In pochi tra le nuove generazioni di bartender lo hanno conosciuto, ma molti dei barman e delle bar lady degli anni passati lo ricorderanno con piacere leggendo questo breve racconto della sua storia professionale. È mia convinzione che chi non ha conoscenza della storia non avrà futuro, in quanto è solo la conoscenza dei fatti che ci hanno preceduto e ci hanno portato dove siamo a darci la capacità di migliorarci sempre più.

Camillo Bosco, a destra, mentre premia il vincitore del concorso regionale di Viverone nel 2008
La carriera, in gran parte torineseCamillo Bosco nasce ad Asti il 12 marzo del 1934, iniziò la sua carriera nell’inverno 1950 a Bardonecchia in provincia di Torino. Il bar era il
Medail (ancora oggi esistente, trasformato in Steak House e Gin Tonicheria). Dopo questa prima esperienza andò all’Hotel Fiorina, all’epoca un hotel di prestigio a
Torino. Fu nella birreria Voigt in quell’hotel che, il 3 dicembre 1906, venne fondato il Torino Calcio (l’attuale bar Norman in piazza Solferino).
Dopo queste prime importanti esperienze, Camillo alternò i periodi invernali a Torino presso il Night Club Le Perroquet in qualità di barman, locale ancora in funzione ai giorni nostri sotto nuove vesti, a stagioni estive in
Sardegna a Santa Teresa di Gallura presso il Grand Hotel Gallo, per poi passare alla fine degli anni '60 fino al 1978 all’American Bar San Carlo di Torino, nell’omonima piazza, in qualità di
capo barman. Uno dei tanti locali storici, oggi
chiuso a causa del Covid-19 e che non verrà riaperto prima di 2 anni (è in corso una radicale ristrutturazione da parte di Banca Intesa).
In quegli anni partecipò ad alcuni
concorsi. Nel 1967 si classificò primo assoluto al Premio nazionale di promozione del
Brandy Italiano, con il cocktail “Doping”; 10 anni dopo, nel 1977, vinse il concorso regionale Piemonte - Val D’Aosta presso il Grand Hotel Billia di St Vincent.
Camillo Bosco, al centro, mentre consegna le Bandierine ai nuovi barman Aibes nel 2004
A questo punto della sua carriera Camillo decide di mettersi in proprio. Inaugurò il suo gioiello, l’
American bar Camillo’s Club. Era il 1979 e lo gestirà con successo fino al 2000, anno in cui si ritirò dalla scena professionale. Da questo storico American bar sono passate generazioni di giovani barman che oggi calcano la scena del bartending. Professionisti che ancora sono grati per gli insegnamenti ricevuti da questo grande barman gentiluomo.
Da socio a presidente di AibesFino ad ora ho raccontato solo la storia professionale di questo grande barman, ma vi è anche una storia legata al mondo dell’
associazionismo e della
formazione professionale. Camillo Bosco ha percorso tutte le tappe in ambito associativo all’interno di quella che è stata la prima associazione di barman fondata in Italia, l’
Aibes. Fu un altro grande barman torinese a introdurlo:
Bruno Reja, fondatore del mitico cocktail bar
Ballantine’s a Torino, (nonché consigliere nazionale Aibes per molti anni).
Durante la sua militanza in Aibes ricoprì vari ruoli: vice fiduciario, fiduciario, consigliere nazionale responsabile del settore didattico di Aibes, vice presidente nazionale, fino a divenire, nel 2004 l’ultimo grande
presidente nazionale, con cui personalmente ebbi l’onore di collaborare in qualità di consigliere e amministratore delegato dell’allora Aibes Promotion fino al 2007. Conclusa la sua esperienza professionale in ambito associativo, fu nominato
presidente onorario.
Camillo Bosco, a sinistra, a Viverone nel 2004 mentre consegna un premio a Valerio Beltrami, a destra, oggi presidente di Amira
Camillo Bosco continuerà a partecipare alla vita associativa in qualità di socio con consigli e quando necessario anche critiche costruttive, nella sezione di appartenenza il Piemonte, a cui era legatissimo, fino al momento della sua improvvisa e inaspettata scomparsa, lasciando nel dolore la moglie Liliana.
Ricorderò per sempre questo gentiluomo che tanto ha saputo dare al mondo del Bar italiano e che meriterebbe, da parte di molti giovani bartender e non solo, di essere ricordato oltre che per la sua classe, per il suo stile e la sua signorilità, anche per i suoi cocktail.
PitrizzaIngredienti: 6/10 di Vodka Borodin, 2/10 di Martini dry, 1/10 di Campari, 1/10 di Apricot brandy Bols.
Preparazione: Mixing glass, da servire poi in coppetta a cocktail
Decorazione: ciliegina rossa
SunflowerIngredienti: 4/10 di Tequila Sauza, 3/10 di Liquore al Mandarino Varnelli, 3/10 di Succo di pompelmo chiaro.
Preparazione: preparare il tutto nello shaker, poi versare in un tumbler. Completare con spumante Brut Gancia.
Decorazione: uno spicchio di pompelmo giallo.