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Il Decreto grazia i ristoranti Ma cresce l'ansia per i pochi turisti

Il servizio al tavolo è una garanzia. Il problema è la depressione generale e la mancanza di turisti. Una criticità: la gente in coda all’esterno che aspetta, con prenotazione, il proprio turno .

di Gabriele Ancona
vicedirettore
 
15 ottobre 2020 | 10:10

Il Decreto grazia i ristoranti Ma cresce l'ansia per i pochi turisti

Il servizio al tavolo è una garanzia. Il problema è la depressione generale e la mancanza di turisti. Una criticità: la gente in coda all’esterno che aspetta, con prenotazione, il proprio turno .

di Gabriele Ancona
vicedirettore
15 ottobre 2020 | 10:10
 

Il Decreto del presidente del Consiglio dei ministri si è abbattuto come una scure. Veloce e affilato. Mano pesante soprattutto sui pubblici esercizi, su un comparto, quello della ristorazione, che con fatica sta tentando di rialzare la testa. Italia a Tavola, dopo aver tastato il polso ad alcuni cocktail bar lungo la dorsale del Paese, oggi punta i riflettori suristoranti e pizzerie. Un’indagine flash tra Milano, Padova, Napoli e Bari per capire, a caldo, quanto sia penalizzante la chiusura a mezzanotte per chi fa servizio al tavolo.

Il Decreto salva ristoranti e pizzerie  «Non siamo locali notturni»

Orecchiette à Porter, Milano

Nel capoluogo lombardo abbiamo visitato Orecchiette à Porter, locale street food inaugurato, con coraggio e determinazione, a metà luglio. Dieci tavolini all’esterno con funghi riscaldanti previsti per la stagione invernale. «Non effettuiamo servizio al tavolo – spiega Giorgia Esposito, la responsabile di questo nuovo format - La clientela ordina, paga alla cassa automatica e si accomoda all’esterno per il consumo. Siamo però agevolati dal nostro orario, dalle 12,00 alle 21,30 e alle 22,30 il venerdì e il sabato. In base al Dpcm perdiamo tra la mezz’ora e l’ora, a seconda dei giorni, ma possiamo continuare con il take away e il servizio delivery fino alla chiusura. In ogni caso tutte le sere i tavoli vengono ritirati entro le 21,00 e ricollocati il giorno successivo. Saremmo danneggiati se il divieto del consumo al tavolo fosse anticipato alle 20,00».

Il Decreto salva ristoranti e pizzerie  «Non siamo locali notturni»
Al Sorso Preferito, Bari

Sempre cucina pugliese, ma questa volta a Bari, Al Sorso Preferito, regno del pesce fresco e degli Spaghetti all’assassina. Qui è stata fondata la loro Accademia. «Dobbiamo ancora farci un’idea in merito a questa nuova virata istituzionale – spiega Pietro Lonigro, l’anima del ristorante, cuoco e titolare – Durante la settimana di solito per mezzanotte abbiamo chiuso. Ieri era una giornata fredda e c’era poca gente in giro, vai a capire se per il meteo o per il Covid e i suoi decreti. Non abbiamo comunque problemi per il distanziamento fisico e disponiamo di tavoli all’esterno. Il limite, di sera, sono le temperature, ma abbiamo l’opportunità di rifarci all’ora di pranzo. Per il momento si naviga a vista. Il mio pensiero va ai bar e ai pub, i veri penalizzati da questa manovra».

Il Decreto salva ristoranti e pizzerie  «Non siamo locali notturni»
Starita a Materdei, Napoli

Per quanto riguarda le pizzerie ci spostiamo a Napoli, in un locale che è storia nazionale ormai da 120 anni: Starita a Materdei.  «Non ci danneggia l’orario di chiusura, non siamo un locale notturno – racconta Antonio Starita – ma lo stato d’animo generale e la mancanza di turisti. Ci stavamo riprendendo e siamo di nuovo in recessione. Siamo imprenditori e nel mio caso sto reggendo per tutelare i dipendenti. Purtroppo in questo momento si vive di speranze. Queste nuove regole danneggiano i locali che aprono tardi. I bar serali hanno poco margine di lavoro».

Il Decreto salva ristoranti e pizzerie  «Non siamo locali notturni»
Rossopomodoro, Padova

«La chiusura a mezzanotte – puntualizza Renato Catanzaro, titolare di Rossopomodoro Padova – per noi non è un problema. La vera criticità può essere rappresentata dalla clientela fuori dal locale, in coda e distanziata, che aspetta che si liberi il proprio tavolo. Oggi questo non è più possibile. La prenotazione per noi è una consuetudine, ma non si può avere la certezza che un tavolo sia pronto allo spaccare del secondo. Il nostro è un mondo di convivialità ed è fisiologico che i tempi si possano dilatare. Questo è un aspetto su cui di deve riflettere, una problematica da risolvere di corsa».

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