Selvaggia, viaggiatrice, femminista Victoire Gouloubi si racconta
Abbiamo sollevato il cappello da cuoco a Victoire Gouloubi 2ª classificata a Top Chef Italia, che ci ha svelato i suoi segreti: da cosa voleva diventare da grande a ciò che non manca mai nel suo frigo
03 marzo 2019 | 10:17
di Carla Latini
Selvaggia va da sé. Lo spirito africano ce l’ha dentro il cuore. Adora la sua terra di cui divulga con intelligenza usanze, cultura e prodotti. Conosce perfettamente la Cucina italiana, che contamina con grande autorevolezza. È una viaggiatrice curiosa e crede che un piatto, per essere tale, debba essere internazionale. Abbracciare ricordi, territori e legare continenti, come in un volo immaginario.
Spezie ed erbe aromatiche sono sempre presenti nelle sue creazioni, che sono, ogni volta, un viaggio. Che sia uno spaghetto al pomodoro o un polpo al Campari. Da quest’anno realizza il suo sogno cosmopolita. Un canale youtube, un video di 5 minuti, dove i protagonisti sono chef, artisti, artigiani, intellettuali e produttori. Miscelati insieme attraverso la sua sensibilità e la sua cultura. Il titolo è molto evocativo: Make-Taste & Change. È un film molto ben fatto, che termina con una ricetta, la sintesi profonda di ogni incontro.
Fare, provare e cambiare è un iter, soprattutto, dalla parte delle donne. Perché nel mondo ci sono donne che cambiano vite e generazioni scrivendo nel tempo nuove ere, principi e filosofie. Questo uno dei pensieri alla base del format. Molto attiva nel sociale è una delle donne che anima Parabere Forum. Sarà interessante leggere il suo "Sotto la toque". Un’angolazione diversa dove si coglie il passaggio, l’adattamento, la rinascita. La fatica e lo studio per diventare quello che è ora. Una grande chef e una grande donna. Seguitela sul suo canale youtube e scrivetele. Potrete essere anche voi protagonisti delle sue avventure!
Da bambina cosa sognavi di diventare?
Di sogni ne avevo tanti e per ogni età. Ma subito dopo il liceo ne avevo due solidi da strutturare, ma poi da scegliere come strada: magistrato (strada e studi lunghi e ardui) e la cucina, cioè diventare chef.
Il primo sapore che ti ricordi?
Il gusto che lascia un boccone di avocado con la cannella e gli arachidi tostati.
Qual è il senso più importante?
È quello della coscienza. Anche che se non fa parte dei sensi, ritengo che la consapevolezza di ciò che facciamo (ricercare, creare e cucinare) ci permetta di avere un senso della misura e i piedi sempre per terra. Così facendo il tatto, il gusto, l'olfatto e gli altri sensi mandano quei giusti segnali che ci dicono: "Ecco, è questo quello giusto, il top!".
Il piatto più difficile che tu abbia mai realizzato.
Una torta nuziale a base di ingredienti tropicali e spezie in sostituzione a prodotti come farina 00, burro e spezie. Partendo con la farina di manioca, la farina del cous cous, lo zucchero di canna, il “ntina” (misto di spezie a base di vaniglia, scorze di cola, fave di cacao). Mi ci è voluto un mese per capire e aggiustare l’ago della bilancia.
Come hai speso il primo stipendio?
Pagando gli arretrati del convitto della scuola alberghiera.
Quali sono i tre piatti che nella vita non si può assolutamente fare a meno di provare?
Lo Spaghetto al pomodoro, lo Sgombro affumicato con la purea di safou (prugne selvatiche tropicali) e il Riso giapponese al mirin con svariate crudité di carne, pesce e verdure.
Cosa non manca mai nel frigo di casa tua?
Le erbette aromatiche, il pomodoro, le uova e la salsa di soia.
Qual è il tuo cibo consolatorio?
Il sushi.
Che rapporto hai con le tecnologie?
Innamorata della rivoluzione, ma purtroppo non sono un premio Nobel.
All’Inferno ti obbligano a mangiare sempre un piatto: quale?
La minestra!
Chi inviteresti alla cena dei tuoi sogni?
Mio marito.
Quale quadro o opera d’arte rappresenta meglio la tua cucina?
L'Abstraktes Bild di Gerhard Richter.
Se la tua cucina fosse una canzone quale sarebbe?
"Pensiero stupendo" di Patty Pravo.
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