Nerino 10 è un ristorante in pieno centro a Milano che da una decina d’anni macina coperti su coperti. Impensabile presentarsi senza prenotazione. L’ottimo rapporto qualità prezzo è stato il detonatore di un passaparola che ha coinvolto milanesi e turisti. Con il lockdown il locale guidato da Sandro Caputo ha dovuto ripensarsi. Ha introdotto delivery e asporto e il 18 maggio ha riaperto alla clientela. Dopo sei giorni abbiamo voluto immergerci in questa dimensione inedita e abbiamo varcato la soglia del locale; porta aperta per far girare l’aria e gel igienizzante subito a portata di mano. Con la “pistola” ci è stata misurata la febbre e, tutti in maschera, siamo stati condotti al nostro tavolo.
Nerino 10 ha riaperto il 18 maggio, mattina e sera, sette giorni su sette
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Da 70 coperti siamo passati a 45», spiega Caputo. L’impressione è comunque quella di trovarsi in un locale che sta girando anche se poi, facendo i conti, gli ospiti sono stati 32. In tempi normali Nerino accoglieva 130 clienti su tre turni. La chiusura del cinema adiacente e l’assenza di turisti hanno contribuito a stringere la morsa. Un lotta contro le avversità che ha portato il locale a essere aperto mattina e sera sempre, sette giorni su sette.
Alessandro Rinaldi e Costantino Apalani
«Prima accoglievamo circa 5000 persone al mese – racconta Sandro Caputo – ma stringiamo i denti e cerchiamo di mantenere un senso di normalità, nonostante tutto. Abbiamo ridotto un minimo il menu e alzato di poco lo scontrino per ammortizzare i costi di igiene e sanificazione. Abbiamo deciso di riaprire, ma non è facile nemmeno fare la spesa. Si prende quello che c’è. In ogni modo, pur essendo mascherati e con i guanti cerchiamo di trasmettere una sensazione di casa. Non è il virus a nuocerci, sarà il prossimo Dpcm».
Nel locale gli ospiti sono rilassati e disciplinati: chi si allontana dal tavolo indossa la mascherina.
Gel igienizzante all'ingresso del locale milanese
Anche in cucina lo chef Alessandro Rinaldi, che quando sarà possibile guiderà la cucina di Alto, il nuovo locale di Caputo, e il sous chef Costantino Apalani, sono protetti. «La nostra è una cucina a vista – annotano – e così bardati viene penalizzato il sorriso». Ma Caputo e la sua squadra sanno fare accoglienza anche con il volto a metà.
«In settimana si sono presentati per l’asporto dei clienti affezionati, che hanno fatto un po’ di strada venendo dalla Brianza - racconta Caputo– Abbiamo consegnato le ricette indietro di cottura da ultimare in forno e in padella a casa. È stata una prova di affetto che ci ha ripagato dei sacrifici che stiamo facendo. Gli abbiamo regalato una bottiglia del loro vino preferito».
Per informazioni:
www.nerinodieci.it