità e soprattutto l’opportunità di certi atteggiamenti inadeguati in questo momento storico.

Quale lavoratore e presidente della Federazione italiana cuochi, voglio essere vicino a queste dipendenti con la massima solidarietà e la più grande ammirazione per il loro edificante gesto. La nostra Federazione è consapevole del momento di gravissima crisi, in cui tutti indistintamente hanno subito grosse ripercussioni economiche (per non parlare dei lutti), ma condanna lo “scaricare” o, peggio ancora, l’approfittare della vulnerabilità di dipendenti con disagi finanziari e poche tutele.
Lo stesso Papa Francesco, il 1° maggio scorso, festa dei lavoratori, nella sua omelia auspicava che tutte le persone possano avere un’occupazione degna ed equamente retribuita, e godere della bellezza e del legittimo riposo. Rimarcava inoltre che, in virtù del profitto, sempre più spesso la dignità dell’essere umano viene calpestata.
La Fic auspica sempre, specie in questo momento drammatico per tutti, il massimo spirito di reciproca disponibilità alla collaborazione, in un confronto costruttivo fra lavoratori e datori di lavoro. La nostra associazione di categoria ha lanciato un appello alle istituzioni, attraverso la Ministra Bellanova, con una serie di proposte (in gran parte accolte) con al centro i diritti dei lavoratori dipendenti, assai martoriati dall’emergenza Covid, e nel contempo aiuti e azioni concrete e mirate per le imprese ristorative al fine di ridurre i costi di attività e del lavoro. Leggi certe per lavoratori e imprenditori, sostegni economici e regolamentazioni in questa fase di ripresa non fanno ritornare il mercato del lavoro come un tempo lontano, una vera giungla, dove vigeva inesorabile la legge del “mors tua vita mea” (la tua morte è la mia vita).