Il Covid ha dimezzato i ricavi di Marriott International che ha chiuso il 2020 a 10,6 miliardi di dollari (-50% rispetto al 2019). Crolla l'utile operativo che tocca il -95% a 85 milioni di dollari portando così il gruppo a una perdita che si aggira sui 267 milioni di dollari.
Una camera del Bulgari Hotel a Milano
I numeri del bilancioLa multinazionale
attiva nel settore alberghiero, che in Italia conta 62 strutture sotto diversi brand, ha pagato il blocco del
turismo con un RevPar (ricavo medio per camera disponibile) che è diminuito del 64% a livello globale. Prestazioni negative che, tuttavia, non allarmano Marriott che nel 2020 ha accumulato una
liquidità netta pari a 4,4 miliardi di dollari di cui 800 milioni in cassa e 3,6 milioni di linee di credito revolving non ancora utilizzati.
Il 2020, però, non è stato tutto nero. Nel corso dello scorso anno, infatti, Marriott ha aggiunto 63mila
camere in tutto il mondo con una crescita del +3,1%. Numeri che saranno ulteriormente migliorati nel corso dei prossimi anni attraverso
progetti in rampa di lancio che coinvolgono circa 2.900 strutture per un totale di oltre 498mila camere. Attualmente, il gruppo può contare su un portfolio di oltre 7.600 strutture suddivise per oltre 30 marchi e presenti in 133 Paesi.
Il rinnovo dei verticiIn attesa che il 2021 riservi delle piacevoli sorprese a livello turistico, l'anno si è apertto con il rinnovo dei
vertici aziendali dopo la scomparsa dell'ex presidente e ceo Arne M. Sorenson. Al suo posto si è insediato
Anthony Caputo (precedentemente a capo dello sviluppo globale), che è stato nominato amministratore delegato mentre
Stephanie Linnartz ha raccolto il ruolo di presidente di Merriott International.